La malattia della Morte.
La malattia dell’Amore.
Già la locandina ci fa vedere questo doppio senso del titolo…
Cos’è la malattia della morte se non la malattia dell’assenza d’amore?

Dal 14 al 19 giugno a Casa delle Culture a Roma, in Via San Crisogono 45 (Trastevere) è stato coraggiosamente messo in scena lo spettacolo teatrale basato sul testo di Marguerite Duras “La malattia della morte” (del 1982, il più controverso, provocante e scandaloso fra i tre “Testi Segreti” pubblicato, per Feltrinelli in Italia).

Per la prima volta è stato rappresentato con protagonisti un uomo e una donna (Pino Calabrese e Letizia Letza) e non come al solito sotto la forma del monologo.

Una coppia. Una stanza d’albergo. Sullo sfondo il rumore dell’oceano.
Scenografia ridotta all’osso: un letto, una sedia e un tappeto per terra…
Lei nuda… e ascolta lui… le sue confessioni… e subisce le sue violenze, ma resta impassibile, infondo viene pagata per questo… un tot notti, durante quali Lui cerca di capire se stesso. E magari di guarire dalla malattia della Morte. Lei osserva e ascolta ponendosi a metà strada tra lo spettatore e l’amante-interlocutore.

Su maxischermo alle loro spalle scorrono le immagini dei loro pensieri più nascosti, immagini delle parti del corpo, immagini dei sorrisi e degli sguardi, immagini miti e piacevoli o scioccanti e disgustose…

I due mettono in scena un lungo rapporto non solo fisico, ma anche metaforico vissuto come un viaggio ai limiti dell’Eros.

Adattamento e Regia: Natachà Daunizeau
Attori: Pino Calabrese e Letizia Letza
Art Director Luci: Massimiliano Zaganelli
Immagini: Alfredo Fiorillo
Grafica e Scenografia: Marc Reynaud
Editing & Grafica Video: VisualDesigners
Mixer video: Samir Iacovone
Tecnico: Flavio Mainella
Organizzazione: Associazione culturale 28divino

Le foto della prima del 14 giugno:
1, 2, 3, 4, 5 e 7 – momenti dello spettacolo
6 – i due protagonisti con la regista (al centro)
8 – la locandina

 
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Commenti (11)


  1. La morte come l’assenza dell’amore… Molto intenso ed essenziale. Brava Diana!


  2. Nando… ora mi chiami Diana?


  3. Eccerto grazie a lei ho scovato questa chicca… A te gli applausi! :D


  4. bellissime foto Giusty, anche se il contenuto mi mette ansia….sti uomini sempre da capire!


  5. Uno “psico-reportage”. Brava Giustina.


  6. @Nando: questa volta ti perdono… :lol:

    Grazie a tutti per la visita. :)


  7. Un bellissimo lavoro, un argomento decisamente coinvolgente.


  8. Veramente interessante e devo aggiungere, corredato da splendide fotografie. Complimenti sinceri. Ciao. Mario


  9. Grazie mille Mario :)

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