Grazie, visita al Santuario
Il santuario della Beata Vergine delle Grazie di cui si ha notizia già nel 1200 è una chiesa in stile gotico lombardo dedicata alla Beata Vergine Maria.
Edificata in posizione elevata su un ampio piazzale, domina le acque del Mincio che in un intersecarsi di canali ricchi di flora, fauna e numerose specie ittiche vanno a sfociare nel Lago Superiore della vicina Mantova.
All’inizio sulla collinetta chiamata prato Lamberto era stato edificato un altarino con l’immagine della Vergine ed era venerata dai contadini e dai pescatori che l’avevano eletta a loro protettrice.
Ben presto la fama del luogo ed i vari miracoli attribuiti alla Madonna raggiunsero anche Francesco Gonzaga che, verso la fine del 1300, fece costruire un tempio per grazia ricevuta quando cessò l’epidemia di peste che aveva colpito Mantova.
Negli anni seguenti numerosi grandi personaggi fecero visita al Santuario che grazie alle generose donazioni potè essere ampliato. Tra le visite più importanti quelle dell’Imperatore Carlo V e del Papa Pio II.
Numerose sono le opere d’arte che costituiscono il patrimonio del Santuario, quadri, affreschi, statue e numerose cappelle realizzate da famosi artisti sono una ghiotta occasione per gli appassionati visitatori che apprezzano queste opere.
Ma ciò che colpisce maggiormente chi entra in questo luogo sono i manichini collocati nelle nicchie della navata in posizione elevata
Attribuiti a Frate Francesco da Acquanegra, costruiti in cartapesta e gesso, sono a grandezza naturale, dipinti con coloranti mischiati col miele sono vestiti con stracci e stoffe, hanno attrezzi in legno ed alcuni hanno armature risalenti al 1400.
Rappresentano momenti di torture ed esecuzioni nei quali molte volte i condannati sono stati risparmiati per l’intercessione della Beata Vergine.
Nel 2000, anno del giubileo hanno subito un restauro poiché col passare degli anni e a causa dell’incuria versavano in condizioni disperate ed alcuni sono stati irrimediabilmente persi a causa dell’estremo degrado dei materiali corrosi dal marciume e dai topi.
Altro elemento che suscita stupore è il coccodrillo appeso con delle catene all’inizio della navata. Il rettile è vero ed è stato collocato agli inizi del XVI secolo forse per ribadire il concetto del demonio vinto dalla fede.
Come al solito però ci sono anche leggende, come quella dei due fratelli pescatori che furono aggrediti dalla bestia in riva al lago, uno fu ingoiato ma l’altro invocando la Vergine riuscì ad uccidere il coccodrillo e ad estrarre vivo il fratello.
Terminata la visita al Santuario si può fare una camminata nei verdi prati e nel parco adiacente la piazza con la possibilità di chiedere ad uno dei numerosi barcaioli presenti sul posto di fare un’escursione tra i canneti del Mincio e magari spingersi fino alla vicina Mantova per godere di una visione paesaggistica inconsueta.
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Vincenzo491:
Complimenti!...
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Viviana Bernardini:
Parole e immagini che restano impresse; grazie Vittorio per averci fatto conosce...
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Justinawind:
Ottimo...
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Diana Cocco:
complimenti per la nomination...
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Diana Cocco:
bello e belle foto ---bravaaa - buona domenica...
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