Parona, frazione di Verona, situata sulle rive dell’Adige, ha ospitato la festa de la Renga mercoledì 22 febbraio.
La tradizionale festa che chiude il Carnevale e apre il periodo di Quaresima con degustazione di “renga” o aringa, piatto povero della tradizione veronese.

Arrivati in anticipo, ore 11.30, ci permette di passeggiare tranquilli tra le bancarelle tipiche di artigiani e alcuni Gruppi di volontariato del luogo.
C’è tempo per scambiare due parole con contadini, orgogliosi della loro tradizione, sentirli parlare in dialetto veronese:
- “semo pronti a essern onti?” = siamo pronti per essere unti?
- “el sé masa beo, el me piasse un casin” = e se bevo troppo, il vino mi piace tanto
- “Nò se more ne de fame, ne de se, basta ber e magnar…” = non si muore nè di fame, nè di sete, basta bere e mangiare

Dopo mezzogiorno le vie cominciano ad affollarsi: famiglie, nonni con bambini in abito di carnevale, tra cappuccetto rosso, angeli, principesse, moschettieri, pirati, tutti orgogliosi ed ansiosi di farsi un giretto o due sulle giostre con palloncini legati al polso che danno un tocco di colore in più alla festa.

La fame si fa sentire. La scelta per il menu del pranzo è varia: ogni due passi un’altra offerta appetitosa accompagnata dal profumo di polenta brustolà ai ferri, pesce fritto… una voce attira il mio orecchio: ehilà, come va? Tutto ben? Cosa posso offrirvi in questa bella giornata di festa?
Risotto con renga; polenta e renga; bigoli con le sardelle; trota in salmì; renga; brulè; panini caldi con la renga; patatine fritte, la gioia dei bambini; per non dimenticare come dessert il profumo dolce e invitante di crepes alla nutella, vaniglia, frittelle calde.

Abbiamo scelto per aperitivo sardelle fritte, gustose e salate. Dopo, la polenta brustolà ai ferri con renga e vino bianco Custoza, il palato sente subito il gusto affumicato e salato del pesce: buona la renga giusto come richiede la tradizione; un altro bicchierino ci vuole, c’è tanta sete… magari avere anche un autista!

Con un pensiero per il risotto con renga da portare per la cena che alla fine è rimasto pensierino, vista la coda lunghissima per acquistarlo… con il tempo che stringe e lavoro che richiama. Beati quelli che restano per assistere al corteo mascherato aperto dalla banda e dalle majorettes con la partecipazione del “Papà del Gnoco” e la sua Corte.
Un ultimo scatto mentre si mangia e si beve ancora polenta, renga, vin bianco e rosso della Valpolicella: ocio a non esagerar coi goti…

Sarà per la prossima… renga anca a colassion me raccomando!
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