Domenica 2 febbraio 2013 ho trascorso un’interessantissima mattinata organizzata dall’Associazione Culturale Assodipendenti – Terramia.
Ho visitato il MAMT – Museo Mediterraneo delle Arti, della Musica e delle Tradizioni, ubicato in Via De Pretis, 130 (Napoli) nella sede della Fondazione Mediterraneo in un’ala dello storico edificio dell’ex Grand Hotel de Londres, dove hanno alloggiato importanti personalità quali Enrico Caruso e Winston Churchill, a cui è dedicata una Sala del Museo (foto 2), ricavata nell’originaria suite dove soggiornò lo statista e dove è possibile anche alloggiare e alla cui parete vi è “L’ultima cena napoletana”.

Il MAMT, il cui simbolo è il “Totem della Pace” di Mario Molinari (foto 1), è un museo unico nel suo genere con ben cinque piani di esposizioni.

Tra i tanti reperti, oggetti, video e testimonianze degli oltre 40 paesi del Mare Nostrum potrete ammirare: i bozzetti dell’architetto portoghese Alvarez Siza della nuova stazione metro di Piazza Municipio; le opere di John Crown realizzate dal 1970 al 2013 (foto 3), le foto scattate dai più grandi fotografi di guerra a testimonianza della crudezza dei conflitti internazionali ma, anche, la speranza della ricostruzione di un mondo migliore insieme tra cui le foto scattate da Rima Maroun, fotografa libanese, di bambini ed adolescenti di fronte al muro che divide Israele dalla Palestina; la “Sala Preghiera” delle religioni monoteiste (foto 8 e 7) in cui vi sono il “Mihrab” (una sorta di abside che indica la qibla, ovvero l’esatta direzione di Mecca) e due scritti rari sul nome di Allah (“Dio Clemente e Misericordioso” e “Dio è grande ed unico“), Il Presepe di Ferrigno (foto 9), opere di Pietro e Rino Volpe (foto 4), pregiati “azulejo” (tipica piastrella ornamentale del portogallo) e pregiati lampadari portoghesi tra cui (foto 5) il lampadario presente nella stanza del Presidente della Fondazione Mediterraneo, la mostra “Stracciando i veli, donne artiste del Mondo Islamico” (foto 6), una riproduzione della Sfinge.

Non è solo un semplice museo da visitare bensì uno spazio attivo in continua evoluzione al cui interno vi sono le sale convegni, l’emeroteca, la biblioteca, la music hall (in cui è possibile ascoltare con una perfezione acustica il Flamenco, il Fado, il Tango, il Canto di Napoli, il Sirtaki, le Grandi Opere liriche, la Musica Araba ed i Classici di tutti i tempi), il ristorante, l’Euromedcafè, il MIP – Museo Internazionale del Pane e della Pizza dove sarà possibile degustare la pizza napoletana “olio e pomodoro” o “margherita”, il bookshop.

Non poteva che essere Napoli (foto 6 – panorama dalla terrazza), da sempre crocevia della cultura mediterranea, il luogo che accoglie il punto di incontro tra le varie culture euromediterranee.

Un GRAZIE ai paesi aderenti ed alla collaborazione dei principali organismi internazionali, a Michele Capasso, presidente della Fondazione Mediterraneo e a tutti coloro che con il contributo volontario hanno reso possibile la realizzazione del MAMT, a coloro che continueranno a contribuire e ad Assodipendenti Terramia – la prima associazione che ha promosso la visita al museo ed ha permesso di svolgere questa visita indimenticabile.

 
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Commenti (2)


  1. Tempo inclemente, domenica scorsa: non vi sono più andata. Ma in avvenire non mancherò di visitarlo!


  2. Ottimo fotoreportage, Rosy! Come sempre, attenta e sensibile nel trasmettere lo spirito dei siti che analizzi con foto e testo accattivanti.

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