Intervista con Claudio D'Alessio

Dall’incubo scioglimento ai crolli nell’area archeologica, passando per l’emergenza rifiuti. Claudio D’Alessio non ha dubbi che questo 2010 sia l’“annus horribilis” del suo settennato da primo cittadino. L’ultimo episodio triste, il più tragico per la comunità mariana, è di due settimane fa: il tragico naufragio di uno yatch a Gaeta in cui ha trovato la morte Leone Mancuso insieme alla sua compagna Consiglia Iodice e al nipote Fulvio Castaldi.

Proprio con un ricordo personale di Leo Mancuso si apre l’intervista che il Sindaco ha concesso a Pompei Notizie poco prima dell’inizio delle festività natalizie. Dello scomparso 77enne D’Alessio ricorda la “limpidezza d’animo”, la “simpatia”, l’intramontabile “amore per il mare”.

Rindossati i panni del politico, ripercorre in piccoli flash l’anno che volge al termine. In primis l’insediamento a gennaio della commissione d’accesso il cui accertamento non produrrà alcuna conseguenza per l’esecutivo di Palazzo de Fusco.

“E’ la prima intervista – rivela Claudio D’Alessioche rilascio sull’argomento, giacché ho preferito tenere fin dall’inizio i toni bassi. Poi penso agli insegnamenti di mio padre nel vedere sempre il positivo di ogni situazione e in tal senso posso dire che ancora una volta esce sconfitto un modo di fare politica dalle nostre parti basato sulle calunnie, sul sospetto e sull’anonimato. Per il bene della città – conclude – queste persone devono rimanere in un angolo, perché gli stessi cittadini che mi hanno rinnovato la loro fiducia vogliono che si governi la città”.

Sui ritardi nell’attuazione del programma lo stesso non si schermisce, anzi rilancia il ruolo dell’opposizione che ha il compito di segnalare ritardi e guasti nella gestione del territorio, a patto che esca dalla condizione di isolamento.
Un’altra nota dolente arriva dai complicati, per certi versi inesistenti, rapporti con le altre due istituzioni chiave di Pompei: Santuario e Soprintendenza. Con quest’ultima qualcosa s’era mosso l’indomani della sua prima elezione a sindaco, ma senza produrre alcun risultato concreto per lo sviluppo della città.

Nel bilancio amministrativo del 2010 al primo posto mette la riconversione industriale dell’ex Aticarta grazie al progetto del centro commerciale “La Cartiera”, messo al riparo da infiltrazioni malavitose con il protocollo di legalità sottoscritto con le imprese coinvolte.

Ridurre il gap tra centro storico e periferie è l’obiettivo principe del 2011 con opere infrastrutturali e di rilancio produttivo che riguarderanno, da nord a sud, l’hinterland pompeiano. Per ripagare l’enorme fiducia confermata all’ultimo voto amministrativo, ammette che ci vuole molto di più. Il suo sogno è di coinvolgere il più possibile i cittadini nella gestione della res publica. Parafrasando D’Azeglio, si potrebbe azzardare che il suo scopo ultimo sia quello di “fare” i pompeiani dopo che, in ottant’anni e più, è stata fatta Pompei.

In questo sogno unitario non poteva mancare di rivolgersi alla Vergine del Rosario, l’unica che potrebbe riuscire in quella che ad oggi appare ancora una missione impossibile.

Il video integrale dell’intervista è qui

 
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