Lo scorso 30 marzo 2013 (Sabato Santo) si è svolta a Canosa di Puglia, come da plurisecolare tradizione, la singolare e coinvolgente Processione della Desolata che ha avuto inizio dopo le ore 9 con la sua partenza dalla Chiesa dei Santi Biagio e Francesco, costruita in sostituzione delle due chiese, dedicate a ciascuno dei due santi, dopo che queste furono bombardate il 6 novembre 1943.

All’interno della chiesa è conservato il gruppo scultoreo che viene portato in processione, realizzato da scultori leccesi nel 1953 in luogo del precedente andato perduto a causa del medesimo bombardamento. Tale simulacro raffigura la Vergine Maria, vestita a lutto e piangente, mentre viene consolata da un angelo e sta seduta accanto alla roccia del Sepolcro di suo figlio Gesù, recante la scritta “Sepulcrum Domini”, un cartiglio con la scritta “Posuit me Desolatam”, e sormontata da una croce nera con una stola bianca e la targa “I.N.R.I.”.

Per circa quattro ore il lungo corteo processionale ha percorso le principali vie della cittadina pugliese con il seguente ordine: la croce con gli strumenti della Passione (foto n. 2); le bambine travestite da angioletti e che portavano gli strumenti della Passione (foto n. 3); le ragazze vestite di viola con il flagello in mano e la testa velata e cinta da una corona di spine di color verde (foto n. 4); i bambini vestiti da chierichetti che portavano le croci bianche con le immagini delle stazioni della Via Crucis; le donne adulte vestite di nero e recanti ognuna una fiaccola in mano (foto n. 5); i sacerdoti coi chierichetti; gli addetti alla raccolta delle offerte; il simulacro della Desolata portato a spalla ed arricchito dai relativi addobbi floreali (foto n. 6); gli uomini adulti vestiti di nero; ed infine, prima della banda musicale (foto n. 8), le circa duecentocinquanta donne facenti parte del Coro della Desolata (foto n. 7), che oltre ad essere vestite completamente di nero portavano un velo in testa dello stesso colore che nascondeva completamente i loro volti.

Queste ultime hanno proceduto tenendosi per braccio ed hanno intonato urlando l’Inno della Desolata di Antonio Lotti (risalente al XVIII secolo), che è una variante dello Stabat Mater di Jacopone da Todi ed è stato musicato per la banda dal clarinettista canosino Domenico Jannuzzi. A dirigere le donne del Coro della Desolata ha provveduto il maestro Mimmo Masotina, che svolge con notevole dedizione quest’attività da più di quarant’anni (foto n. 1).

Il singolare scenario di queste donne e le note vibranti e struggenti del suddetto inno, da loro cantato ad altissima voce, hanno dato voce al dolore della Vergine Desolata (raffigurata nel relativo simulacro) per la morte del suo figlio unigenito Gesù. Inoltre hanno coinvolto e commosso il pubblico presente, rendendolo partecipe di questa esperienza di tristezza e dolore materno prima della Resurrezione di Gesù in cielo.

Al termine della processione il simulacro della Desolata è stato accolto con un fragoroso applauso al suo rientro nelle Chiesa dei Santi Biagio e Francesco, da cui era partito.

Il presente fotoreportage è integrato dalle sottostanti otto immagini a cui la descrizione rimanda.

 
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Commenti (3)


  1. E’ un fotoreportage che trasmette le emozioni vissute in quel momento.

    Complimenti per aver documentato e reso ancora più fruibili delle tradizioni storiche che vanno tutelate e conosciute.

    Saluti


  2. Grazie Maria,
    ho documentato con entusiasmo e passione questa processione unica nel suo genere, che da tanto tempo desideravo vedere e vivere in prima persona.
    Saluti


  3. grazie michele per aver condiviso con noi questa processione

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