Il parco reale della reggia vanvitelliana
Il parco reale della reggia di Caserta si estende per circa tre chilometri in lunghezza su di un’area di 120 ettari. Lo spettacolo che si presenta al visitatore appena uscito dall’androne principale della reggia è di una maestosità unica, con un panorama di prati, fontane, statue e alberi che si perdono a vista d’occhio fino alla cascata del monte Briano.
Iniziando il cammino verso il giardino all’italiana s’incontra la Fontana Margherita che tra pesci, rose, statue, palme e viottoli in brecciolino ci immette con due rampe laterali nel prato con la Peschiera, una grande vasca lunga circa 480 metri e larga 27 con una profondità che arriva fino ai 3 metri e prende acqua dalla Fontana dei Delfini; era la riserva ittica della reggia. Poco più avanti sempre percorrendo i viali e i prati del parco s’incontra la Fontana di Eolo, eseguita da più architetti con 28 statue che la circondano e rappresentano la furia dei venti contro i Troiani, mentre il progetto originale del Vanvitelli ne prevedeva ben 54 di statue.
Proseguendo il cammino s’incontra la Fontana di Cerere, opera di Gaetano Salomone in marmo di Carrara che raffigura nelle varie statue zampillanti d’acqua la Sicilia. Chiude la Peschiera la bellissima Fontana di Venere e Adone, adornata da statue che rappresentano vari momenti della caccia. Arrivati nel fondo del Parco del Re s’incontra la spettacolare Fontana di Diana e Atteone, opera di vari architetti dell’epoca, con la grande cascata che scende dal monte Briano con uno scorrere di 78 metri dentro la grande vasca con le statue di Diana da un lato e di Atteone dall’altro che sta per trasformarsi in cervo prima di essere sbranato dai cani.
Sulla destra della fontana c’è l’ingresso al giardino inglese realizzato nel 1762 da J.A. Grafer, famoso botanico anglosassone e voluto dalla regina Maria Carolina d’Asburgo, moglie di re Ferdinando IV su consiglio di sir W. Hamilton. All’interno del giardino si trovano varietà di piante e alberi provenienti da ogni parte del mondo ed è abbellito da laghetti e corsi d’acqua oltre al famoso Bagno di Venere e il Tempio Dorico. Le fontane del parco sono alimentate dall’acquedotto Carolino, che prede acqua a circa 40 chilometri di distanza nella Valle dei Maddaloni. Nel 1798 Hamilton fuggì da Caserta e la manutenzione del giardino fu curata dai suoi figli. Per la realizzazione del parco furono usate maestranze italiane, schiavi, mussulmani e carcerati provenienti dalle galere locali.
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ugo1951:
Molto interessante...stupende le foto che esaltano il luogo gia' bello di suo! :...
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Rosy76NA:
Belle foto. Dev'esser stato davvero suggestivo!...
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Rosy76NA:
Grazie!...
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Diana Cocco:
bellissime foto - ;)...
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SuperAdi:
Grazie a te Agnese per averle apprezzate, un saluto!...
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