Ritorna “a casa”, a Palazzo Vecchio, nella Sala Leone X, la “Chimera di Arezzo”, opera etrusca risalente al V-IV secolo a.C. che Cosimo I aveva scoperto ad Arezzo e aveva portato nell’edificio simbolo del potere mediceo. La scultura è stata concessa in prestito per un mese dal Museo Archeologico Nazionale in occasione del G7 della cultura ed è accompagnata da un busto in bronzo di Cosimo, realizzato sempre da Bandinelli, proveniente dagli Uffizi.
Fu restaurata nel XVIII secolo, quando fu ricostruita la coda a forma di serpente.

3 – la criniera e dietro il busto di Cosimo;
5 – su un’iscrizione sulla zampa anteriore destra, si legge la scritta TINSCVIL o TINS’VIL che significa “donata al dio Tin”, supremo dio etrusco del giorno;
6 – la coda a forma di serpente e la testa di capra sulla spalla.

 
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