Parco Sigurtà: Gioca con le tradizioni d’Italia
In occasione della Festa del Papà ieri 19 marzo, al Parco Sigurtà di Valeggio sul Mincio è stata organizzata una giornata particolare e straordinaria.
Racconterò di questa spettacolare giornata trascorsa in un parco che con i suoi 10 km di percorso itinerario, ha ricevuto parecchi riconoscimenti fra i quali nel 2013 il Parco più bello d’Italia e nel 2015 il Parco viene premiato dal European Garden Award Secondo Parco più bello d’Europa.
Nel 2016 la Tulipanomania con la fioritura di oltre un milione di tulipani viene premiata come Fioritura più bella d’Italia e riconosciuta come evento di portata mondiale da Parksmania Award.
Le famiglie erano invitate a riscoprire i giochi di una volta con le tradizioni che affondano le radici nella cultura popolare italiana. Erano diversi i giochi antichi ai quali i bambini accompagnati dai genitori potevano partecipare e, credetemi, si è visto entusiasmo, divertimento, folklore. Da parte di adulti e bambini anche tanta curiosità!
Il nome di alcuni giochi sono in dialetto:
Piedritto:i birilli del Piedritto hanno origine antecedente al XV secolo, per giocare si utilizzano 12 birilli di cui 1 più grande. Lo scopo del gioco è di atterrare tutti i birilli lanciando una sfera di marmo appesa a una catena.
Sburla la roda: ossia spingi la ruota, due squadre composta ognuna da tre persone spingono delle rotoballe lungo un percorso. L’origine del gioco è legata al lavoro del mugnaio e riprende gli sforzi lavorativi di questo mestiere.
Corsa con la cannata: il nome della corsa è legato al recipiente in terracotta colmo d’acqua chiamato appunto “cannata”.
Trampolieri: in passato i pastori gli utilizzavano per sorvegliare gli armenti o attraversare gli acquitrini. L’antica tradizione dei trampolieri ha origine a “Schieti” località in Provincia di Pesaro e Urbino.
Corsa con le slitte della legna: un po’ in tutti i paesi montani con la slitta da legna una volta si trasportava ogni cosa soprattutto tornando dal bosco o durante la transumanza.
Tiro col cerchio: da una certa distanza si tirava un cerchio che doveva infilarsi in un asta di ferro.
Torototela: non è un gioco ma era un personaggio, una specie di poeta che con vari strumenti girava da paese in paese cantando, recitando filastrocche, raccontando sempre musicalmente storie o favole. Si creava così la letteratura degli analfabeti, in questo modo per secoli si tramandate anche delle memorie, un tipo di cultura diversa ma in certi modi più veritiera di quella dell’era di Internet.
Complimenti, ai figuranti, al gruppo folkloristico di Arpino, ai partecipanti dell’Associazione Giochi Antichi che con pazienza, ma soprattutto tanta passione hanno saputo far divertire bambini e adulti e dove per qualche ora ci si è dimenticati del telefonino, tablet, etc etc.
Complimenti e un grazie per quanto organizzato alla Famiglia Sigurtà, in particolare alla dottoressa Magda Inga Sigurtà, con la quale ho avuto il piacere ma soprattutto l’onore di scambiare due chiacchiere, ci hanno regalato una giornata portandoci indietro nel tempo con uno spettacolo nello spettacolo del Parco.
Fotoreportage:
Foto 1,2 – Sburla la roda = “spingi la ruota”;
foto 3 – Torototela = “il cantastorie”;
foto 4 – Piedritto = gioco con i birilli;
foto 5 – taglialegna
foto 6 – trampolieri;
foto 7 – corsa con la cannata;
foto 8 – tiro col cerchio;
foto 9 – corsa con le slitte;
foto 10 – gran finale con i figuranti.
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MAURY54:
Grazie ancora una volta Kris, per questo tuo apprezzato commento.
E già bei ri...
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Kris:
Bei ricordi: simili gare si facevano anche nel mio Molise nei giorni di festa. E...
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KETTYFA:
complimentissimi Danilo!!!!!!...
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danilo56:
Grazie, è una soddisfazione!...
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Massimo Di Bello:
Fotoreportage segnalato sulla galleria su Google+
https://plus.google.com/10978...
Commenti (2)
Kris scrive:
Bei ricordi: simili gare si facevano anche nel mio Molise nei giorni di festa. E si ripetono ancora oggi nella festa del Santo Patrono.
MAURY54 scrive:
Grazie ancora una volta Kris, per questo tuo apprezzato commento.
E già bei ricordi che andrebbero tenuti vivi.
Un caro saluto, dal Lago
Maurizio