Come ogni anno il Fai (Fondo Ambiente Italiano) saluta la Primavera aprendo eccezionalmente al pubblico alcuni siti del patrimonio artistico e naturalistico del nostro Paese. Per l’occasione a Roma è stato possibile visitare, tra le varie proposte, il seicentesco complesso borrominiano dell’Oratorio dei Filippini.

Nel 1611 la Congregazione fondata dal sacerdote fiorentino Filippo Neri, decise di costruire una nuova sede dell’Oratorio. I lavori, però, iniziarono solo nel 1621 con l’edificazione delle fondamenta della sagrestia presso il lato occidentale della chiesa di Santa Maria in Vallicella, nota anche come Chiesa Nuova.

Appena due anni dopo, al Marco Antonio, primo progettista del complesso, subentrò Paolo Maruscelli, rimpiazzato a sua volta nel 1637 dal Borromini che vi si dedicò per i quattordici anni successivi.
Durante questo lasso di tempo, il celebre architetto realizzò la facciata dell’Oratorio, il primo e il secondo Cortile, il Refettorio, la Sala della ricreazione, la Libreria, la Sala ovale, lo Scalone, la Torre dell’orologio e gli ambienti prospicienti il cortile di servizio.

Nel 1650 una serie di conflitti e dissapori con la Congregazione lo spinsero ad abbandonare i lavori che furono proseguiti da Camillo Artucci, il quale riprese il progetto borrominiano portandolo a compimento.
Dopo il 1870 l’oratorio e parte del convento furono requisiti dallo Stato italiano. Solo nel 1911 il convento poté tornare ai Filippini, mentre l’oratorio e la biblioteca Vallicelliana furono acquistati dal Comune di Roma che ne detiene ancora oggi il possesso.

La visita organizzata dai volontari del Fai ha avuto inizio dall’ingresso sito in Piazza dell’Orologio, conducendo i visitatori lungo i locali dell’Archivio Storico Capitolino fino alla Sala Ovale che un tempo fungeva da Sala della colazione. Qui ancora oggi troneggia un grandioso camino in marmo realizzato da Borromini, il quale lo decorò con i simboli identificativi della congregazione: il cuore ardente, la stella e i gigli.

Il percorso è proseguito lungo le sale della Foresteria un tempo atte ad ospitare i visitatori di passaggio. Di qui è stato possibile affacciarsi sull’Oratorio, il quale, però, è ancora inaccessibile a causa del protrarsi ormai da 15 anni dei lavori di restauro.
Si è poi giunti nel cortile a pianta trapezoidale adiacente la Chiesa Nuova, sui cui lati porticati si affacciano due ordini di arcate sovrapposte scandite da lesene fra le quali si collocano finestre vere che fanno il paio con finestre dipinte sulle pareti per creare un senso si armonica simmetria.

Dal cortile è stato possibile accedere alle stanze private di San Filippo Neri, all’interno delle quali sono gelosamente custoditi gli oggetti appartenuti ed utilizzati dal santo durante la sua esistenza, assieme ad un gran numero di reliquie, tra le quali un frammento del cuore dello stesso.

Il tour si è concluso con una breve sosta nel cortile-giardino detto dell’Aranciera sul quale svetta la Torre dell’Orologio, le cui superfici alternativamente concave e convesse culminano nel coronamento in ferro battuto della cella campanaria.

Foto 1: Facciata borrominiana dell’Oratorio
• Foto 2: Decorazione pavimentale con Testa di Medusa
• Foto 3: Cortile dell’Aranciera
• Foto 4: Bassorilievo in gesso ad opera del Maderno
• Foto 5: Ingresso al cortile trapezoidale
• Foto 6: Portici del cortile trapezoidale
• Foto 7: Particolare dell’ingresso alle stanze private di San Filippo Neri
• Foto 8: Le Stanze di San Filippo Neri
• Foto 9: Corridoio adiacente l’Aranciera
• Foto 10: La Torre dell’Orologio affacciata sul giardino degli aranci

 
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