Si è svolta questa mattina, presso la sede della “Casa di solidarietà” di piazza Ernesto Cesaro, la presentazione delle iniziative in ricordo di Matilde Sorrentino, la madre coraggio uccisa per aver denunciato i pedofili che avevano abusato del figlioletto.

Domani, nella chiesa di Sant’Alfonso dei Liguori, a partire dalle 18.00, dopo la deposizione di una corona davanti al monumento in ricordo delle vittime innocenti della camorra di piazza monsignor Orlando, sarà celebrata una messa, officiata da don Tonino Palmese, referente regionale di Libera.

Dopo si aprirà un dibattito che prenderà spunto dalle testimonianze di chi la violenza della camorra l’ha subita e, col suo apporto, cerca di distruggerla. Interverranno, infatti, Pina Buonocore, sorella della madre coraggio di Portici, (Teresa Buonocore, mamma di una bambina vittima di molestie sessuali, ammazzata a pistolettate  il 20 settembre dell’anno scorso all’ingresso del porto di Napoli) e Alessandra Rutolo, (sorella di Silvia Ruotolo, assassinata l’11 giugno del 1997 a Napoli, mentre stava tornando nella sua casa di salita Arenella, nel quartiere Vomero, dopo essere andata a prendere a scuola suo figlio Francesco di 5 anni. Il commando di camorra che sparò all’impazzata aveva come obiettivo Salvatore Raimondi, affiliato al clan Cimmino, avversario del clan Alfieri).

Amleto Frosi

“Sperando che non dovremo in seguito fare più commemorazioni, la giornata di domani deve essere un momento di riflessione profonda da parte della comunità oplontina – ha commentato Amleto Frosi, presidente della Casa della Solidarietà – La cultura della mafia purtroppo a Torre non è stata sconfitta e pochi passi avanti sono stati compiuti in tal senso. Basta pensare che ancora oggi molti imprenditori che hanno denunciato il pizzo, in sede processuale cambiano le loro deposizioni fatte in fase premilitare e, pur di non mettersi contro chi gestisce la criminalità organizzata, rischiano quattordici mesi di galera con l’accusa di calunnia”.

Un quadro non proprio lusinghiero per una città che cerca di rialzarsi e di puntare sullo sviluppo economico e industriale.

Ciro Alfieri

“La camorra si combatte con azioni di contrasto concrete e questa amministrazione sta lavorando in questa direzione fin dal suo insediamento – spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Ciro Alfieri – Negli ultimi tre anni abbiamo rimesso al servizio dei cittadini i beni confiscati alla camorra assegnandoli a chi ne aveva bisogno, abbiamo licenziato camorristi che lavoravano nella pubblica amministrazione e, non ultime per importanza, abbiamo intrapreso una serie di attività in collaborazione con gli istituti scolastici e religiosi per recuperare i ragazzi dalle strade, vedi il progetto di educativa territoriale con i salesiani che, ogni giorno, lavorano a stretto contatto con circa 150 giovani che vivono in condizioni disagiate”.

Giosuè Starita

“Esiste un’anticamorra chiacchierata e una reale e concreta. La vera sfida non è strillare, ma creare una sinergia con associazioni, parrocchie e scuole che aiuti a diffondere una cultura diversa da quella che oggi è largamente diffusa e che si regge sull’alibi che ‘purtroppo la camorra c’è’ – aggiunge il sindaco Giosuè Starita – Torre Annunziata è stata la prima città italiana a fare in modo che gli appalti pubblici fossero assegnati con procedure riservate alle imprese locali, per dare un aiuto a chi vive e lavora sul nostro territorio. E stiamo parlando di interventi pari a 1,2 – 1,4 milioni di euro all’anno”.

E in merito agli attacchi subiti nelle ultime settimane da ex dirigenti replica: “E’ inutile soffiare sul fuoco senza concretezza, perché significa delegittimare la classe politica. E’, invece, il momento di mettere in campo una politica seria e leale”.

(Foto di Paolo Borrelli)

 
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