In un pomeriggio di settembre di due anni fa, Milano fu sede della più grande “jam” di graffiti writing mai vista in Italia. Grazie all’Associazione Stradedarts si radunarono circa 250 writers che diedero sfogo alla loro vena artistica lungo il chilometro del grigio muro di cinta dell’Ippodromo di San Siro, in viale Caprilli.

Bombolette spray alla mano trasformarono un anonimo spazio in una festa di colori e forme, tema lo sport, ma come incatenare degli spiriti liberi ad un unico argomento? Ecco quindi un fiorire di soggetti, di tecniche, di forme.
Si va da figure degne delle visioni di Hieronymus Bosch, ai manga giapponesi, dai tag più estrosi ai trompe-l’oeil, con numerosi riferimenti a problematiche sociali e ambientali.

Il comune denominatore è un linguaggio artistico aggressivo, fauvista, che colpisce l’osservatore, che ricorre spesso alla raffigurazione di animali feroci o rettili, alle figure deformate, a contrasti cromatici che non possono lasciare indifferenti.

L’insieme dà una scossa ad una zona residenziale borghese che si colloca tra il Lido di Milano e lo stadio di San Siro che si anima solo in coincidenza delle partite di campionato, essendo l’ippodromo abbandonato da tempo e purtroppo preda di probabile futura speculazione edilizia.

I graffiti per ora sono ancora lì, impolverati dagli scavi per la nuova linea metropolitana, leggermente scoloriti dagli agenti atmosferici, ma del resto è nella stessa loro natura di “street art” il concetto di deperibilità e di consunzione. La speranza è che non spariscano inghiottiti da qualche ruspa sterminatrice di arte e ricordi.

Qui di seguito ho composto una piccola galleria dei lavori che mi hanno maggiormente colpita.

 
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Commenti (6)


  1. belle foto e ben scritto! molto interessante! :)


  2. a me piacciono moltissimo i graffiti e troverei giusto che il comune desse la possibilità di colorare così bene certi muri di periferia che trarrebbero solo vantaggio.Brava Rossella, molto bello.


  3. Pienamente d’accordo Paola, grazie!


  4. Ottima idea e ottimo fotoreportage Ross! :-)
    Mi piacciono molto i graffiti, anche io li fotografo quando sono freschi appena fatti. Peccato che poi dopo un po’ li ricoprono, ma grazie alle foto le opere non vanno completamente perse ;)


  5. Hai perfettamente ragione Agnese, la foto ha una’importante funzione archivistica.

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