Questo famoso edificio, progettato dall’architetto Pellegrino Tibaldi, ha una storia interessante poiché è un prototipo di chiesa contro-riformata sulle basi del Concilio di Trento.
Nel 1567 i Gesuiti ebbero in assegnazione l’antica chiesa di San Fedele dove decisero di costruire il nuovo tempio, Collegio e Residenza a partire dal 1569.
Questo ordine religioso chiamato Compagnia del Gesù, fondata da Ignazio di Loyola, a fianco del cardinale Carlo Borromeo operò per l’attuazione del programma di rinnovamento della chiesa cattolica nei confronti della Riforma protestante e della sua nuova, riorganizzazione interna e attivismo religioso.
Ricordo che il 13 marzo 2013 è stato eletto Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), il primo pontefice gesuita. A mio parere un segno di cambiamento che richiama fortemente l’epoca della Controriforma per un processo di ri-cattolicizzazione della società moderna.

Situata nel cuore di Milano, in un quadrilatero di edifici nella piazza che porta il suo nome, spicca l’elegante facciata in pietra di Angera (una roccia dolomia rosa, gialla e bianca, presente anche nel Duomo di Milano), con stile semplice e coronata da un classico timpano.
La pianta è longitudinale seguendo le esigenze liturgiche dei gesuiti con unica altissima navata composta da due campate a vela che poggiano su colonne di granito ed una slanciatissima cupola.
L’emblema dell’ordine, un disco raggiante caricato dalle lettere IHS (il monogramma di Cristo), è presente in ogni parte della struttura. L’interno molto ricco ed elegante racchiude opere di pittori del ’500 e ’600, ma anche di artisti moderni come Lucio Fontana.

Alla sinistra dell’altare maggiore una lapide di bronzo indica il punto dove Alessandro Manzoni andava a pregare. Il famoso scrittore morì in seguito ad un trauma cranico che si procurò cadendo sulla scala esterna all’uscita della chiesa nel 1873, per quel motivo al centro della piazza davanti alla chiesa c’è una statua in sua memoria.

In fondo alla navata destra, si trova l’ingresso alla sagrestia, definita la più bella di Milano, in legno di noce lavorata con una grande tecnica raffinata opera del gesuita Daniele Ferrari; alla sinistra si apre una porticina che porta alla cappelletta della Madonna dei Torriani (la famiglia Torriani, Signori di Milano per due secoli, contesero ai Visconti il dominio della città) al suo interno si presenta una soave e dolce presenza rappresentata dal dipinto di una “Madonna del latte”.
Questa cappella ha un ingresso (ora inagibile) dal quale una volta si poteva accedere senza entrare direttamente dalla chiesa, per questo motivo veniva sovente visitata dalle artiste del vicino Teatro alla Scala. Le ballerine, fra le quali la grandissima Carla Fracci, prima del debutto o saggio lasciavano omaggi floreali e preghiere beneauguranti. Per questo motivo è soprannominata “Madonna delle Ballerine” e in generale “degli Artisti”.
La visita è terminata con un percorso esterno alla chiesa, accompagnati dagli studenti dei licei milanesi improvvisati “Ciceroni”, che con entusiasmo e inaspettata professionalità ci hanno raccontato e fatto scoprire l’evolversi dell’urbanizzazione nelle varie architetture che si sono susseguite nei secoli, presenti nel centro città.

Il FAI ogni anno ci regala, con il Patrocinio della Regione Lombardia, la visione di tante opere prestigiose della nostra città. Un ringraziamento sentito va a tutti i ciceroni ed ai volontari che con pazienza e passione seguono l’iniziativa.

 
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Commenti (1)


  1. Sempre più brava! Attenta, precisa, sensibile, complimenti!!!

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