Oggi pomeriggio si è svolta per le vie di Como la tradizionale processione del Venerdì Santo con il Santissimo Crocifisso.

Il Crocifisso lega la propria storia a quella dei pellegrinaggi giubilari e, in particolar modo, al Giubileo del 1400. La tradizione vuole, infatti, che sia giunto a Como nell’anno 1401, come dono di un gruppo di pellegrini. Per i Comaschi è un momento di forte commozione la partecipazione a tale processione con il “Crocefisso”.

Ecco come lo storico del XVII secolo Giovan Antonio Cassina ricorda l’episodio del miracolo, avvenuto centocinquant’anni prima, nel suo Notizie del Santo Crocifisso dell’Annunciata del 1686:
«La sera del giovedì santo uscirono i confratelli della Santissima Annunziata processionalmente con il loro crocifisso per visitare le sette Chiese, conforme al devoto costume dei fedeli in memoria dei dolorosi passi del Redentore. Giunti verso le quattro ore di notte al Ponte di San Bartolomeo, ora detto di San Sebastiano, per portarsi alle Chiese di Santa Chiara e San Rocco, trovarono ivi chiuso il varco con due grosse catene, una sovrapposta all’altra, che formavano valido ostacolo all’impeto delle scorrerie nemiche a cui soggiacevano le vicinanze di questa città. Qui fermossi alquanto la processione, aspettando due dei confratelli inviati dal loro priore Giovan Antonio Grassi, al Capitano di guardia Lazaro Magni, a chiedere le chiavi per aprire le catene e ritornati con la negativa; quello che portava il Crocifisso, nominato Bernardino de Badinazzi, risolse di passare sotto la catena superiore, poiché l’altra più bassa, alzando alquanto il passo, agiatamente si superava, e perciò inchinando la croce, ecco la catena superiore per terra, svelta da forza invisibile dal saldissimo muro di sassi quadrati in cui stava con gagliardo “anellone” impiombata».

Oggi l’Anellone del miracolo, è al suo posto, e non c’è passante che non gli renda omaggio (foto), nel chiostro della chiesa è custodita la lapide originaria che ricorda il miracolo, come pure un graffito che rappresenta la città di Como nel XVI secolo (foto).

 
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Commenti (3)


  1. wei cumpà, vedo che il vescovo ti ha dato la benedizione nel fargli la foto.
    buona pasqua


  2. Ciao Giovanni, tu che sei esperto, non capisco come mai non c’è la foto più importante, il Crocefisso, a presto domani gli auguri.


  3. molto interessante
    bravo Bagli e Buona Pasqua

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