Luigi de Magistris

Il profilo del prossimo consiglio comunale di Palazzo San Giacomo sarà disegnato dal voto di circa 815mila napoletani, chiamati a recarsi alle urne il 15 e il 16 maggio. Nell’ambito di questa panoramica sui protagonisti delle Amministrative 2011, Comuni-Italiani.it ha intervistato Luigi de Magistris, 43 anni, candidato a sindaco di Napoli per l’Italia dei Valori.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
Su Napoli grava soprattutto un’emergenza ambientale, legata chiaramente anche alla cattiva gestione del ciclo dei rifiuti, che è divenuta oramai insostenibile. L’avvelenamento dell’ambiente, infatti, è stato funzionale ad interessi trasversali di politici collusi, incapaci e “prenditori” di soldi pubblici, non certo di veri imprenditori.
Proprio per questo, la mia prima delibera sarà sul tema dei rifiuti e volta a promuovere la raccolta differenziata porta a porta, su tutta la città, con l’obiettivo di raggiungere almeno il 66% di riciclo e il conseguente abbattimento dei costi. Il 66% di riciclo, infatti, rappresenta la media raggiunta dal progetto ‘pilota’ di differenziata già fatta a Napoli in vari quartieri. Inoltre, ci tengo a specificare che la prova dell’economicità della differenziata mi è stata fornita da un’analisi costi-benefici elaborata dal WWF, sulla quale abbiamo basato il nostro progetto.
Infine, bisogna effettuare e completare tutte le bonifiche necessarie per tutelare la salute dei cittadini, ad iniziare da Bagnoli, Napoli Est e Chiaiano.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?

La mia campagna elettorale è basata sui contenuti e sulle proposte concrete, non su promesse irrealizzabili. Per questo, il mio programma, pubblicato da tempo su www.sindacopernapoli.it, oltre ad essere stato arricchito dal contributo attivo dei cittadini dà indicazioni precise su come intendo portare a termine i progetti illustrati ed offre, quindi, soluzioni pratiche.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
L’aspetto qualificante è certamente la partecipazione. Come già spiegato, infatti, il mio programma è stato aperto alle proposte dei cittadini che, dando il loro diretto contributo, sono diventati protagonisti.
Ritengo, poi, che un ruolo centrale spetti alle politiche per la tutela dell’ambiente e del territorio, a quelle riguardanti la riforma della macchina amministrativa e alle politiche sociali. Un Comune inefficiente, infatti, è un costo occulto per cittadini ed imprese. Non a caso, la spesa sociale di Napoli è di 100 euro inferiore alla media italiana, proprio perché i soldi sono distratti a causa del clientelismo e delle inefficienze.
Dobbiamo rendere la macchina comunale efficiente e aumentare la spesa sociale per combattere quei problemi legati alla povertà e alla esclusione sociale di cui, purtroppo, ancora oggi soffre Napoli.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?

Lo deciderò insieme alla squadra del Consiglio comunale. Posso dire che tra le mie priorità ci sono l’ambiente, la cultura, la riforma del Comune, il lavoro, lo sviluppo industriale.
E’ ovvio, poi che un ruolo fondamentale è legato alla sicurezza urbana. A tal proposito, da un lato dobbiamo potenziare il numero degli operatori in strada e liberare le risorse per pagare gli straordinari, dall’altro dobbiamo promuovere politiche di inclusione sociale e politiche industriali che creino le condizioni affinché sul nostro territorio si torni ad investire con fiducia.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Giovani e donne sono due grandi risorse sottorappresentate sia in politica sia nel mercato del lavoro. Nella mia squadra, invece, il loro apporto sarà fondamentale. La mia Giunta sarà espressione della pluralità di cui Napoli è ricca, anche sul fronte delle generazioni e del genere.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?

Dobbiamo virare verso le energie pulite per centrare gli obiettivi Europa 2020.
Il Comune deve dare il buon esempio. Per questo, intendo avviare subito la solarizzazione e l’efficientazione energetica in tutti gli edifici di proprietà comunale. Voglio, anche, fare di più. Il Comune deve sottoscrivere quelle certificazioni ambientali di tipo volontaristico, come Emas, importantissime per tutelare l’ambiente. Infine, intendo sostenere le energie pulite con incentivi mirati che spingano verso l’istallazione di pannelli fotovoltaici.
Credo che Napoli necessiti di un grande progetto di recupero del patrimonio edile privato che punti al decoro e all’ammodernamento antisismico ed ecologico delle case. Sarà un ottimo modo per mettere in moto l’economia e sostenere l’edilizia, senza dare il via a nuove cementificazioni selvagge.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
Mai e poi mai. Sul nucleare, il governo Berlusconi si dimostra, ancora una volta, a corto di idee e in malafede. Il nucleare è un business per i soliti “prenditori” di denaro pubblico. Il futuro è nelle energie pulite e il risparmio energetico, anche attraverso l’ammodernamento delle reti.
Nonostante quanto continui a sostenere la propaganda del governo, in Italia non abbiamo un problema di dipendenza energetica: il nostro saldo è in attivo. Con le energie verdi, avremo ancora maggiore surplus per vendere energia all’estero.

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Bisogna governare l’immigrazione affinché l’integrazione avvenga in modo ordinato. Non ho mai percepito i migranti come invasori, com’è, invece, nella dialettica leghista.
Nell’esperienza maturata al parlamento europeo ho avuto la conferma di quanto all’estero le grandi città siano multietniche ed accoglienti e di come la diversità venga percepita come una risorsa, non come una minaccia. Nel caso specifico, poi, delle ultime ondate migratorie, è evidente che ci troviamo di fronte soprattutto a richiedenti asilo.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Il «federalismo municipale» è una truffa ai danni del Sud. Il Mezzogiorno perderà circa 904 milioni di euro all’anno e avremo più tasse: più addizionale Irpef, tassa di scopo, tassa di soggiorno, Imu secondaria, che è una sorta di Ici-bis. Il Comune ha l’obbligo di portare la questione dinanzi alla Corte costituzionale poiché i decreti attuativi presentano diversi profili d’illegittimità. Ecco perché mi impegnerò affinché il Comune di Napoli, venga rappresentato all’interno della Copaff, la Commissione sul federalismo, nella quale il nostro Comune, inspiegabilmente, non è entrato.
Così come ritengo che sia fondamentale che il Comune di Napoli abbia un ruolo all’interno della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, di prossima istituzione. Questo è un federalismo punitivo per il Sud e senza rappresentanza. Ed io voglio far sentire la nostra voce.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Una città migliore. Dobbiamo mettere a sistema le tante risorse positive di Napoli. Non è accettabile che i nostri giovani siano costretti a fuggire all’estero per trovare un lavoro adeguato. E’ una Napoli migliore quella che dobbiamo consegnare ai nostri figli.
 E’ necessario che un sindaco abbia una “visione” di città. Ed io ce l’ho.
Non voglio una Napoli fatta di call centre e lavoro precario. Il sindaco deve sostenere un nuovo sviluppo della città che sia solidale, imperniato sull’economia della conoscenza, sostenibile e virtuoso.

 
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