Sono trascorsi cinquanta anni e tre mesi dall’immane tragedia del Vajont.
“La storia del Vajont è fatta di leggerezze imperdonabili, di arroganza dei poteri, di silenzi della stampa, di assenza di controlli, di gravissime omissioni, di segnali non ascoltati, anzi dolorosamente ignorati, tutto questo sulle spalle di gente semplice ed onesta che è stata per prima umiliata ed offesa e poi uccisa”. Queste parole sono stampate su una grande foto che riprende l’intera area della frana esposta nel percorso museale “LONGARONE – VAJONT, attimi di storia”.

Il percorso del museo si snoda attraverso due sale che collegate da un tunnel buio, simbolo della notte della tragedia, rappresentano il prima e il dopo del 9 ottobre 1963. Su 1910 lamelle verticali e contorte che rappresentano le croci delle vittime sono esposte immagini e documenti; in apposite teche si possono vedere i pochi reperti ritrovati. In una saletta attraverso alcuni filmati si ripercorre la storia di Longarone e del Vajont.

I luoghi della tragedia sono oggi “Luoghi della Memoria” e sono principalmente quattro:
- la diga del Vajont, emblema della tragedia;
- la Chiesa Monumentale di Longarone, simbolo della nuova cittadina;
- il Cimitero Monumentale delle Vittime del Vajont;
- il Campanile di Pirago, frazione di Longarone, che miracolosamente ha resistito all’onda.

Della tragedia del Vajont è già stato detto e scritto molto, mi limiterò quindi a riportare alcuni dati:

DIGA
All’epoca la più alta del mondo con i suoi 261,60 metri, è stata costruita a doppia curvatura.
Capacità di serbatoio: 168 milioni di metri cubi

LA FRANA
Superficie……………1,9 km²
Lunghezza…………..1,850 metri
Spessore medio…….150m (max 330m)
Volume……………….280 milioni di metri cubi
Inizio del distacco frana: ore 22 e 39 minuti, 46 secondi
Durata del movimento franoso: 97 secondi
Inzio tracimazione acqua dalla diga: ore 22,40
Velocità massima: 25m al secondo, pari circa a 90 km orari

ONDA DEL VAJONT
Quota del lago al momento del frana: 704 metri s.l.m.
Volume di acqua spostata: 48 milioni di metri cubi
Altezza dell’onda sopra la diga: 150 metri
Volume dell’onda riversata su Longarone: 25 milioni di metri cubi
Tempo di percorrenza dell’onda dalla diga, allo sbocco del Vajont (torrente affluente) sul Piave: 4 minuti (22.39 – 22.43)
Profondità e diametro del lago formato dall’onda allo sbocco della Valle del Vajont: 50 metri di profondità; 120 metri di diametro
Volume di ghiaia spostato: circa 200.000 metri cubi

VITTIME
1910 le vittime della tragedia
773 nuclei familiari coinvolti
1464 i corpi sepolti al Cimitero Monumentale
703 i corpi identificati
761 i corpi non riconosciuti
285 i corpi sepolti in altri cimiteri
486 i minori morti da 0 a 15 anni
33 con meno di un anno di vita
28 i nati dal 1º gennaio al 9 ottobre 1963
21 giorni di vita del più piccino
e tanti altri bambini mai nati; alcuni furono ritrovati con il cordone ombelicale attaccato.

Testimonianza raccolta da un sopravvissuto durante la mia permanenza a Longarone:
Rimane solo la realtà di un disastro voluto per speculazione e grandi giri di soldi delle varie società che volevano la costruzione della diga.
Però a noi abitanti non resta che piangere su i nostri cari che nei secoli hanno saputo costruire il proprio territorio creando la prosperità per loro e per le generazioni future, ma questo purtroppo non esiste più… Ritornano alla mente tante cose, i giochi, gli amici, il paese, le voci delle madri, dei padri e dei nonni, ma in un attimo tutto questo è sparito.
Ora dopo 50 anni non si potraà mai dimenticare, e nella memoria di quelli che sono sopravvissuti resterà sempre vivo il ricordo dei nostri cari uccisi non per incuria ma per colpa

Alcune persone tra le quali Martina De Lazzaro della Pro Loco di Longarone, che ringrazio per la collaborazione mi hanno detto:
“Noi vorremmo che anche l’anno prossimo fosse per Longarone ancora un 50°, non che cadesse il tutto nell’oblio”.

Quindi chi leggerà questo reportage e passerà magari per Longarone, si fermi per una visita ai luoghi della Memoria, tutto questo: “per non dimenticare”
e facendo in modo che il 50° non sia stato soltanto il 9 ottobre 2013.

Fotoreportage:
Foto 1,2,3 – immagini riprese al Museo “Attimi di storia”;
Foto 4 – la diga e alle spalle l’enorme frana;
Foto 5 – la diga e sullo sfondo Longarone ricostruito;
Foto 6 – il campanile di Pirago che miracolosamente ha resistito all’onda;
Foto 7 – il Cimitero Monumentale delle Vittime del Vajont – Monumento Nazionale;
Foto 8 – trittico scultoreo. Da sinistra: gli emigranti rientrano a Logarone alla notizia della tragedia; al centro scultura dedicata ai bambini mai nati; a destra scultura dedicata ai soccoritori;
Foto 9 – la nuova Chiesa Monumentale di Longarone costruita sulle macerie della vecchia parrocchiale;
Foto 10 – statua dell’Immacolata della vecchia Chiesa, ritrovata sul Piave nei pressi di Fossalta di Piave a 100 km da Longarone, il 10 ottobre 1963 e recuperata con altre vittime.

 
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Commenti (9)


  1. Molto bello, grazie, non ero in Italia all’epoca ma ne parlarono anche in Francia.


  2. Bravo Maurizio, un ottimo lavoro, ricordo perfettamente la tragedia che si è consumata in quei luoghi e spero un giorno di visitarli. Ciao Anna


  3. Che tragedia, che momenti raccapriccianti! Se solo queste immagini potessero rimanere impresse negli occhi di tutti noi, potremmo pensare prima di agire!


  4. Grazie MariV. hai ragione in due pannelli esposti al Museo “Attimi di storia, sono riprodotte le principali testate dei quotidiani nazionali e internazionali che davano l’annuncio del disastro per la Francia:
    France Soir, Paris Presse et Le Monde du Vendredi 11 Octobre 1963 (2 giorni dopo ma non c’era Internet) scriveva: Catastrophe en Italie
    L’eau d’un barrage sommerge la haute vallée de la Piave a la suite d’un débordement provoqué par un éboulement. Milliers de Morts.

    Non conosco la parola: èboulement, cosa significa.???

    Grazie ancora per il commento, un saluto

    Maurizio


  5. Grazie Anna per il gradito commento, se non sei lontana “Per non dimenticare” una visita vale la pena. All’estate si organizzano visite guidate all’interno della diga percorrendo i vari sentieri di accesso.

    Un saluto

    M.


  6. Grazie Cristina,
    in funzione del tuo commento, in una parete del museo sono evidenziati i luoghi in Italia dove dal disastro del Vajont si poteva imparare, dei 12 luoghi elencati ne riporto 2:

    SI POTEVA IMPARARE

    Alcune tragedia avvenute in Italia dopo il disastro del Vajont per aver sottovalutato la sicurezza:

    Febbraio 1983 Torino: Incendio Cinema Statuto 64 Vittime – Uscite di Sicurezza Bloccate

    Luglio 1985 Val di Stava Trento: Crollo di due bacini di decantazione 268 Vittime. Ventidue anni dopo il Vajont una tragedia simile sconvolse la Provincia di Trento 160 milioni di metri cubi di fango distruggono l’abitato di Stava

    Ripeto “Si poteva imparare?”, io aggiungo personalmete soltanto un semplice punto di domanda

    Un saluto dal lago assai piovoso

    Maurizio


  7. Ciao Maurizio,
    g r a z i e ! Quanti disastri si potrebbero evitare, in fondo basterebbe così poco…
    Ottimo articolo corredato da scatti che parlano da soli!
    éboulement = franamento, scoscendimento,smottamento, frana, slavina…
    Ancora tanti complimenti!
    Un affettuoso saluto, dalle solite due ;)


  8. Grazia (e Speedy9), grazie mille per il gradito commento e per i complimenti, già quanti disastri si potrebbero evitare, ma purtroppo dalla storia non si riesce a imparare.

    Grazie anche per la traduzione.

    Un saluto dal Lago

    M.


  9. Ciao Maury, arrivo tardi per la traduzione fatta molto bene da Grazia :-)

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