Fondato probabilmente dai Longobardi nel X secolo, l’antico abitato di Casamassima (BA) prende nome da una enorme casa padronale preesistente ad esso e facente parte di una vigna che fu oggetto di una compravendita nel 962, come riportato dal primo documento storico su tale borgo.

Coi Normanni Casamassima ebbe Guido da Venosa come primo feudatario. L’imperatore Enrico VI, padre di Fedrico II, lo diede alla famiglia Massimo o Massimi con l’obbligo di cambiare il loro cognome in Casamassima. Agli stessi il feudo di Casamassima ritornò con Corrado IV di Svevia dopo che suo padre, Federico II, glielo aveva tolto. Con gli Angioini il borgo ed il suo contado fecero parte del potente Principato di Taranto. A partire dal 1455 col matrimonio di Caterina Orsini Del Balzo (figlia dell’allora principe di Taranto) con Giulio Acquaviva passò a questi ultimi. Nel 1608 Casamassima fu comprata dall’ebreo portoghese Michele Vaaz, che tra l’altro fondò Sammichele di Bari, e successivamente passò prima ai De Ponte e poi, alla fine del XVIII secolo, ai Caracciolo di Vietri di Potenza che tennero tale feudo fino alla sua abolizione avvenuta nel 1806 da parte di Giuseppe Bonaparte.

Sotto i Normanni il borgo antico di Casamassima, che ebbe come primo feudatario, viene cinto da mura con ben 33 torri di cui ne rimarrano una decina nel XVIII secolo e solo una, sita nella sua parte orientale, ai giorni nostri. In origine le porte che davano accesso al borgo erano due: la Porta del Lago e la Porta del Molino o della Piazza. Un terzo ingresso urbano, la Porta Nuova fu aggiunta nel XVIII secolo dai De Ponte, feudatari dell’epoca, sul lato nord delle mura.

La Porta della Piazza oggi è l’unica superstite delle tre e costituisce il principale ingresso al borgo antico ed oggi presenta il lato esterno, che dà su Piazza Aldo Moro, rifatto nel 1841 (per iniziativa dell’allora sindaco Donato Amenduni jr.) dall’architetto locale Angelo Michele Pesce che aggiunse la troncopiramidale torre dell’orologio, coronata dalla cella campanaria. Da allora la porta si chiamò Porta Orologio.

Dal punto di vista urbanistico il borgo antico non presenta più le mura perchè esse furono demolite nel corso del XIX secolo per far posto alle nuove abitazioni con le facciate rivolte verso il nuovo abitato che prendeva forma. All’interno dell’antico circuito murario il borgo presenta strade tortuose che delimitano gli isolati che sono organizzati attorno a delle corti a cui danno accesso delle stradine senza uscita chiamate chiassi. Sempre nel XIX furono aperte alcune nuove strade, tra cui Via Chiesa e Via Sirena, per raccordare il borgo antico a quello nuovo.

Le abitazioni del borgo antico presentano in facciata i mugnali, scale esterne che collegano il “sottano”, locale al pian terreno, al sovrastante “soprano” che era illuminato da un unica finestra con mensole laterali che denunciano un’influenza dalmata. Inoltre molte abitazioni presentano le facciate tinteggiate di celeste e tale colore è dovuto alla presenza di alluminio nell’intonaco a base di calce, che aveva la funzione di disinfestare l’ambiente contro gli insetti come le zanzare.

Tra le emergenze architettoniche si annoverano: il Castello (XII secolo) o Palazzo Ducale che fu la sede dei feudatari a cui dà accesso il cinquecentesco portale bugnato a punta di diamante; la Chiesa Matrice di S. Croce, edificata nel 1321 e rimaneggiata più volte; il Monastero di S. Chiara, fondato come orfanotrofio nel 1573 e trasformato in convento delle Clarisse nel 1660; il Convento delle Monacelle, risultato dalla trasformazione del Palazzo De Bellis; la Chiesa di S. Michele, settecentesca.

Il presente foto reportage, realizzato dall’arch. Michele Nardella di San Giovanni Rotondo (FG), si compone, oltre che della presente descrizione, di n immagini che ritraggono nell’ordine: la Porta Orologio; la Chiesa Madre di S. Croce; Via S. Chiara; il Monastero di S. Chiara; l’ingresso del Castello col portale bugnato a punta di diamante; la Chiesa di S. Michele; un’abitazione celeste di Via Scesciola; uno scorcio di Chiasso Buongustai.

Le ultime due immagini si riferiscono alla 12^ Rassegna del Fotoamatore, organizzata dall’associazione Fotoclub Rocco Verroca, e tenutasi ieri (domenica 18 settembre 2011) nel borgo antico, presso il Convento delle Monacelle. Tali immagini ritraggono l’autore del fotoreportage con le sue foto in mostra e Diana Cimino, in arte Diana Cocco, fotoreporter ed utente senior di Rete Comuni-Italiani (anche lei con le sue foto in mostra), che l’autore stesso ha qui avuto l’occasione ed il piacere di conoscere e confrontarsi.

 
© Riproduzione Riservata
 
 

Commenti (4)


  1. Bravo Michele – bello il tuo reportage con le foto che valorizzano questo bel paese a pochi chilometri da Bari. E’ stato bello incontrarti – ;)


  2. Ci sei nel mio reportage :) e vedo che hai postato la foto che ti ho fatto con la tua cam;)


  3. Un fotoreportage nel fotoreportage…un’operazione pirandelliana :-)


  4. come siamo bravi :faccinaorgogliosa

Lascia un Commento