Nella Brambatti tra due candidate al consiglio comunale

Oltre trentamila i cittadini di Fermo che potranno recarsi alle urne in occasione del voto amministrativo del 15 e del 16 maggio. In questa terza tappa marchigiana dello speciale sulle elezioni comunali, Comuni-Italiani.it ha intervistato Nella Brambatti, 62 anni, candidato a sindaco del Partito Democratico.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
• Restituire fiducia ai giovani perché possano trovare nel nostro territorio le condizioni per affermarsi professionalmente e socialmente;
• creare una città migliore per tutti riqualificando le periferie e valorizzando il centro storico;
• investire in cultura coinvolgendo tutta la città con iniziative innovative che diventino punto di riferimento anche a livello nazionale;
• garantire le fasce deboli della popolazione ma, soprattutto, ricreare quel clima di fiducia e collaborazione reciproca che è alla base di una comunità civile.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Privilegiando l’ascolto e il confronto costruttivo. La nostra campagna elettorale si è caratterizzata, sin da subito, come vera e propria “campagna di ascolto”, nel tentativo, speriamo riuscito, di riannodare un rapporto di fiducia con le persone, considerandole non come elettori bensì come cittadini. Per questo abbiamo affiancato a una capillare rete di incontri ed assemblee di quartiere il progetto “afFermo un’idea”, un modo originale per chiedere alla gente di collaborare alla individuazione delle priorità di programma. Hanno risposto in tanti, con idee spesso convincenti ed innovative.

I tre aspetti qualificanti del suo programma
Abbiamo assunto come parola chiave della nostra proposta di governo della città “Fermo, il bene comune”, per riportare al centro dell’attenzione i valori della condivisione, della partecipazione democratica, del confronto civile, del merito.
Sul piano urbanistico intendiamo perseguire una politica che privilegi la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente puntando a ridurre considerevolmente il consumo di suolo e incentivando l’adozione di elevati standard ambientali ed energetici nell’edilizia pubblica e privata.
Sarà determinante affrontare in modo convinto il progetto di una mobilità meccanizzata di accesso al centro storico a partire dal terminal, da anni abbandonato, sino a Piazzale Azzolino. Questi interventi, insieme a iniziative che prevedono incentivi per l’apertura di nuove attività da parte di giovani e artigiani e lo sviluppo di sinergie tra eventi culturali, attività commerciali e imprenditoriali, potranno innescare le condizioni per un rilancio complessivo del centro storico e, quindi delle attività commerciali ivi presenti.
Analoga operazione di valorizzazione andrà condotta nei quartieri e nelle coste nord e sud del territorio fermano, ciascuno con una propria vocazione, turistica, commerciale, di servizi, che andrà sostenuta e guidata.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Come prima cosa ricostruire un tessuto collaborativo con la macchina amministrativa: conoscere ciò di cui si dispone in termini di risorse economiche e di materiale umano. Mettere mano ad una seria riorganizzazione delle società partecipate.
Riavviare il dialogo con il mondo della scuola. Poi, da subito, dare linfa vitale al concetto di partecipazione democratica istituendo tavoli di lavoro con le associazioni nei diversi ambiti, dando seguito a quel proficuo rapporto e scambio di idee che ci ha portato a adottare il progetto “afFermo un’idea”.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Privilegeremo la competenza piuttosto che il dato anagrafico ed il genere. Non sempre l’età è sinonimo di novità, e viceversa. Lo stesso dicasi per il genere anche se, probabilmente, non sarò la sola donna nell’eventuale giunta che mi vedrà sindaco…

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Il tema della sostenibilità è fondamentale. Dobbiamo operare scelte le cui conseguenze non possono essere misurate su un arco temporale che si ferma alle prossime elezioni. Dobbiamo avere il coraggio di immaginare una prospettiva a lungo periodo perché le nostre decisioni vincoleranno le generazioni future per decenni.
Ecco quindi la necessità di incentivare tutte quelle attività che vanno nella direzione di salvaguardare l’ambiente e, al contempo, investire in nuove tecnologie, sensibilizzare i giovani alle tematiche del risparmio energetico e creare le condizioni per un vero e proprio “Patto per lo Sviluppo Sostenibile” che coinvolga Istituzioni, Università, Istituti di Credito, Enti Pubblici e parti sociali per realizzare servizi in rete, attivare politiche di Green Economy, facilitare la riconversione produttiva di aree e aziende dismesse.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
Per i motivi che sopra ho richiamato rispondo ovviamente no al nucleare. Penso che le tecnologie attuali non ci consentano una gestione efficace ed ecocompatibile dell’energia atomica.

Nella Brambatti


Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Il nostro è un territorio accogliente dove tanti immigrati hanno trovato di che vivere dignitosamente e crearsi una famiglia o “ricongiungersi”, come si suol dire. Certo, non mancano anche qui fenomeni di emarginazione, ma vi sono molti esempi di integrazione.
Una integrazione che va costruita a cominciare dall’età scolastica, privilegiando progetti che vadano proprio nella direzione di valorizzare le differenze in una comune visione di ciò che significa essere parte di una comunità, ma anche accompagnando le famiglie attraverso progetti di sostegno linguistico.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Una risorsa fino a che ciò non significhi completa alternativa alla presenza dello Stato. Devono esserci pesi e contrappesi, forme di garanzia che assicurino uno spirito di fondamentale solidarietà tra i vari livelli istituzionali. Perché in caso di disastri ambientali, come è purtroppo successo qualche settimana fa nel nostro territorio, non ci si trovi a dover affrontare le emergenze da soli. Altrimenti qual è il senso dell’appartenenza comune ad una nazione?

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Un paese migliore, con un territorio tutelato e non massacrato dalla cementificazione, in cui i cittadini si sentano solidali, responsabili e consapevoli, indipendentemente dalle appartenenze politiche e dalle identità culturali. Una città in cui viva bene chi ci è nato e chi ha scelto di viverci.

 
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