Un regalo di guerra…
Nei pressi del Passo della Futa importante via di collegamento prima dell’apertura del tratto appenninico dell’Autostrada del Sole, ora utilizzato principalmente dagli abitanti dei paesi limitrofi e dai motociclisti, si erge il Cimitero Militare Germanico di Firenzuola.
L’opera si estende su un territorio di circa 12 ettari ed un muro di pietra arenaria avvolge la montagna fino alla cima dove, con lo sguardo si può scorgere il monumento principale.
Una bellissima opera architettonica disegnata dall’architetto tedesco Dieter Oesterlen, e costruita dal governo Tedesco in onore dei loro caduti e dispersi sui campi di battaglia italiani.
Quando ho visitato questo cimitero, sono rimasto molto colpito, prima dalla sua immensa estensione, poi dagli spunti fotografici che l’architettura dell’opera da li a poco mi avrebbe ispirato.
Ma iniziando la passeggiata seguendo il muro di arenaria che arriva alla cima, ho cominciato spinto dalla curiosità a leggere le tantissime lapidi e mi sono reso conto ad un tratto che i militari sepolti erano tutti ragazzi giovanissimi, dai 18 ai 25 anni, con qualche punta rara di 35.
Ragazzi che non sapevano nulla ancora della vita, che probabilmente non avevano ancora incontrato il loro primo vero amore, strappati alla loro giovinezza e mandati a combattere e morire per qualcosa che non sapevano neanche.
Ho continuato la sessione fotografica con un atteggiamento rispettoso ma purtroppo velato di tristezza. Dopo questa visita ho riflettuto e mi sono ritenuto molto fortunato in confronto a tutti quei ragazzi sepolti, ma allo stesso tempo mi sono sentito indignato e vergognato per come l’uomo ancora oggi per la sete di denaro e potere faccia ancora le guerre.
Guerra: una parola che non sarebbe mai dovuta essere coniata in qualsiasi lingua.
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Marcello Di Sarno:
Le tue immagini da sole rappresentano un profondo invito alla riflessione...la 7...
Commenti (1)
Marcello Di Sarno (Redazione) scrive:
Le tue immagini da sole rappresentano un profondo invito alla riflessione…la 7a in particolare è molto poetica. Condivido il tuo sentimento di tristezza di fronte a luoghi di questo genere e mi associo alla tua riflessione finale…