Muro dell'ATA Trento Volley

L’ATA Trento Volley partecipa al campionato nazionale 2012-2013 di pallavolo femminile di serie B2, girone C.
Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Giorgio Moser, coordinatore dei dirigenti della società di Trento.

E’ partita la nuova stagione, con 12 punti in quattro partite. Con quali novità?
STUDIO55 Ata Trento Volley è una società che ha come obiettivo un lavoro di alta qualità nel settore giovanile. Nelle passate stagioni abbiamo alimentato squadre di B1, A2 ed A1 con le nostre giovani emergenti. Quest’anno, per la prima volta, possiamo contare sullo stesso sestetto dello scorso anno, un sestetto che la passata stagione ha sofferto nella prima parte del campionato per poi vincere nel girone di ritorno con tutte le squadre di alta classifica. Per questo motivo partiamo con una squadra che, nonostante la giovane età, ha un grandissimo potenziale. Unico inserimento rispetto alla stagione precedente è stato quello di Francesca Festi, opposta (a Trento per studio) e Giorgia Corradini, palleggiatrice (proveniente dalla serie C del C9 Arco).

In quale fondamentale eccellete?
Il nostro punto di forza è certamente l’attacco, il nostro tallone d’Achille la difesa ma si concretizza spesso questa situazione con le squadre giovani. Ce la caviamo in difesa a muro ed in battuta.

Esiste un derby particolarmente sentito dalla squadra e dai tifosi?
Negli anni precedenti c’era il Torrefranca che militava nella nostra serie ed il derby era certamente molto sentito. Con la scomparsa del Torrefranca abbiamo assunto la leadership della pallavolo femminile trentina e le nostre avversarie regionali sono cambiate spesso. Per questo motivo i derby hanno assunto meno importanza. In questo campionato la stracittadina si disputerà tra noi ed Argentario. Si tratta però di una squadra composta per l’80% di atlete provenienti da fuori regione, compreso l’allenatore e per questo motivo questo derby non è particolarmente sentito. Con Rovereto invece, anche grazie all’amicizia che lega STUDIO55 ATA al loro allenatore Maurizio Napolitano (che è stato per anni allenatore di ATA), vi è un rapporto di stima e collaborazione.

Quali saranno i verdetti del girone C?
Noi dovremmo essere tra le prime 3/5 squadre e puntiamo ai play off. Credo che le nostre compagne di viaggio saranno Maxa Verona, ABMSossi Ospitaletto e probabilmente sarà della partita anche Città di Rovereto. In pericolo vedo le due squadre di Bergamo. Per quanto riguarda Argentario, molto dipenderà da come cresceranno durante la stagione. Per il momento ritengo che dovranno accontentarsi della parte destra della classifica.

Quale partita del campionato precedente ricorda maggiormente per emozioni, per il risultato?
L’intero girone di ritorno è stato un trionfo. Tutte le squadre pensavano di trovarsi davanti la squadra dell’andata ma nei primi mesi siamo cresciuti moltissimo ed abbiamo chiuso il campionato battendo tutte le prime otto della classifica esclusa la prima (promossa in B1) con la quale abbiamo perso 3 a 2. Dunque tutto il girone di ritorno è stato una festa che ha visto crescere le nostre ragazze partita dopo partita. Diverse atlete hanno fatto il salto di qualità e quest’anno lo potranno dimostrare. Molte delle nostre giocatrici potrebbero oggi giocare in B1 od A2 senza sfigurare, è chiaro che se quest’anno non riusciremo ad essere promossi in B1 dovremo comunque garantire loro questo passaggio di categoria.

Giorgio Moser

Il campionato nazionale di B2 cosa rappresenta, a suo giudizio, nel sistema pallavolo italiano?
Il campionato di B2 e quest’anno anche quello di B1 rappresentano le ultime categorie dove si può pensare di fare bene senza budget incredibili. Noi dedichiamo solo il 50% del nostro bilancio alla prima squadra e quest’anno stiamo gestendo tutte le spese della prima squadra con un budget da serie C.
Si tratta poi del campionato giusto per fare crescere le giovani promettenti prima del lancio nella categorie superiori. Credo che a livello di “insegnamento della pallavolo” sia il campionato più interessante. Quando si arriva in serie A possiamo parlare di soldi, di psicologia, di acquisti, di atlete straniere e molto meno di pallavolo.

Con i canali sportivi gratuiti sul digitale terrestre, la pallavolo ha aumentato la sua visibilità, a vantaggio degli appassionati e degli sponsor. Ritiene che sia un fatto positivo?
Certamente molto positivo. Si deve tenere conto che nel Trentino i media hanno dato e stanno dando moltissimo alla pallavolo. I quotidiani dedicano tantissimo spazio al volley regionale, la televisione anche. Ci sono giornalisti appassionati che stanno garantendo alla pallavolo Trentina una visibilità superiore a quella del calcio e poi c’è www.sportrentino.it che credo non abbia pari in Italia. Questo sito dovrebbe essere adottato da tutte le federazioni italiane perché garantisce un’informazione, anche a livello di risultati, molto superiore a quella delle federazioni stesse.

La scomparsa dai canali “generalisti”, per contro, può essere negativa?
Credo che con la TV digitale questi canali perderanno sempre più appeal nel senso che la moltitudine di canali esistente permetterà ad ognuno di scegliere la programmazione a lui più adatta. A chi invece interessa il calcio potrà premere un tasto a caso del telecomando…

A suo giudizio qual è lo stato di salute della pallavolo italiana, maschile e femminile, comunque sempre ai vertici del volley europeo e mondiale?
Credo che la federazione stia lavorando bene. Ci sono sicuramente delle cose da migliorare, delle situazioni che noi provinciali conosciamo poco o comunque non riusciamo a capire. A livello nazionale si dovrebbe garantire un ricambio più frequente degli organi dirigenziali e maggiore trasparenza nelle scelte non sarebbe un fatto negativo. Quello che sicuramente si dovrebbe incrementare è la sensibilità della federazione nazionale nei confronti della situazione economica delle periferie, delle società e degli allenatori. Capita non di rado che gli organi centrali trattino gli associati come limoni da spremere o che non valutino adeguatamente gli impatti di determinate scelte e di determinate decisioni, un esempio per tutti: il corso d’aggiornamento obbligatorio per allenatori di B2 e B1 … Roma … albergo … costi d’iscrizione … 2 giorni … viene a costarti come mezzo stipendio di un operaio e la qualità non è sempre eccelsa. Si potrebbe fare meglio cercando di limitare la spesa dei partecipanti.
Molto buona invece la gestione a livello provinciale. Credo che sul comitato Trentino non si possano sollevare questioni.

La pallavolo in rosa supera quella maschile. Come lo spiega?
Il calcio porta via un considerevole numero di atleti alla pallavolo. I soldi che girano attorno al mondo del calcio spinge atleti e genitori a fare delle scelte spesso scontate. Altri sport poi permettono di arrivare ad alti livelli indipendentemente dalle caratteristiche fisiche apparenti, nella pallavolo di oggi, se vuoi arrivare a livelli molto alti devi per forza essere alto, anche se fai il libero e questo può disincentivare qualcuno. Mi sembra però che oggi si stia lavorando per incrementare l’accesso dei ragazzi al mondo della pallavolo. Una cosa è sicura, se praticasse la pallavolo un numero di ragazzi uguale al numero di ragazze, qua in Trentino si aprirebbe un serissimo problema di palestre.

ATA Trento Volley B2 2012-2013

Ci vorrebbe poi un intervento delle istituzioni.
A nostro avviso il comune dovrebbe costruire nell’area sportiva una stecca di 5/7 palestre di medie dimensioni per sanare l’endemica carenza di spazi palestra. Progettate e costruite con determinati criteri il costo sarebbe ridottissimo, poco più di un capannone e se progettate con criterio anche il costo di manutenzione sarebbe bassissimo. In queste palestre potrebbe essere dirottata anche tutta l’attività amatoriale che spesso occupa palestre ideali per i più giovani e per le attività agonistiche o preagonistiche. Si tratta solamente di volontà politica e certamente il comune potrebbe risolvere questo problema in pochissimo tempo. Conosciamo imprenditori che, in cambio del terreno a titolo gratuito, farebbero a spese proprie le palestre ma evidentemente c’è qualcosa che frena questa iniziativa. Da questo punto di vista i media dovrebbero sollecitare di più i comuni, magari pretendendo degli impegni in periodi preelettorali ….

Le risulta, quindi, un calo d’interesse per il volley da parte dei maschi?
No, non mi sembra che in Trentino ci sia un calo di interesse, mi sembra che la situazione sia negativa e permanga ugualmente negativa.

Negli anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
Il tentativo è quello di migliorare e render più spettacolare il gioco. Molti cambiamenti sono stati assolutamente positivi, altri un po’ meno. In tutti i casi riteniamo che complessivamente la direzione sia quella giusta. E’ molto difficile effettuare dei cambiamenti e prevederne i risultati. Se dovessimo fare una richiesta come società, chiederemmo di studiare dei cambiamenti che limitino l’importanza della statura nel gioco ma ci rendiamo conto che non è semplicissimo, da questo punto di vista, forse, l’introduzione del libero ha contribuito in senso inverso rispetto a questa decisione. Forse bisognerebbe intervenire definendo chi può fare cosa a seconda del proprio posizionamento in campo.

Cosa eventualmente cambierebbe nell’edizione 2013-2016 delle regole di gioco?
Toglierei i vincoli dei cartellini e, sembrerà una banalità, reinserirei il muro su battuta.

L’ATA Trento Volley cosa rappresenta per la comunità di Trento?
STUDIO55 ATA è una polisportiva che segue anche il Tennis con una squadra di A1. ATA rappresenta un punto di riferimento per il comune di Trento, una società che ha una storia e che durerà nel tempo. ATA non rappresenta una meteora che c’è solo quando l’economia tira. ATA garantisce la possibilità di fare sport a tanti giovani oggi e lo garantirà anche domani e dopodomani. ATA rappresenta la passione, ATA rappresenta il “vero sport”.

Molte società, anche in serie A, negli ultimi anni hanno gettato la spugna. La crisi economica come condiziona la realizzazione dei programmi di una societa di pallavolo?
Riprendo quanto detto precedentemente. Non si può subordinare la possibilità di fare sport alle grosse disponibilità economiche. Lo sport che vuole fare ATA è legato alla passione, al volontariato, alla valenza sociale, all’impegno, all’educazione ed è per questo che quando altre società si saranno sciolte e ricostituite 10 volte, ATA sarà sempre là, nel limite delle proprie possibilità a garantire un punto di riferimento, a garantire la possibilità di fare sport pulito, serio ed impegnato.

Siete impegnati anche in iniziative sociali, benefiche?
Già garantire la possibilità di fare sport senza eccessi è un’iniziativa sociale, oltre a questo ATA ed i propri atleti hanno collaborato con iniziative sociali diverse nei diversi anni. In ATA possono fare sport anche i bambini delle famiglie che non hanno possibilità di pagare la quota d’iscrizione perché a semplice richiesta, senza necessità di portare documentazione o provare il proprio stato d’indigenza, ATA li esenta dalla quota associativa.

 
© Riproduzione Riservata
 

Nessun commento

Lascia un Commento