Il 17 gennaio 2015, solennità di Sant’Antonio abate, ad Alberona, pittoresco paese dei Monti Dauni settentrionali, si è rinnovata la tradizionale e plurisecolare consuetudine di festeggiare il santo con l’accensione, in diversi punti del paese, di numerosi falò, “i fòche de Sant’Antòne” in dialetto locale.

Tale usanza del fuoco è di origine pagana, legata all’inverno e finalizzata a riscaldarsi collettivamente ed ad augurarsi raccolti più abbondanti e bestiame più prolifico, ma è stata poi tributata a Sant’Antonio abate in virtù delle sue capacità taumaturgiche contro l’herpes zoster (Fuoco di Sant’Antonio) ed altre malattie ed anche per il fatto che il santo è considerato il protettore delle campagne, degli animali, dei raccolti, dei contadini, degli allevatori, dei salumieri e dei macellai.

La preparazione di ciascuno dei falò alberonesi ha avuto inizio già alle ore 9 del mattino ed è stata curata da gruppi di più persone. Alcuni falò sono stati plasmati in modo tale da assumere forme particolari ed artistiche. E’ stato il caso dei due fuochi allestiti in Piazza Giuseppe Civetta, ai piedi della Chiesa di San Rocco, da parte dei membri dell’Associazione Culturale “Giovani nel tempo”. Di essi uno ha assunto la forma di un pavone e l’altro, di dimensioni maggiori, quella di un focolare domestico arricchito da pentole ed arnesi da cucina appesi sulla sua cappa e da un calderone sospeso al di sopra del braciere, all’interno dell’imboccatura. Degli altri falò dalle forme artistiche sono stati degni di nota quello allestito presso il Monumento ai Caduti, riproducente una barca a vela con i simboli dei Cavalieri di Malta, che furono per diversi secoli feudatari di Alberona dopo la soppressione dei Templari, nonché quelli riproducenti la capanna e l’automobile dei Flinstones che sono stati preparati nel centro storico, poco al di sotto della Chiesa Priorale, intitolata alla Natività di Maria Vergine.

Intorno alle ore 18:30, al termine della santa messa celebrata in onore di Sant’Antonio abate nella suddetta chiesa, i falò sono stati accesi e visitati da un’apposita commissione che li ha valutati per l’assegnazione dei premi. Presso i fuochi in fiamme hanno avuto luogo anche spettacoli di musiche e danze, sia popolari sia recenti, e non sono mancate le degustazioni di prodotti tipici della gastronomia locale. Oltre al divertimento dei paesani e dei turisti, durato fino a tarda sera, i falò più caratteristici sono stati premiati sia da parte dell’Amministrazione Comunale, in Piazza Giuseppe Civetta, sia da parte del Club Unesco di Alberona e del Rotary Club di Lucera, all’interno dell’Auditorium Comunale. In quest’ultima struttura si è anche svolto, intorno alle ore 20:15, l’evento “Le tradizioni popolari tra fede, storia e folklore”, che è consistito in una conversazione sul tema con mons. Luigi Tommasone, direttore dell’ufficio Beni Culturali della Diocesi di Lucera-Troia.

Il presente fotoreportage si correda delle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
il falò a forma di pavone e quello retrostante, a forma di camino, entrambi allestiti in Piazza Giuseppe Civetta dai membri dell’Associazione Culturale “Giovani nel tempo” (foto n. 1);
l’accensione del falò a forma di camino (foto nn. 2-3);
una riproduzione artistica di una barca a vela dei Cavalieri di Malta, per molti secoli feudatari di Alberona (foto n. 4);
il falò retrostante a tale imbarcazione, prima della sua accensione (foto n. 5);
il manifesto dell’evento (foto n. 6).

 
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