Clemente Mastella

Pochi scampoli ancora prima della chiusura delle liste e poi Napoli entrerà nel vivo della campagna elettorale per le elezioni amministrative 2011. In vista del voto del 15 e del 16 maggio che darà un nuovo volto al consiglio comunale, Comuni-Italiani.it ha intervistato Clemente Mastella, candidato a sindaco dell’Udeur – Popolari per il Sud.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
La priorità è far ritornare Napoli una città normale, capace di esprimere al meglio le sue vocazioni: arte, cultura, turismo, accoglienza. Per raggiungere l’obiettivo va decongestionata, decentrando i servizi e gli uffici non strategici. La priorità è fare di Napoli la capitale del turismo mediterraneo.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Non farò annunci roboanti, non prenderò impegni miracolosi. Non racconterò la favoletta dei primi cento giorni… Non prometterò l’impossibile, come la raccolta differenziata al 90 per cento in tre settimane. Niente di tutto questo.
Mi presenterò con la mia faccia, la mia storia, la mia passione, la mia voglia di far contare di nuovo il Sud. Voglio dare il mio contributo. Questo spiegherò agli elettori, ai cittadini campani.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
• Riportare Napoli al centro dell’Agenda politica nazionale;
• Patto tra Comune, Provincia e Regione per risolvere, in tre anni, sul serio, l’emergenza rifiuti. Se si fallisce, si va tutti a casa;
• Dare voce ai quartieri, valorizzare le Municipalità, fare squadra, dentro e fuori le istituzioni.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Non ci saranno i miei primi 100 giorni. Non mi interessa fare propaganda. Ai napoletani, agli elettori dico solo che da parte mia ci sarà il massimo impegno, per l’intera Legislatura, per “fare”, per realizzare quello che è possibile, coinvolgendo la città nelle sue diverse articolazioni e rappresentanze. Mi propongo di essere davvero il sindaco del popolo napoletano.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Prendo ad esempio quello che sta facendo di buono il calcio Napoli, il suo presidente, la società, i calciatori, la tifoseria. Tutti insieme, tutti a remare dalla stessa parte. Cercherò di coinvolgere le persone che hanno conservato entusiasmo, ottimismo, voglia di riscatto e che intendono combattere al mio fianco, per il rispetto delle regole, per ridare speranza. Chiederò aiuto a uomini e donne.
Napoli non è una città in crisi. E’ una città morta, che va resuscitata. C’è bisogno di uno scatto d’orgoglio. Io voglio fare leva sul pensiero positivo e profondo dei napoletani veraci. Lascerò da parte solo quella parte di borghesia “vippaiola” che si è ingrassata con Bassolino e che ora, per purificarsi, strizza l’occhio a De Magistris.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Può sembrare un vecchio ritornello. Ma Napoli è il Paese del Sole, come si racconta nelle canzoni. Dobbiamo investire sul nostro invidiabile clima, unico al mondo. E’ uno dei nostri tesori. Punterei anche sull’energia geotermica. Siamo la terra dei vulcani. Vesuvio, Solfatara, Campi Flegrei…
Naturalmente, su questi temi strategici chiamerei a raccolta le nostre Università, i nostri cervelli e quindi i privati. Una delle parole d’ordine dovrà essere attrarre investitori dal Nord Italia e soprattutto dall’estero, dai Paesi emergenti.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
Siamo una regione ad alto rischio tellurico e vulcanico. Non se ne parla.

Clemente Mastella

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
I napoletani, i campani sono stati emigranti, hanno conosciuto la fatica dell’abbandono delle proprie terre, delle proprie radici. Per questo, anche in condizioni difficili, sanno essere generosi ed accoglienti. Naturalmente, credo sia giusto evitare che un gesto di solidarietà si trasformi in conflitto sociale.
Il problema è di enorme portata. Un sindaco di una grande città, pur volendo, da solo può fare ben poco.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Bisogna vivere il federalismo come un’occasione, una scommessa, una sfida da vincere. Federalismo non significa buttare a mare i più deboli. Federalismo significa anche riequilibrio territoriale, giusta, equa ripartizione delle risorse economiche.
Se venisse modificato il criterio di riparto del Fondo sanitario nazionale, Napoli e l’intera Campania risolverebbero, di colpo, il problema del deficit sanitario.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Napoli ha bisogno di tutto. Siamo a livello zero. Qualunque cosa, anche la più piccola, non potrà che contribuire alla risalita. Certo, ai napoletani vorrei riuscire a riconsegnare una città che torna a credere in se stessa, che decide di farcela da sola, avendone tutte le possibilità in termini di risorse umane e risorse materiali.

 
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