Daniele Corticelli

Trentadue giorni separano 1.345 comuni dall’election day del 15 e 16 maggio, che tra i capoluoghi di regione vedrà protagonista Bologna. Nell’ambito della rubrica sulle Amministrative 2011, Comuni-Italiani.it ha intervistato Daniele Corticelli, 37 anni, candidato a sindaco del Movimento Civico Bologna Capitale.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
Sicuramente la necessità di un rilancio della città attraverso un corposo piano di investimenti, nelle infrastrutture della mobilità innanzitutto e poi negli investimenti che portino a Bologna attività economiche. Soltanto con un forte sviluppo sarà possibile reperire risorse per attuare l’intero programma.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Essenziale far conoscere questi argomenti nel dettaglio ai cittadini. Siamo portatori di contenuti importanti e su questi chiediamo il voto. Il nostro programma descritto e illustrato sarà stampato in 130.000 copie e consegnato alla maggior parte delle famiglie bolognesi.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
Sviluppo e investimenti, riforma del welfare, ripopolamento della città con un riequilibrio del rapporto italiani–stranieri.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Abbiamo un programma intenso. Bisognerà correre per attuarlo in 5 anni figuriamoci in 100 giorni. Comunque nei primi 100 giorni degrado e sicurezza saranno gli aspetti di maggiore attenzione in quanto più visibili da parte dei cittadini, oltre che più sofferti.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Abbiamo fatto la scelta di collegarci ad un programma elettorale specifico e stringente. La squadra di governo dovrà innanzitutto essere in grado di metterlo in pratica. Competenza ed autonomia le parole d’ordine. I candidati della nostra lista elettorale comunque sono per un terzo donne e sono le prime in lista: sono i nostri capolista.
Un terzo della lista poi è sotto i 40 anni: il rinnovamento passa da nuove persone che si impegnano.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Siamo realmente orientati ad un grande sviluppo della green economy a Bologna. A partire dalla mobilità con la rete dei metrò in grado di far risparmiare oltre 150.000 TEP all’anno, alle stazioni di parcheggio e ricarica elettrica, alle autostrade del ciclo, fino alla rottamazione delle vecchie case energivore con premi urbanistici di 100% di superficie edificabile. Passando da una rivisitazione degli impianti comunali e dalla formazione professionale per far nascere aziende green.
Direi che è il programma più ecocompatibile fra quelli presentati…..

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
I recenti avvenimenti hanno evidenziato una grande vulnerabilità del nucleare ma soprattutto la necessità di valutare sia i costi postumi di smantellamento di una centrale a fine vita, il cosiddetto debito nucleare, ed oggi anche il peso economico “assicurativo” ovvero le enormi spese necessarie in caso di incidenti. Con questa metodologia di conteggio ritengo che il nucleare cessi di essere competitivo.
Per Bologna il nostro taglio programmatico è orientato sulla green economy. Non c’è proprio spazio per una centrale nucleare a Bologna.

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
In caso di guerra è indispensabile sostenere umanitariamente i profughi: non si discute. Ma questi non sono profughi sono normali migranti. E lo spazio di inserimento nei paesi occidentali non è infinito.
A Bologna il livello di immigrazione è stato troppo veloce (1-1,1 % annuo il tasso di incremento sulla popolazione) per arrivare all’attuale 13%. E’ quasi il doppio dei Comuni limitrofi. Nella fascia giovanile la presenza straniera è quasi al 30% della popolazione. Le nazionalità presenti sono 144. Di questo passo la coesione sociale è a forte rischio e anche il nostro sistema di welfare scricchiola.
E’ necessario interrompere il flusso migratorio e dedicarsi ad integrare chi già c’è. Noi prevediamo una stretta sulla concessione delle residenze e la sospensione dei sostegni a chi rifiuta di frequentare i corsi sulla lingua, Costituzione e cultura.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Sicuramente una risorsa. Ma il rilancio del territorio dipende soprattutto dalla qualità dell’Amministrazione non dal metodo amministrativo.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Riportare Bologna ad una centralità Nazionale ed Europea.

 
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