Per assaporare questa festa religiosa e laica ad un tempo è necessario capire gli abitanti di Iglesias: riuscirci è una esperienza umana meravigliosa.

Iglesias è una città particolare per la sua intensa storia che ha portato i suoi abitanti a darsi un autoregolazione sociale con un sistema di norme. Non è fondamentale per loro essere ricchi piuttosto che poveri, artigiani o minatori, del quartiere Fontana o di Castello ma essere “regali” ovvero custodi della dignità umana di un bel periodo storico. E lo fanno fermando la storia al periodo di Iglesias “città regia” del neonato Regno di Sardegna che nel giugno 1327 per prima ha ricevuto questo riconoscimento.

Dell’organizzazione di questa antichissima festa in onore della Beata Vergine Assunta con l’offerta dei candelieri si trova una dettagliata descrizione già nel I libro del “Breve di Villa di Chiesa”, antico codice di leggi che regolava la vita della città all’epoca dei Donoratico sul modello degli statuti pisani.

Il documento è scampato al fuoco appiccato alla città dagli stessi cittadini nel 1354 per non consegnarla all’invasore Pietro d’Aragona (http://it.wikipedia.org/wiki/Breve_di_Villa_di_Chiesa): “Et quando li dicti si moveranno da la dicta passa (piazza della Corte) per andare alla decta ecclesia di Sancta Chiara, vada inantse quello della Università, apresso de la Montagna, apresso quello di Sancta Chiara, apresso quello di Mezo, apresso quello di Fontana, apresso quello di Castelli, apresso di li Vinajuoli, et apresso quello de’ Lavoratori; et così si picchino in Sancta Chiara”.

In agosto, periodo del raccolto, già gli antichi romani celebravano la Consualia, festa in onore di Consus, divinità della terra e della fertilità. Questa festa dei campi, propiziatoria di un raccolto abbondante, col cristianesimo venne sostituita con la Koimesis che commemora, nella Chiesa ortodossa orientale, la morte e l’assunzione corporea della Vergine Maria.

Prima che nel 1950 il Santo Padre Pio XII proclamasse dogma di fede l’assunzione in cielo di Maria Santissima in anima e corpo, vi fu una consultazione di tutti i Vescovi del mondo. Quelli della Sardegna si mostrarono orgogliosi che gli abitanti di Iglesias già anticamente venerassero Maria Assunta in cielo consacrando a Lei le quattro porte della città e inserendo questa celebrazione persino nello statuto civico.
Questo imponeva tra le altre cose che i ceri fossero grossi a sufficienza da resistere accesi un anno intero e la liberazione dei prigionieri per la solennità del 15 d’agosto.

Nei secoli la tradizione si affievolì fino al 1992 quando, ritrovata la colonna di uno dei Candelieri presso l’Aula Capitolare, venne restaurato il Candeliere e ricomposta l’Associazione dei Candelieri della Beata Vergine Assunta con uno statuto approvato nel marzo 1996 da Monsignor Arrigo Miglio già Vescovo di Iglesias ed ora della città di Cagliari.

Attualmente i Candelieri sono otto, il nono, quello del Gremio (associazione medievale di un’arte o mestiere) degli orafi ed argentieri, deve essere ancora realizzato. Sono alti più di 4 metri e assai pesanti imponendo per il trasporto in processione almeno 16 persone. Sono composti da tre parti: la base con quattro stanghe disposte a croce che durante la processione poggiano sulle braccia dei portatori, su di essa la colonna di circa tre metri che termina con un capitello da cui pendono numerosi nastri di seta multicolori.

Anche quest’anno l’Associazione per la festa di Sancta Maria di Meso Gosto ha invitato i concittadini ad addobbare i balconi e le finestre con preziosi tappeti, arazzi e coperte, profumare il quartiere con menta e basilico e ricoprire le strade con petali di rose e altri fiori (s’arramadura).
Ha pure rivolto ai giovani un appello perché numerosi aiutassero i più anziani a portare i Candelieri.

Nonostante il gran caldo del pomeriggio del 15 agosto e la gran voglia di mare distante appena pochi chilometri, la risposta è giunta possente ed inaspettata.
La sera della vigilia si è svolta una veglia di preghiera e l’offerta dei “simboli” secondo il rito della chiesa Bizantina, poi le Bande musicali di Iglesias e Santadi hanno rotto il silenzio del Centro Storico ricordando ai suoi abitanti che stringeva il tempo dei preparativi.

La mattina del 15 passa nei preparativi. E’ ferragosto ed è caldo fin da presto pur tuttavia nelle case e nelle strade si riesce a scordare il solleone. Si controllano ancora una volta i costumi multicolori che sono un ibrido di secoli e dominazioni.

Alle 18.15, quando l’afa è ancora opprimente sulla città e “tra le chiazze di sole l’ombra è quasi solida”, come scriveva Lowrence nel suo viaggio in Sardegna, gli otto Candelieri discendono da Piazza Municipio e dopo un percorso ampio e veloce si “piccano”a due passi dal punto di partenza in Pratza de su Circulu o Piazza Pichi.

Quattro sono dei Quartieri medioevali e gli altri dei Gremi delle varie attività. A partire da sinistra nella foto 1 della piazza troviamo:
• Il Candeliere del Quartiere di Castello con bassorilievi di scorci del castello, i portatori con casacca rossa e gialla con l’aquila e il castello nello stemma.
• Il Candeliere del Gremio dei Lavoratori e Artigiani, che raffigura i Santi protettori delle arti e dei mestieri come Santa Filomena e San Crispino.
• Il Candeliere del Quartiere di Fontana, che raffigura uno scrivano e la Madonna di Bangiargia.
• Il Candeliere del Gremio dei Vignaiuoli, Tavernai e Calzolai, che riproduce i simboli agricoli.
• Il Candeliere del Quartiere di “Mezo”, che rappresenta San Saturno.
• Il Candeliere del Quartiere di Santa Chiara con la rappresentazione della Santa.
• Il Candeliere del Gremio della Montagna che rappresenta Santa Barbara protettrice dei minatori e immagini minerarie.
• Il Candeliere dell’Università di Villa che porta dipinte la pastorizia, la miniera, l’agricoltura e l’artigianato e alla base del fusto quattro statuine in bronzo simboleggianti la giustizia, a prudenza, la fortezza e la temperanza (foto 2 da leggere in senso orario).

La descrizione della processione di Sancta Maria di Meso Gosto per le vie d’Iglesias medioevale mi impone un fiume di parole che riempiano di immagini gli spazi vuoti fra le foto creando un film di colori, voci, suoni e persino profumi quello stesso film che più avanti vorrei proporvi non appena il programma di montaggio riprende a funzionare: nella Chiesa della Purissima in piazza Collegio, poco più su di Piazza Pichi, i ceri si portano all’Assunta come comanda il voto e iniziano i vespri solenni con la Concelebrazione Eucaristica del Monsignor Zedda, Vescovo di Iglesias e il Capitolo della Cattedrale: la Vergine Dormiente è lì distesa sopra una lettiga, in mezzo alla navata, ornata come una regina defunta (foto 3).

La folla trabocca dalla chiesa strapiena mentre nella piazzetta antistante, i portatori dei Candelieri, accaldati per la fatica appena compiuta, cercano refrigerio ai tavoli del ristorante (foto 4).

Alla fine della Concelebrazione gli otto grossi ceri benedetti vengono portati a mano in Piazza Pichi dove inizia la procedura di ancoraggio in cima ai Candelieri: la buona riuscita dell’operazione su ogni candeliere viene salutata dallo squillo di un trio di trombe e da un caloroso applauso della folla (foto5 e 6). Essa attende ora il suono delle campane della chiesa di Santa Chiara che segnala l’uscita dal sagrato del venerato simulacro della Koimesis (la Vergine Assunta Dormiente).

La Koimesis avanza, dondolando lentamente dietro l’alto clero vestito di rosso (foto 9), al ritmo delle note di “Mira il tuo popolo” della banda musicale cittadina G. Verdi. Mentre la processione discende la via Verdi, da Piazza Pichi defluiscono per primi in via Sarcidano il Gonfalone dell’associazione dei Candelieri dell’Assunta, il Capitano di Villa, il Gonfalone della Citta Regia di Iglesias, l’Araldo, il Breviaiuolo, il Camerlengo, il Giudice e a seguire via via gli otto Candelieri (foto 7 e 8).

Essere spettatore è appassionante, ma portare uno dei Candelieri è sempre stato un onore concesso soltanto ai cittadini di Iglesias o a coloro che sono stati accolti come tali come nel Gremio dei Lavoratori (seconda immagine della foto 2).

Una devota folla di fedeli segue orante Maria e dai balconi nelle strette vie del Centro storico bianche cascate di petali di rose volteggiano nell’aria per poggiarsi come neve silenziosa sul Simulacro della Vergine (foto 10).

Solo cinque donne a bassa voce recitano il rosario nella vuota chiesa della Purissima in attesa del festoso rientro della Signora.

Antico e profondo è il significato religioso di questa festa di Sancta Maria di MesoGosto a differenza dei Candelieri di Sassari, “festa manna” esclusivamente laica.

 
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