manifesto rete 29 aprile

Hanno pagato il biglietto d’ingresso e una volta dentro hanno srotolato gli striscioni per informare il mondo sul loro disagio. Così si è svolta, stamane, all’interno dell’area archeologica la protesta di una rappresentativa di studenti, ricercatori e docenti di tre atenei campani: la Federico II e la Seconda Università di Napoli, l’Università di Salerno.

Le migliaia di turisti in visita all’area archeologica si sono trovati di fronte a scritte di questo tipo “Governo della distruzione pubblica, oggi Pompei domani gli atenei”, srotolati davanti all’anfiteatro. Contenuti ribaditi su alcuni volantini affissi agli ingressi degli scavi e distribuiti ai turisti nella versione multilingue.

Un’iniziativa che rientra nella campagna di mobilitazione promossa dalla Rete 29 aprile, cui aderiscono i ricercatori di quasi tutti gli atenei statali d’Italia che protestano in particolare contro i tagli all’università delle ultime due finanziarie e contro il ddl 1905S di riforma dell’università presentato dal Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e atteso domani dal voto finale della Camera.
Gli stessi protestanti hanno preso parte a una manifestazione di protesta negli scavi.

“Vogliamo il ritiro del Ddl Gelmini – dicono i ricercatori nella nota diffusa dall’Ansa – ma anche porre all’attenzione dell’opinione pubblica la questione del patrimonio culturale italiano, rappresentato dall’incuria e dal degrado degli scavi di Pompei e dell’ambiente campano”.

 
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