Mattia Pretti contro il Bonomi

Lo scudetto 2010-2011 del campionato di hockey su prato è stato vinto per il secondo anno consecutivo dall’Hockey Club Roma.

Comuni-Italiani.it intervista Enzo Corso, presidente della società di Roma.

Campioni in carica per la seconda volta consecutiva. Da dove viene questa forza?
La nostra forza è sicuramente il nostro progetto, basato sul vivaio, sul gruppo italiano e sulla compattezza del gruppo. Anche quest’anno abbiamo vinto con più di nove Under21 in rosa. Questo ci stimola e rende il gruppo sempre fresco.

Nella prima partita avete sconfitto il Club Polisportiva Valverde per 3 a 2. L’obiettivo stagionale è confermarsi ai vertici del campionato italiano?
Andiamo avanti per la nostra strada. Dobbiamo dire che dal 1999 ad oggi, oltre che vincere sei titoli italiani (il settimo era del 1991) siamo sempre arrivati nelle prime quattro. Sicuramente vorremmo rimanere in questo tipo di ranking.

Enzo Corso

La rosa è stata potenziata?
Per ora abbiamo confermato tutti ( a parte i due stranieri arrivati lo scorso anno per la seconda fase ) ed inserito due nuovi ragazzi provenienti dalle giovanili.

Avete anche impegni internazionali?
Come campioni d’Italia disputeremo la Coppa Campioni a Pasqua 2012 a Lille.

La serie A1 è un girone unico con 10 squadre. Quali sono quelle che si presentano con le maggiori possibilità di lottare per il titolo italiano?
Vedo molte squadre sullo stesso livello. Forse per esperienza e rosa di squadra un passo avanti Suelli e Bra. Poi tutte le altre.

E quelle che potrebbero non mantenere la categoria?
In questo momento mi sembrano leggermente inferiori Bologna e Valverde.

Quali sono le maggiori difficoltà dell’hockey su prato in Italia?
Sicuramente gli impianti e la scarsa visibilità. Senza impianti non si gioca, senza visibilità non si chiudono i bilanci …

La De Sisti Hockey Club Roma campione d'Italia 2010-2011

Il movimento hockeistico su prato italiano come si colloca nel panorama europeo e mondiale?
In Europa siamo nella seconda fascia sia con gli uomini che con le donne. Nel mondo un po’ più giù.

Come giudica la copertura mediatica del vostro campionato?
Per quanto riguarda la nostra squadra non è male, considerando che siamo i migliori di uno sport minore!! In genere direi, però, insufficiente.

Ai giovani piace l’hockey su prato?
Ai giovani piace molto l’hockey, ma dobbiamo portarglielo in quanto non c’è alcuna possibilità di incontrarlo in televisione o in giro per le città. Questo è il dramma di tutti gli sport minori …

il neozelandese Joel Baker

La crisi economica condiziona i programmi di una squadra di hockey di serie A1?
Moltissimo. Noi viviamo con contributi privati e pubblici. Ora non ci sono né gli uni né gli altri, quindi ci stiamo industriando per trovare altre soluzioni.

In una grande metropoli come Roma, come riuscite a ritagliarvi l’interesse di sportivi, tifosi ed istituzioni, considerando pure che tra A1 e A2 nella capitale ci sono quattro società?
L’ho detto prima. Noi abbiamo la fortuna di essere i migliori, seppure in uno sport minore. Quando si vincono tutti questi scudetti si entra per forza nei media e nella sfera delle istituzioni. Poi c’è da dire che abbiamo un buon ufficio stampa e siamo presenti nello sport capitolino a tutti i livelli.

Siete protagonisti anche di iniziative sociali?
Per quello che possiamo sì. Abbiamo in corso una bella iniziativa con l’ospedale Bambin Gesù e stiamo varando una squadra di hockey per disabili mentali da affiliare alla FISDIR.

 
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