In questi giorni di feste natalizie a Lecce trionfa la cartapesta. Nella Fiera di Santa Lucia – Mostra dell’Artigianato Natalizio Salentino e nelle botteghe dei Maestri cartapestai è possibile ammirare manufatti ottenuti con questo povero materiale composto da fogli di giornali, soprattutto quotidiani, con la “ponnola” cioè farina di frumento con acqua o con la più costosa colla vinavil.

Il cartapestaio Sergio De Mitri, Sovraintendente di Polizia Penitenziaria in pensione, realizza da 20 anni, per hobby, presepi di cartapesta con un impasto di ponnola e giornali che poi conserva in busta di plastica affinché non si secchi (foto nn. 4 e 5). Con questo impasto comincia a dare una forma presepiale con aggiunte successive, man mano che si asciuga fino alla completa realizzazione del presepe.

Il maestro Vincenzo Calcagnile di 71 anni (foto nn. 7 – 8 e 10), che ha una bottega di fronte alla stupenda Chiesa barocca di Santa Croce, racconta di come si sono tramandati quest’arte di padre in figlio da parecchie generazioni. Nel suo laboratorio spiega le varie fasi dei manufatti di cartapesta: i fogli utilizzati, l’impasto ottenuto con la carta e farina e/o colla ed acqua e la fase iniziale di lavorazione dei modelli di carta. Mostra orgoglioso una foto della visita nella sua bottega dell’ex presidente Scalfaro e l’articolo che lo riguarda di un importante quotidiano dal titolo “La cartapesta povera ma bella”.

Il maestro cartapestaio Donato Smiraglia (foto nn. 6 e 9) ha anche affisso nel suo stand nei mercatini natalizi le fasi necessarie per la costruzione di un presepe in carta pesta:
Fase n. 1 – Si prepara il progetto, si studia, e si prendono le misure;
Fase n. 2 – Si montano i vari pezzi che formeranno, le case, le strade, ecc. ;
Fase n. 3 – Si inumidiscono i fogli di cartapesta, colla di farina con solfato e si riveste tutta la struttura presepiale;
Fase n. 4 – Quando la struttura è asciutta del tutto, si passa alla “focheggiatura” che serve a rifinire il lavoro;
Fase n. 5 – Su tutta la struttura si passa la colla di coniglio per aderire meglio il gesso;
Fase n. 6 – Dopo le fasi di gessatura e asciugatura si procede applicando l’acrilico di fondo;
Fase n. 7 – Si procede nuovamente alla colorazione utilizzando acrilico di vario colore;
Fase n. 8 – Si completa la lavorazione con la lucidatura utilizzando la vernice trasparente;
Fase n. 9 – Si arreda la struttura con diversi accessori: sedie, panche, carretti, cassette con frutta e ortaggi, fascine di legna per il fuoco, muschi ecc.

La storia della lavorazione della cartapesta a Lecce inizia nel ’600 quando i cartapestai affiancarono artisti orafi, della legna, della sabbia e indoratori.
Nel ’700 quest’arte si diffuse soprattutto per i manufatti religiosi, in quanto le statue di cartapesta erano leggere e quindi più facili da trasportare nelle processioni e, essendo composte di materiale povero, avevano anche un basso costo.
Ma è nell’800, con la premiazione in concorsi internazionali dei maestri cartapestai Maccagni, De Lucrezi, De Pascalis e Manzo, che la cartapesta leccese trionfa.
Purtroppo, nel ’900 quest’arte vede il suo lento declino e solo poche botteghe si salvano grazie ad alcuni manufatti di moda quali le bambole e grazie ai giovani che decidono di imparare dai vecchi Maestri quest’arte cercando di creare oggetti rappresentativi: maschere, presepi, animali quali civette, lumache, tartarughe e ancora angeli, bambole e persino gioielli (foto n. 1), con il vecchio povero impasto e/o con quello nuovo plastificato.

 
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Commenti (4)


  1. Bellissimo e interessante fotoreportage, trattato, con estrema precisione, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista storico per una delle produzioni artigianali-artistiche più interessanti che ci siano in Italia e che andrebbero tutelate e incoraggiate sempre più.

    Complimenti, Diana per il testo e le foto.
    A presto e auguri di buon anno!


  2. grz per l’apprezzamento
    Felice 2013 :)


  3. bellissimo fotoreportage!! Belle foto e descrizione particolareggiata e di grandissimo insegnamento! Grazie!


  4. grazie – felice dell’apprezzamento

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