Proseguirà fino al 4 giugno 2017, una suggestiva e interessante esposizione ospitata presso il Centro di Studi di Architettura Andrea Palladio, Vicenza.

La mostra prova a risolvere il mistero del volto di Andrea Palladio.
Sembra che il padre della Casa Bianca e di tante altre ville e palazzi famosi e conosciuti in tutto il mondo non abbia un vero volto.
La mostra curata da Guido Beltramini conduce il visitatore nei meandri di una storia che si è fatta leggenda, tra falsificazioni, equivoci e colpi di scena.

Come è possibile che il volto che siamo abituati a vedere in realtà potrebbe non essere quello autentico? Come erano le sue reali sembianze?
Ed è proprio da queste sconvolgenti domande che parte la mostra. Del più conosciuto architetto degli ultimi cinque secoli non esiste infatti un ritratto cinquecentesco.
Sappiamo che ne sono esistiti almeno due: un primo ad opera di un pittore veronese un certo Orlando Flacco ed un secondo attribuito a Tintoretto, ma di entrambi si sono perse le tracce.

Per questo gli inglesi nel settecento si sono inventati un volto del Palladio. Pochi anni più tardi gli italiani rispondono con un ritratto diverso pubblicato sulla guida del Teatro Olimpico del 1733. E via via un susseguirsi di dipinti del volto fino ai colpi di scena alla luce delle nuove scoperte negli Stati Uniti e Russia.

Il suo nome: Andrea di Pietro della Gondola, nasce a Padova il 30 novembre 1508, figlio di Pietro Gregorio detto della Gondola in quanto come mestiere il padre faceva il mugnaio e gondoliere, la madre si chiamava Marta detta la zota, zoppa. Andrea era figlioccio dello scultore e tagliatore di pietra Vincenzo de Grandi e nel 1521 Andrea inizia con un contratto di sei anni l’apprendistato presso un conoscente del De Grandi. Nel 1538 Andrea entra in contattato con il nobile vicentino Giorgio Trissino, letterato e architetto dilettante, il nobile apprezzando le doti di Andrea lo spinge a leggere libri di architettura e lo porta più volte a Roma dove Andrea, si cimenta a misurare e a disegnare le rovine degli archi, templi e teatri della città. Ed è qui che il nobile vicentino le impone un nuovo e antico nome “Palladio”.

Tornando al volto del Palladio dopo circa due secoli di ricerche un ritratto è stato trovato, potrebbero addirittura essere due e la mostra racconta la storia della caccia al volto dal Cinquecento a oggi.

www.palladiomuseum.org

Fotoreportage
Foto 1- Busti e medaglione di Andrea Palladio 1800-1850;
foto 2,3 – Leggere didascalia dipinto;
foto 4 – ritratto di architetto – datato 1541 – Londra The Royal Collection Queen Elizabeth II (notare la scritta sul pilastro);
foto 5 – busto del Palladio – John Chere XVIII secolo – Londra;
foto 6,7 – La Rotonda, plastico e trattato di costruzione;
foto 8 – leggere didascalia dipinto;
foto 9,10 Il ritratto trovato in Russia e il ritratto più famoso:
a sinistra, il dipinto è una vera scoperta ritrovato a Mosca dopo una caccia di 150 anni. Negli anni trenta del 1700 era di proprietà della Famiglia Capra e conservato alla Rotonda. Riprodotto nel 1733, divenne l’immagine ufficiale del Palladio. Dal 1849 se ne perdono le tracce. È ricomparso nel 2014 a Mosca in una collezione privata;

dipinto a destra: il più famoso
Il dipinto è conservato a Vicenza nella villa Valmarana ai Nani ma nel 1795 era in villa Godi, la prima opera del Palladio. È un vera e propria reliquia e la più importante immagine dell’architetto. Rubato nel 2014 e fortunatamente ritrovato. Si tratta comunque di una versione settecentesca dell’originale.

 
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