Poco distante dalla nota Reggia di Caserta, sorge un altro Sito Reale voluto da Ferdinando IV d’Aragona intorno al 1789. Il sovrano nutriva una grande predilezione per il colle di San Leucio, che sorge nei pressi del Parco Reale della Reggia: “per il silenzio e la solitudine atto alla meditazione ed al riposo dello spirito” diceva in un suo scritto; ma certamente più per la cacciagione e soprattutto per le belle e floride contadinelle che ivi risiedevano.
Si dedicò, allora,con grande impegno alla rivalorizzazione del luogo iniziando col restauro del Palazzo del Belvedere, appartenuto ai vecchi feudatari di Caserta, i principi Acquaviva d’Aragona.

Nel 1775 un signore torinese vi aveva impiantato una piccola fabbrica di calze e veli di seta e da qui nacque nel sovrano l’idea della realizzazione di una città ideale che si sarebbe chiamata “Ferdinandopoli”

Fece ampliare il Belvedere aggiungendo una fabbrica per la manifattura della seta e, accanto alla reggia-filanda, fece costruire un ospedale, una scuola e case per tutti gli operai, disposte l’una accanto all’altra: prototipi delle nostre “villette a schiera”.
Fece costruire vialetti per i pedoni e separatamente la strada per carri e carrozze.
Il Belvedere ospitava al piano terra la scuola, l’abitazione del parroco, le officine per filare e torcere la seta e la stanza della tintura; al primo piano, invece, erano l’appartamento reale e le sale dei telai. Per la prima volta un re divideva i suoi appartamenti con gli ambienti degli operai nel clima di una normale convivenza.

Nei primi dell’800 la fabbrica si ampliò con la costruzione di una nuova filanda e di un coculliera per la preparazione dei bozzoli dei bachi da seta.
Ferdinando promulgò un codice di leggi che prevedeva l’uguaglianza sociale, l’istruzione obbligatoria, l’assistenza ad anziani ed infermi, la parità sul lavoro tra uomo e donna, il guadagno proporzionale al merito, il divieto ai genitori d’interferire negli affari di cuore dei figli, che potevano sposarsi solo se bravi nella lavorazione della seta e potevano allora beneficiare di una dote per impiantare una nuova famiglia.

Insomma una città ideale che purtroppo rimase solo un’utopia perchè i moti rivoluzionari che scoppiarono a Napoli nel 1799 portarono al tramonto ciò che Ferdinando aveva “tessuto” con tanta oculatezza.
Tuttavia i telai di San Leucio non hanno mai smesso di funzionare grazie all’intervento di alcune aziende private. Ancora oggi le sete leuciane sono tra le più preziose nel mondo.

 
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Commenti (3)


  1. molto interessante, grazie


  2. grazie a te, Diana, per aver visitato virtualmente questo sito; sarebbe bello se potessi andarvi di persona


  3. mi attiverò, non ti preoccupare – ormai sono incuriosita e poi….ho le gambe lunghe…..

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