Anche il 2013, puntualmente ad ottobre, ha visto realizzarsi la ormai consueta “FAIMARATHON”: la maratona che si corre con gli occhi, come suol dirsi.

Il percorso, questa volta, è stato alquanto impegnativo poiché, dopo aver visitato il complesso conventuale della Certosa di San Martino (chiesa, chiostro grande, museo delle carrozze ed antiche imbarcazioni, reparto presepi con il più famoso del Cuciniello), abbiamo intrapreso dapprima il percorso dei giardini ai piedi del convento, per poi portarci, lungo la Pedimentina costituita da oltre 400 gradini, dalla “Napoli su” alla “Napoli giù” fino al quartiere di Montesanto.

La passeggiata nel giardino si snoda tra il verde dei pergolati ancora carichi di grappoli d’uva, tra pioppi, melograni ed estesi vigneti posti al di là del muro di cinta.

Il panorama mozzafiato, che abbraccia tutto il golfo a 180°, da Monte di Procida alla Reggia di Capodimonte attraverso il porto ed i grattacieli del Centro Direzionale, è davvero uno dei più suggestivi che offre la città partenopea.
Al centro si erge il “Vesuvio spione” sormontato da un batuffolone di nuvole bianche.
Una leggera foschia rende il tutto un po’ ovattato e suggestivo!

Proseguiamo tuffandoci nel percorso a gradini, talvolta a tornanti, per giungere con la Pedimentina fino alla maestosa Scala di Montesanto, realizzata nel 1869, che collega Corso Vittorio Emanuele al rione di Montesanto, costeggiando la ripida linea della funicolare.
Ultima tappa, il “Quartiere Intelligente“: ex fabbrica di guanti in via di ristrutturazione per adibirlo a luogo di manifestazioni sociali. Qui ci attende un complesso di quattro giovani musicisti che ci allieta con brani di musica popolare napoletana.

Lo scrittore Silvio Perrella, autore del libro “Giùnapoli”, ci ha letto un passo tratto dal suo testo:
“C’è un ragazzo che arriva a Napoli da straniero. Ad attrarlo è la grandezza della città, la più grande fino a quel momento conosciuta. Ha in testa strade lunghe e diritte di un paesino etneo vicino a Catania. Per abituarsi a Napoli, per cominciare ad amarla, il ragazzo cerca punti di orientamento, li perde, impara a «connettere» il su e il giù di quella che scopre essere una città verticale, ci si innamora a forza di musica”.

Nelle varie postazioni giovani universitari si sono assunti il compito di fare da guida dando delucidazioni ai gruppi di visitatori.

La partecipazione a questo evento è stata accolta dal pubblico con vero entusiasmo: nessuno si aspettava l’affluenza di oltre 1200 persone!

 
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