Oggi ricorre l’anniversario della tragica mattina del 21 Gennaio 1946, quando treno merci carico di munizioni esplose nella cittadina di Torre Annunziata, provocando morte e distruzione nei quartieri a ridosso la linea ferroviaria.

“Tutta la zona portuale ed i popolosissimi rioni degli operai e dei pescatori rimasero completamente distrutti. Cumuli di contorte macerie indicano il luogo dove sorgeva la Stazione Marittima, i Magazzini Generali, la palazzina dei lavoratori del porto. Uno straordinario convoglio di 27 carri ferroviari carichi di munizioni di alto esplosivo sostò nella stazione marittima la sera del 20 Gennaio 1946 per ignota destinazione perché pericolosi, essi nascondevano un terribile flagello - riportarono le cronache e i documenti dell’epoca, molti dei quali custoditi nella Basilica dell’Ave Gratia Plena - Difatti il 21, giornata primaverile e piena di sole, mentre tutto era calmo e nel pomeriggio i nostri marinai si ritiravano dalla pesca per assidersi alla mensa familiare mentre le strade del nostro paese prendevano il consueto aspetto dell’ora di svago dopo il lavoro e mentre in chiesa si concludeva la festa di Sant’Agnese, protettrice delle figlie di Maria. Alla solenne benedizione, un grande fragore preceduto da sfolgoranti lampi mandava in frantumi tutti i vetri sia della parrocchia che delle abitazioni vicine. Atterriti ognuno, ignari si domandavano la causa di quei boati formidabilissimi e si cercava di fuggire: erano le ore diciotto. Quando ecco un lampo dopo un altro rombo e lampone di luce allarmò tutti i cittadini. Dalle allarmistiche voci si apprese che i 27 carri contenenti munizioni di alto esplosivo erano scoppiati: quindici rimasero fra l’incendio e dodici spinti sul binario si fermarono incolumi nella stazione di Torre Centrale. Le guardie accorse sul luogo del disastro invitavano tutti a fuggire. Intanto un altro fragore seguito da rombi e da lampi accrebbe più il panico e da tutti si prese la fuga. Con questa terza ondata si ebbe la rottura dei cavi elettrici. L’esodo di questa fuga è terrorizzante. Tutti inorriditi invocavano la Madonna della Neve affinché salvasse Torre e le loro abitazioni(…)”

“La mattina del 22, apparsa con un sole veramente foriero di misericordia e di grazie, manifestò il bilancio dell’orribile cataclisma. Fu un accorrere di autorità religiose, civili, politiche, militari sia per rendersi conto del immane disastro sia per apportare aiuti e soccorsi necessari per la città di Torre Annunziata. Fu un plebiscito di carità cristiana che tutti i cittadini delle diverse città limitrofe e lontane contribuirono a sollevare le miserie di tutti i sinistrati. Sorsero comitati per raccogliere offerte, sorsero uffici di distribuzione, né mancarono le visite all’ospedale civico insufficiente ad ospitare i feriti. Le vittime del disastro giunsero a 56 per le quali s’innalzarono al Signore sacrifici e preghiere di suffragio e si volle innalzare una lapide di fronte alla Parrocchia portante scolpiti i nomi di tutte le vittime”.

Oggi in ricordo delle vittime, alle 18.00, nella basilica della Madonna della Neve sarà officiata una santa messa e dopo una corona di alloro sarà deposta sulla lapide commemorativa posta sulla facciata della stessa basilica.

(Fonte documentaria Vesuvioweb)

 
© Riproduzione Riservata
 

Nessun commento

Lascia un Commento