Durante la XXI Giornata FAI di Primavera svoltasi il 23 e 24 marzo 2013, si è presentata l’occasione per poter visitare il Palazzo dell’Informazione di Milano.
Questo edificio, nominato a suo tempo Palazzo del Popolo d’Italia e successivamente Palazzo dei Giornali, è unico nel suo genere poiché è stato pensato proprio per ospitare le testate giornalistiche nel cuore della città. L’affaccio su Piazza Cavour della facciata e le due strade laterali hanno favorito l’organizzazione e la gestione delle attività principali.

Per volere dell’allora regime di stato, l’opera fu commissionata all’architetto Giovanni Muzio nel 1938 ed inaugurata nell’ottobre del 1942. L’attività giornalistica però ebbe termine pochi mesi dopo nel luglio 1943; successivamente alla fine della seconda guerra mondiale l’edificio divenne sede di numerose testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’50 Enrico Mattei vi insediò il quotidiano dell’ENI “Il Giorno”.
Ad onore di cronaca, per i milanesi, è anche conosciuto per aver ospitato il quotidiano “Il Giornale” con l’allora direttore Indro Montanelli, al quale sono stati dedicati i Giardini Pubblici che lambiscono Piazza Cavour, dove sorge il palazzo.
Ora è la sede di varie aziende fra le quali alcune prestigiose agenzie di stampa.

Tornando alle informazioni storico/architettoniche, la facciata presenta un balcone caratteristico e rappresentativo del ventennio fascista, scolpito in porfido con un grande bassorilievo in marmo di Carrara opera di Carlo Sacchi su disegno di Mario Sironi. Si sviluppa su sei piani con rivestimenti in clinker e Chiampo con contrasti di chiaroscuro.
Gli ambienti interni, sono stati modificati durante due importanti ristrutturazioni avvenute nella metà degli anni Settanta e nella seconda metà degli anni Novanta, mantenendo comunque una architettura monumentale.
Al quinto piano si può ammirare, il famoso mosaico di Mario Sironi, eseguito dall’artista nel 1936 in occasione della Triennale di Milano. L’opera misura otto metri per tre e mezzo, titolata in un primo tempo “Il lavoro fascista” cambiato poi ne “L’Italia corporativa”. L’opera da molti ritenuta poco consona al palazzo d’una stampa democratica, venne tenuta coperta e ridotta quindi in pessime condizioni. Il mosaico ora è stato ristrutturato, inserito nel salone auditorium valorizzato da una balconata per consentirne una migliore visione e finalmente restituito al pubblico.

Ringrazio il FAI che con il Patrocinio della Regione Lombardia mi ha consentito di poter ammirare un palazzo che è parte della storia di Milano.

 
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