Allenamento infrasettimanale

Sabato 22 gennaio, alle ore 14,30, tra le mura amiche del “Bellucci”, il Città di Pompei avrà l’occasione di riscattare la deludente sconfitta in quel di Angri di 7 giorni fa: arriva l’Atletico Bosco. Mister Amato ha lavorato tutta la settimana per far capire ai suoi che quello di sabato scorso è stato solo un piccolo incidente di percorso, quelle “partite no” che possono capitare, e che non fanno testo nell’economia di un intero campionato.

Quello di sabato sarà un vero e proprio derby da giocare con la “vicina” compagine di Boscoreale, reduce da una sconfitta di misura con il Savoia sul neutro di Scafati. Gli uomini di mister Agovino giocano molto bene in trasferta e hanno creato non pochi grattacapi alle squadre che li hanno ospitati; basti vedere il 2-3 ai danni del San Giorgio piuttosto che lo 0-1 a Mondragone. Attualmente i boschesi si trovano al quinto posto a -7 dai rossoblu, e faranno di tutto per avvicinarsi riaprendo la corsa al secondo posto.
Uno dei protagonisti dello strepitoso girone d’andata della Pompeana è sicuramente il capitano Gaspare Infante che parla del suo presente e del suo futuro nell’intervista concessa a Pompei Notizie

INTERVISTA A GASPARE INFANTE

Recentemente il mister ha detto di fare affidamento sulla “vecchia guardia”. Dunque punta molto anche su di te, in qualità di capitano: la cosa ti inorgoglisce o senti la pressione?
Lo considero un attestato di stima nei confronti miei e di chi come me ha più esperienza e la cosa non può che farmi piacere. Le sue parole sono uno stimolo per me. Non avverto nessuna pressione e sono onorato di essere il capitano di un gruppo eccezionale come questo.

Pensi di rimanere ancora a lungo in un ambiente che ti stima cosi tanto come quello di Pompei?
Pompei è l’ambiente ideale per fare bene e io sento la fiducia del mister e dei miei compagni; quindi vorrei rimanere quanto più tempo possibile in questo ambiente, ammesso che io rientri nei piani societari.

Quando e come inizia la tua carriera calcistica e con quali modelli nella mente?
Ho iniziato a giocare a calcio nel settore giovanile della Boschese, che a quei tempi militava in Eccellenza; poi passai a Pompei e di qui a Scafati. Il mio modello calcistico era Paolo Maldini

Premettendo che hai ancora tanta strada davanti a te, qual è stato, finora, l’anno più bello della tua carriera?
L’anno più bello della mia carriera è senza ombra di dubbio il primo campionato di Eccellenza che ho vinto a Scafati nel 1999/2000. Ricordo a memoria quasi tutte le partite: è stato bellissimo perché avevamo iniziato l’anno senza alcune pretese, e contro i favori del pronostico ci ritrovammo a vincere il campionato, in un girone dove c’erano squadre molto più attrezzate di noi.

Gaspare Infante


Qual è l’arma in più di questa squadra e cos’ha di diverso dalle squadre in cui hai militato in precedenza?
L’arma in più di questa squadra è l’unione di un gruppo fatto di un mix di giocatori esperti e nuove leve, guidato da un mister validissimo e supportato da una società che ha le idee ben chiare.

La gara col Savoia fu molto sentita, dentro e fuori il rettangolo di gioco. Decise un goal di Guarro dopo due rigori negati al Pompei. Cosa pensasti appena rientrato negli spogliatoi?
I pensieri nella mia mente erano tanti, ma erano più forti i sentimenti di rabbia e delusione, perché perdere in quel modo, dopo che a mio avviso avevamo giocato una grande partita, sia per la mole di gioco che per le occasioni create, fa davvero male. Non ti nascondo che sono tuttora dispiaciuto.

Siamo all’inizio del 2011, è tempo di buoni propositi, cosa ti sei promesso per quest’anno? C’è qualcosa in particolare a cui ambisci?
Il mio proposito principale è quello di dimostrare agli “addetti ai lavori” che sono ancora un giocatore molto valido, e se mi ritrovo in queste categorie, è stato soltanto per scelta personale. Quello a cui ambisco è vincere qualcosa con questo gruppo e questa società.

 
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