Dario Salvatori, giornalista, critico musicale e conduttore radio televisivo, ha presentato il 1º febbraio a Roma la sua ultima fatica “Il Salvatori 2014, Il Dizionario della Canzone”, in un’atmosfera festosa e conviviale a cui hanno partecipato esponenti del mondo televisivo e musicale italiano: Pippo Baudo, Renzo Arbore, Giancarlo Magalli, Roberto D’Agostino, Marco Molendini, maestro Pinuccio Pierazzoli, Marino Bartoletti.

Salvatori in questa ambiziosa opera, quasi enciclopedica, raccoglie più di dodicimila canzoni dal Settecento ai giorni d’oggi di ogni cultura, tradizione e genere musicale, dal rock alla psichedelica alla musica da films, con ampia panoramica della canzone italiana.

Come in un autentico dizionario ogni canzone catalogata per ordine alfabetico, che ne permette una facile ed immediata consultazione; ha una sua scheda in cui sono riportati la storia, i segreti, gli aneddoti e il giudizio dell’autore espresso da un numero di pallini come siamo ormai abituati a vedere per la valutazione dei film.

La presentazione del libro è stata condotta da Giancarlo Magalli che ha introdotto la serata dedicata a Salvatori come un’occasione per parlare di musica e non semplicemente dell’uscita di un nuovo libro e ringrazia gli ospiti in sala intervenuti alla serata dedicata, legati al mondo e alla storia della musica italiana Orietta Berti, Giorgio Calabrese, Adriano Aragozzini, Gianni Nazzaro, Pasquale Mammaro.

Il critico musicale e televisivo Marco Molendini nel suo intervento, che ha dato inizio alla presentazione del “Salvatori 2014″, esalta l’importanza di questo libro; si tratta infatti di più di dodicimila canzoni catalogate con numerosissimi dettagli relativi alla storia di ciascuna e pertanto costituisce un valido strumento per chiunque, amante della musica, voglia conoscere e approfondire la storia di ogni canzone.

Non è d’accordo, invece, sull’aver introdotto nel Dizionario un giudizio delle canzoni in quanto rimane una valutazione del tutto soggettiva dell’autore. Non si fa mancare, infatti, una bonaria critica relativa alla valutazione effettuata nel libro della canzone sudamericana “Perfidia”, a cui Salvatori ha attribuito due pallini come alla canzone “Essenziale” di Mengoni; Molendini commenta che tra i due pezzi c’è una notevole differenza qualitativa… Salvatori risponde dicendo che il giudizio espresso nel libro con i pallini non è stata propriamente una sua idea… ma è stato costretto a introdurla.

In conclusione per Molendini il libro è molto utile per colmare delle curiosità. Le canzoni ormai si ascoltano casualmente, a volte distrattamente, attraverso vari strumenti del web; difficilmente si ha modo di capire di che cosa si tratta e di conoscere la storia della canzone. Pertanto un dizionario della canzone in carta stampata diventa un valido strumento per chi ama la musica, che si completa al mondo web di oggi e alle nuove modalità di ascoltarla.

Pippo Baudo continua la presentazione del “Dizionario” facendo i complimenti a Salvatori per il suo libro: “perché non è un’opera inutile”, in genere si dice che la canzone è solo una canzonetta e si tende a svalutarla; in realtà la canzone può essere molto di più, può raccontare la storia di un paese e anche solo attraverso le canzoni di un paese puoi raccontare la vita di quel paese!
Renzo Arbore a sua volta esordisce con: “ho partorito io Dario Salvatori” e racconta gli esordi di Salvatori quando era uno oscuro scribacchino di una rivista giovanile e Arbore gli chiese: “perchè non fai il circostanziato?” Chi è il circostanziato? È quello che in ogni evento della musica aggiunge le circostanze, colui che cura i dettagli minuziosamente… ed è in questo modo che il Salvatori iniziò la sua carriera… iniziò ad occuparsi dei dettagli nella musica.

Il giornalista sportivo Bartoletti nel suo intervento esprime ammirazione per il “Dizionario”, che ha ancora il sapore delle vecchie enciclopedie in carta stampata, in un’epoca dove l’informazione è veicolata dal web, in quanto non è semplicemente un libro di musica e di canzonette ma un libro di storia. “C’è la storia di questo paese guardato in filigrana”, e in modo sarcastico propone che in questo momento di scarso acculturamento dei giovani diventi un testo nelle scuole, nei licei.

Non manca la caccia alla canzone non riportata nel “Dizionario”! Bartoletti evidenzia che non c’è la canzone “Sugli sugli bane bane” di un grande cantautore italiano Roberto Vecchioni e “Lui andava a cavallo” di Gino Bramieri e Arbore interviene, ricordando una grande dimenticanza: nel dizionario mancano tutte le canzoni tradizionali a doppio senso, in particolare quelle romane!
C’è da aspettarsi l’uscita di un aggiornamento dell’opera o come ha riferito lo stesso autore un “Salvatori 2015″ per tutte le canzoni che non sono presenti nel Dizionario attuale e che verranno via via segnalate all’autore. Si apre quindi una vera e propria caccia alla canzone mancante nel Dizionario!

Dario Salvatori interviene per dare risalto al fatto che nel suo “Dizionario” ha riportato la musica da film, spesso trascurata e saluta Massimo Morricone

Ultimo arrivato Roberto D’Agostino, che si è fatto attendere, e che conclude la presentazione del “Salvatori 2014″ commentando: “Dario appartiene all’UNESCO, patrimonio dell’umanità, che va protetto e salvaguardato. Personaggi della tipologia di Dario non nasceranno più, lui è l’unico, poi hanno buttato il marchio… Dario va messo in una teca e conservato insieme a tanti cimeli, la parrucca di…, il dentifricio di Elvis…. e come si dice allo stadio… Dario grazie di esistere”.

Non rimane che augurare a tutti buona lettura e chissà se la storia della canzone italiana può veramente insegnarci qualcosa di più riguardo al nostro paese e alla coscienza del popolo italiano in un momento storico in Italia di disorientamento sociale, culturale e politico. Una rivisitazione delle nostre radici per proiettarci oltre, verso il nuovo, con la consapevolezza di tutto ciò che siamo stati come popolo e come nazione, ricordandoci che siamo stati e siamo un popolo capace di creare musica e poesia qualuque cosa accada.

 
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