Michela Furin

Tra una settimana, ballottaggio permettendo, potrebbe già essere noto il nome del diciottesimo sindaco della storia di Rovigo nell’era repubblicana. In questo rush finale di avvicinamento al voto amministrativo del 15 e 16 maggio, Comuni-Italiani.it ha intervistato Michela Furin, 42 anni, candidata a sindaco di Rovigo per il Movimento 5 Stelle

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
In primis il territorio soffre l’autoreferenzialità della classe dirigente, che ha evitato l’interfaccia ed il confronto con i cittadini per perseguire interessi avulsi dall’obiettivo del bene comune. Inoltre la spinta alla cementificazione è asfissiante per il territorio, e danneggia irrimediabilmente l’applicabilità di modelli di sviluppo virtuosi e duraturi.
Tutti gli interventi sono stati e vengono tuttora attuati senza alcuna programmazione di base, così che si rivelano incoerenti ed ingessano il territorio in quanto lo sottopongono a forze e direzioni di sviluppo contrastanti.
Quindi prima di tutto vi è la necessità di investire in una programmazione adeguata su diversi fronti: assetto urbano e rurale del territorio, risorse ambientali, mobilità sostenibile.
Un ulteriore spinta allo sviluppo e all’occupazione può derivare da una gestione virtuosa di un aspetto chiave delle città moderne: il ciclo integrato di gestione dei rifiuti e delle possibilità di reimpiego dei materiali in successive filiere commerciali.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Informando i cittadini su qual è la vera situazione attuale del Comune, e coinvolgendoli nella definizione delle priorità e delle criticità da inserire nel programma e alle quali dare risposta.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
• Adozione della partecipazione di cittadinanza, attori locali e gruppi d’interesse ai processi di pianificazione e decisionali come modello privilegiato di governance della città (es bilancio partecipato, trasparenza amministrativa);
• Adozione delle più moderne tecnologie, pratiche e conoscenze che perseguano l’obiettivo della sostenibilità nelle sue multidimensioni (sociale, economica, istituzionale ed ambientale) rispetto a rifiuti, mobilità, edilizia ed urbanistica, risorse idriche;
Rilancio dell’imprenditorialità attingendo alle risorse proprie del territorio (turismo culturale, agricoltura di qualità), in particolare delle frazioni (spesso trascurate ma ricche di possibilità di sviluppo) e non svendendolo a logiche imprenditoriali esterne (cementificazione selvaggia, insediamenti energetici altamente impattanti).

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Valutazione dello stato del bilancio e taglio degli sprechi: consulenze esterne inutili, premi per i dirigenti immotivati, ridefinizione dei mutui aperti dall’amministrazione precedente. Formazione di un’equipe volta ad intercettare bandi esistenti e sfruttarne le potenzialità attraverso progettualità innovative e competitive.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Le candidature vengono proposte su base volontaria, e discusse in modo collegiale. La differenza, rispetto alle logiche partitiche imperanti, del metodo e del modello politico a cui il Movimento fa riferimento porta molti giovani ad avvicinarvisi volontariamente. Tale forte presenza di giovani trova ampio riscontro nella composizione delle liste.
Per quanto riguarda le quote rosa non si è dovuto ricorrere ad alcun tipo di predeterminazione, in quanto, essendo all’interno del Movimento la società rappresentata nel suo complesso, e non essendovi vincoli gerarchici e verticistici che calino dall’alto le candidature, questa eterogeneità emerge anche a livello di lista.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Predisposizione di un Piano energetico comunale che preveda: mappatura energetica degli edifici esistenti (in primis quelli pubblici), valutazione degli interventi perseguibili, studio delle fonti di finanziamento (bandi europei e regionali, E.S.CO), monitoraggio del processo di attuazione degli interventi e della loro efficacia, resoconto all’esterno (cittadinanza, gruppi di studio e divulgazione) dell’operato.
Priorità ed interventi di risparmio energetico attraverso l’efficientamento degli edifici pubblici e di autosufficienza energetica tramite energie verdi. No al nucleare e No al carbone. No alle trivellazioni di idrocarburi.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
Il nucleare è una delle più grandi truffe che l’Italia possa trovarsi a subire. Nessuna centrale in nessuna parte d’Italia dovrà essere costruita.

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Nel 2010, aderendo ad un comitato, come Movimento ci siamo opposti alla costruzione dei CIE come strumento di controllo della questione immigrazione. I Centri di identificazione ed espulsione si sono già rivelati un elemento inefficace di gestione del fenomeno, mentre parallelamente acuiscono lo scontro e le tensioni sociali.
Il territorio di Rovigo non subisce contraccolpi negativi rispetto alla questione immigrazione. In un mondo globalizzato è impensabile controllare i flussi e gli spostamenti delle persone.
Capire i bisogni e le aspettative di chi, da paesi diversi, giunge nel nostro territorio è fondamentale per capire quali strategie adottare. Un servizio immigrazione “mobile” sul territorio che, a differenza delle attuali politiche che portano l’immigrato a nascondersi alla società, favorisca l’incontro e la mediazione culturale è il primo passo per conoscere il fenomeno, ed elaborare strategie che come obiettivo primario abbiano il mantenimento della coesione sociale.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Il federalismo municipale, legge nebulosa nonchè regalo “interessato”di Berlusconi alla Lega Nord, si prefigura come l’ennesimo trasferimento periferico di competenze senza adeguati strumenti per la loro copertura economica se non in ulteriore aggravio ai contribuenti del già pesante fardello fiscale.
L’IMU, l’imposta municipale unica, il principale tra gli strumenti introdotti dal federalismo municipale, una sorta di ICI uscita dalla porta e rientrata dalla finestra, con la sua aliquota oscillante tra un minimo del 7,6 e un massimo del 10,6, rischia di diventare una mazzata per imprese e cittadini.
Ci sarà un prelievo fisso del 21% con la cedolare secca sugli affitti senza aumenti Istat per i proprietari. Ancora, si sbloccherà l’addizionale Irpef con un aumento massimo dello 0,4% già sui redditi del 2010.
Tecnicismi a parte i dubbi vengono da evidenze sperimentate. Da quando si sono trasferite competenze (trasporti, sanità, scuola, ecc.) dallo Stato centrale agli enti locali non si può certo affermare che sia migliorata la qualità dei servizi o diminuiti i costi al cittadino. Credo sia sufficiente questo per legittimare seri dubbi sulla bontà della riforma federalista.
Per adeguati strumenti poi intendiamo quelli che non vadano ad incrementare la pressione fiscale esistente, ma vengano armonizzati con il decrescere della pressione fiscale statale laddove si applichi un’imposizione maggiore a livello locale.
E’ davvero accaduto qualche volta?

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Una Rovigo che abbia riscoperto il valore del bene comune, attraverso il lavoro congiunto di una classe dirigente responsabile e aperta al dialogo e di una cittadinanza consapevole. Inoltre una Rovigo che, avendo sperimentato l’efficacia di pratiche e modelli di sviluppo che puntano alla sostenibilità e all’innovazione, riesca a trovare la giusta condivisione attorno ad un modello di sviluppo che tuteli la qualità della vita delle persone.

 
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