La Festa della Madonna della Coltura, in programma a fine maggio, è molto sentita nel piccolo centro di Parabita.
Come da tradizione, la Basilica e le strade limitrofe vengono addobbate dalle luminarie. Luminarie imponenti, più di due chilometri di gallerie con frontoni alti anche 22 metri, montate da più ditte di paratori, come i diversi maestri fuochisti chiamati per allestire ad arte lo spettacolo pirotecnico. Ogni anno si ripete, puntuale, il suggestivo e spettacolare incendio del campanile.

Uno spettacolo-appuntamento, la simulazione dell’incendio del campanile, che attira migliaia di visitatori, anche da fuori regione. Il campanile svetta nel cielo con i suoi quarantadue metri di altezza e diventa protagonista della scena nell’ultimo giorno di festa, il 29 maggio.
I maestri fuochisti costruiscono sul campanile un complesso intreccio di fili e micce, dosando e miscelando sapientemente i colori, tenendo a bada scintille, fuoco e fumo e creando, con rigore, un’affascinante sequenza cromatica: verde, rosso, oro, azzurro, tra scintille, girandole e bagliori.

La Madonna della Coltura è considerata, a Parabita, la Madonna del popolo, della gente semplice.
Quel monolito che rappresenta la Vergine con in braccio il bambino fu protetto per secoli dalla terra ed oggi la Madonna della Coltura, protettrice delle coltivazioni, dell’agricoltura e della civiltà contadina, giace lì dove venne ritrovato il monolito, in contrada Pane.

 
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Commenti (1)


  1. Bel reportage, stupende le immagini, complimenti!

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