Un mestiere tramandato di padre in figlio da quando nel 1731 la famiglia dei Baroni Amarelli ebbe la brillante idea di estrarre un succo dalle radici forti, resistenti, lunghe e invasive, che non permettevano alcuna coltivazione, della benefica pianta della liquirizia “Glycyrrhiza glabra”, cioè radice dolce, che cresce spontanea sulla costa ionica.

Grazie alle naturali caratteristiche del suolo e del clima, la migliore qualità di questo prodotto è in Calabria. A Rossano il fumaiolo con le iniziali del Barone Nicola Amarelli (foto n. 1) della struttura proto-industriale, detto “concio”, con antiche capriate in legno ed uno spazio espositivo con le caldaie a vapore dei vari conci dell’800 alimentate dapprima a legna e in seguito con sansa esausta di olivo, testimoniano il progresso energetico del territorio – lo scorrere del tempo e la trasformazione della produzione dallo stadio artigianale con macchinari manuali a quella delle fasi modernissime e computerizzate, in regola con le norme di igiene e sicurezza sul lavoro.

Non più il fuoco sotto la grande “conca” con la nera, densa, lucida, seducente e profumata pasta di liquirizia ottenuta con la bollitura delle radici schiacciate e sminuzzate da appositi macchinari manualmente azionati da uomini che faticosamente la giravano fino alla esatta consistenza del prodotto indicata ancora oggi dal “mastro liquiriziaio” data la sua grandissima esperienza che viene tramandata da secoli di padre in figlio e che permette di ottenere un prodotto perfetto considerando le quotidiane variazioni atmosferiche.

La famiglia Amarelli ha voluto narrare nell’unico museo al mondo dedicato alla liquirizia, il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, aperto nel 2001, “una storia nella storia” – la loro storia iniziata nell’anno 1000 circa, quando i suoi componenti alternavano l’impegno intellettuale e agricolo dei feudi familiari ad un forte impegno militare (Crociate) e la storia di un prodotto unico presente in tutti i mercati nazionali e internazionali, appunto la liquirizia. Un mestiere difficile tramandato di padre in figlio ma al passo con i tempi.

L’esposizione del Museo “Giorgio Amarelli”, che ha sede in un’antichissima dimora di famiglia del 1400 a impronta feudale, inizia nell’atrio con biciclette, ruote, lanterne e uniformi d’altri tempi ed in una bacheca il logo degli Hénokiens, prestigiosa associazione internazionale che riunisce 40 aziende familiari bicentenarie di tutto il mondo e delle Dimore Storiche Italiane.

Appena entrati viene proposta attraverso documenti, libri, incisioni, foto d’epoca, abiti e oggetti della vita sociale, la storia della famiglia Amarelli che prosegue con i segni della prima organizzazione del latifondo e della storia della liquirizia – della sua produzione, commercializzazione, forme di trasporto dai buoi ai bastimenti ai treni, ma anche attrezzi agricoli e oggetti della vita quotidiana.

Nei vari pannelli della galleria si dipana la storia dell’introduzione dell’energia trasportata e della rivoluzionaria trasformazione avvenuta nell’organizzazione delle imprese, della fondamentale innovazione della produzione del vapore, della specializzazione di prodotti originali come gli “Assabesi”, prima lavorati a mano e poi ingegnosamente automatizzati con un macchinario monumentale e dei confezionamenti sempre al passo coi tempi.

Un’attenzione specifica viene dedicata alla fantasie delle forme e alle immagine gioiose ispirate al mondo dell’infanzia che deve comunque tenere conto del marketing dato che oggi la liquirizia è un importante prodotto del mercato internazionale in tutte le sue diversificazioni: pezzettini di liquirizia (spezzatine, rombetti, favette, confettini, bianconeri, sassolini), Assabesi, moretti, senatori (liquirizia con gomma arabica proveniente dal Sudan), caramelle, bastoncini di radici, liquori, birra, marmellate, biscotti, sale, spaghetti ma anche shampoo-doccia, dentifrici e colonie.

La lunga storia di successo per aver saputo comunicare e trasmettere una filosofia singolare legata all’impresa e alla famiglia ha insignito a Pina Amarelli nel 2011 la Cittadinanza Onoraria di Rossano, il Premio Guggenheim nel 2001 per il Museo e nel 2004 è stato emesso un francobollo dalle Poste Italiane per celebrare “Il Patrimonio Artistico e Culturale Italiano”.

Info:
Visite guidate e gratuite devono essere prenotate telefonando al numero 0983 511219
o scrivendo a:
info@museodellaliquirizia.it

 
© Riproduzione Riservata
 

Commenti (10)


  1. Bellissima la tua presentazione di questo sito calabro. Alcuni anni fa vi sono stata anch’io e davvero merita una visita!


  2. Interessante ed istruttivo, anche io ho un bellissimo ricordo di una mia visita pochi anni fa.


  3. buona la liquirizia, ha accompagnato parte della mia infanzia con caramelle a forma di omino.
    Bel fotoreportage, bellissimi scatti.


  4. Bel reportage, molto interessante, complimenti!


  5. Grazie kris – una visita davvero interessante – vedere come da lavori manuali e duri nel vero senso della parola … riuscire a tirar fuori sun succo da radici girando la manovella e poi calcolare quando la pasta nera era pronta ad oggi con macchinari sofisticati e soprattutto che segueno le esigenze di marketing … mi ha affascinata e così pure tutti i miei compagni di escursione ;)


  6. @ Angin – mi piace condividere un bel ricordo ;)


  7. @ Paola – io adoro gli assabesi e i moretti anche perchè sono fatti con aggiunta di gomma arabica proveniente dal Sudan – dove io sono nata e vissuta per 15 anni … Ahhhhh la mia Amata Africa ;)


  8. @ Rosella – grazie e buona giornata ;)


  9. Molto interessante… brava Diana!


  10. @anyram – grazie – davvero un luogo interessante

Lascia un Commento