6 aprile 2009 – 6 aprile 2012: tre anni dal tremendo terremoto che sconvolse L’Aquila e la sua provincia

Do la parola ad un’aquilana, che sicuramente meglio di me parlerà della Città che voleva volare…

“VENITE ALL’AQUILA (dedicato ai turisti)

Venite a vedere cosa fa male all’anima. Venite a vedere le pietre che parlano, sussurrano o gridano. Erano frontoni, architravi, basamenti, capitelli. Venite a vedere quelle finestre che hanno per muro il cielo e che resistono ancora come una preghiera disperata. Venite a sentire il silenzio e il freddo dei vicoli, anche in piena estate: gli armadi che ancora si intravvedono dietro i tramezzi ostinati che continuano ciecamente a sorreggere l’inutile.

Venite a vedere i telefoni delle docce penzolare nel vuoto, i quadri storti eppure ancora appesi ad un pezzo di muro; la carta da parati staccata e aperta sul vuoto; gli stendini dei balconi con i panni ormai anneriti, le bandiere della pace a brandelli. Venite a vedere come debordano dai muri di cinta le piante non potate, le schiere insolenti della parietaria che avanzano sulle macerie, l’erba che cresce davanti ai portoni chiusi delle case, tra i ciottoli dei vicoli che nessuno calpesta più.

Venite a vedere quel caro piccolo disordine sparso un po’ dovunque, dettagli di una vita abbandonata in fretta, un attimo prima che si spalancasse l’inferno. Dopo aver visto tutto, sbirciato fra le transenne dell’unica strada aperta nel centro (come una ferita) potrete parlare di noi e della nostra città. Potrete discutere di responsabilità, progetti, finanziamenti, ritardi, norme, tempi, cronoprogrammi. O forse non parlerete, per un po’. Continuerete a scattare foto pensando che il disastro non vi è sembrato così grande.Scattate tutte le foto che volete, ma testimoniate la verità. Date parole a quel poco che hanno potuto vedere i vostri occhi. Riferite che la nostra cocciuta ostinazione ha radici profonde. Che vogliamo tornare a viverci, nonostante tutto, nella nostra città morta e nei piccoli centri morti. E se qualcuno non vi crederà, ditegli di venire all’Aquila.
Non abbiamo altre prove a nostro favore.

Patrizia Tocci, il 18 agosto 2010

E’ ancora così… Oggi, 26 agosto 2011″

Ed io posso aggiungere che oggi è ancora così… 6 APRILE 2012

Foto:
1. Che dire… E’ la verità.

2. Le chiavi appese dagli abitanti del centro storico. “Queste sono le chiavi delle nostre case appese alle transenne come le nostre speranze”.

3. Testimonianza.
“La forza della fede e dell’amore.
Pettino, 06/04/2009
Ero immobile, schiacciato dalle macerie, bloccato,
rassegnato
Ma arrivasti tu…..
Dimmi France’ chi ti diede forza per sollevare da
solo e a mani nude un peso di oltre due quintali?
Grazie Francesco. Grazie figlio mio”.

4. Una casa distrutta a tre anni dal sisma, con le macerie ancora non rimosse.

5. Le scale di una vietta… qui ci giocavano i bambini, passeggiavano gli innamorati… Ora crescono le erbacce…

6. Uno dei vicoli del centro storico. Vuoto e silenzio. Silenzio e vuoto.

7. Attraverso una finestra di una casa.

8. Unico rimasto a penzolare nel vuoto…

9. “Riprendiamoci la città” – il sogno degli abitanti del centro storico.

10. Il testo di Patrizia Tocci usato nel fotoreportage

 
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Commenti (17)


  1. bel reportage!


  2. Bel fotoreportage molto veritiero e “toccante”.


  3. una testimonianza di grande impatto,un fotoreportage che attinge ad emozioni forti…


  4. Molto toccante. Ci sono stata dopo il terremoto e ho anche un’amica che ancora , dopo tre anni, aspetta che le aggiustino il palazzo dove abitava. E’ veramente una vergogna. Aquilani, non arrendetevi!


  5. brava giustina – ottimo reportage


  6. Bello e sconvolgente … ci hanno fatto credere che era tutto a posto … maddechè …. :(


  7. Vi ringrazio.
    @Mario: infatti… è quello che è spaventoso.
    Il silenzio nei media sull’argomento.

    Quando sono andata a L’Aquila a fine novembre dello scorso anno ho subito uno shock nel vedere lo stato in cui versa il centro storico. Per carità, la ricostruzione di alcuni palazzi importanti prosegue, ma è una goccia nel mare del bisogno… una buona parte dei palazzi è inagibile, puntellata – come viene chiamata la cosa – messa in sicurezza, ma ci sono ancora tanti edifici non puntellati, con delle macerie.
    E sappiamo benissimo che da mettere in sicurezza a ricostruire ce ne vuole… :cry:


  8. Grazie per questa testimonianza, immaginavo che dopo qualche mese li avrebbero dimenticati, successe la stessa cosa a Colfiorito anni fa… :(
    Ottimo reportage ed ottima iniziativa di sensibilizzazione, spero che in tanti prendano esempio da te e riportino sui media questa cruda realtà…


  9. bravissima Giustina, davvero toccante!


  10. Ieri e oggi la troviamo così questa città fantasma che dopo il terremoto continua ad essere tradita dall’oblio e dalla crisi.
    La troveremo così, forse, per tanto tempo ancora… ma speriamo che non muoia anche la speranza della sua rinascita.
    Un tributo doveroso e rigoroso a L’Aquila.
    Grazie.


  11. Mancavi da tanto alla sezione fotoreportage e sei tornata con una testimonianza di grande valore. Grazie per questa bella, seppur dolorosa, pagina di vita.


  12. Toccante testimonianza di un grosso problema. Speriamo che le cose possano migliorare in tempi brevi. Che la buona volontà di tutti quelli che possono fare qualcosa sia manifesta e porti a soluzioni rapide ed efficaci.


  13. Giustina, un’incisiva testimonianza, che dire? E’ una vergogna per un paese civile.


  14. Vi ringrazio.

    @Marcello: ho fatto tanti fotoreportage… solo che non trovo mai tempo di inserirli :(


  15. Complimenti anche per questo reportage Justina. E’ un territorio che conosco bene e che amo. Anche io ho una serie di immagini dello stato dei luoghi a distanza di tre anni dall’evento. Ottimo anche il testo che accompagna le fotografie. Un saluto. Mario


  16. Justina, siamo a cinque anni e mezzo dal sisma e L’Aquila è ancora come l’hai mostrata tu!


  17. Grazie per info Kris…io da due anni che manco lì… è terribile, è una città dimenticata

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