A 50 anni dall’alluvione…
Oggi, a 50 anni dall’alluvione, il prossimo 4 novembre 1966, Firenze ricorda...
Firenze 50 anni fa, una città piegata dalla violenza distruttiva seguita allo straripamento dell’Arno il 4 novembre 1966: i morti, le chiese e i monumenti gravemente compromessi, le opere d’arte distrutte, i libri e i documenti danneggiati in Biblioteca Nazionale, la sofferenza dei fiorentini ma anche la presenza dei soccorritori e dei volontari, gli Angeli del Fango.
Ieri 4 novembre 2016 è stato ricordato, in tutta la città, questo periodo tragico della storia di Firenze.
A cura del Comune di Firenze il grande Raduno degli Angeli del Fango, i tanti volontari che da tutto il mondo vennero a Firenze dopo l’alluvione per dare una mano alla città; un consiglio comunale straordinario; la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella; la ricollocazione del restauro dell’Ultima cena di Vasari in Santa Croce e la sera una fiaccolata rievocativa da San Miniato a piazza Santa Croce, per ricordare quella analoga del 4 novembre 1967, a un anno dal disastro.
Qualche foto per fare un riassunto delle varie manifestazioni.
2-9 i titoli della Nazione;
3-4-7 nella Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi un percorso espositivo, curato da Fondazione Sistema Toscana, un confronto tra passato e presente;
5-6-10 Palazzo Vecchio in sala d’Armi filmati e foto d’epoca proiettati sulle pareti;
7 una installazione che permette di vedere l’acqua salire fino all’altezza di 6 metri in certe zone della città;
8 Piazza di Santa Croce, angolo con Via Verdi, sono poste vicine due targhe. Una, quella più alta, indica il livello raggiunto dall’alluvione del 1966; quella più in basso, cinquecentesca, ricorda invece l’alluvione del 13 settembre 1557.
Oggi, a 50 anni dall’alluvione, il prossimo 4 novembre 1966, Firenze ricorda...
18 ottobre 2016 21:05 / 2 commenti
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Commenti (1)
Viviana Bernardini (Senior) scrive:
Grazie Dominique di averci riportato a Firenze, con il tuo racconto sempre così essenziale e profondo; è quasi commovente ripensare agli Angeli del Fango, a quanto siano fondamentali la passione e l’impegno civile per superare prove altrimenti insuperabili.