Al PAN – Palazzo delle Arti Napoli – è in mostra “Io Dalì” fino al 10 giugno 2018.

La mostra, organizzata dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, assieme alla Fundació Gala-Salvador Dalì, è insolita rispetto alle altre dedicate all’artista spagnolo.

Per la prima volta in Italia si racconta l’immaginario di Salvador Dalì; si deduce, attraverso la sua autobiografia, il modo in cui il pittore ha creato il proprio personaggio trasformando ogni suo gesto in opera d’arte.
La mostra, attraverso le sue opere (fotografie, quadri, disegni, sculture, video, copertine di riviste), racconta la sua vita più intima, la sua vita segreta, per farci conoscere la sua vera personalità come maestro del surrealismo.

Tra un misto di genialità e delirio, la vita di Dalì apparve singolare sin dall’adolescenza.
Nacque nel piccolo villaggio agricolo di Figueras il giorno 11 maggio 1904, (il suo nome completo era Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalì Domènech, marchese di Pùbol) esattamente nove mesi dopo la morte per meningite del primo fratello, che si chiamava anche lui Salvador.
I genitori vollero dargli lo stesso nome forse per non essere mai riusciti a dimenticare il primogenito e convinti che il neonato fosse la reincarnazione del figlio morto.
Di questo si persuase anche il giovane Salvador e si ritiene che ciò abbia influito sul suo strano equilibrio mentale manifestato durante tutta la sua esistenza.
“Ci somigliavamo come due gocce d’acqua, ma rilasciavamo riflessi diversi. Probabilmente lui era una prima versione di me, ma concepito in termini assoluti” questo disse di suo fratello.

Con l’ “Io Dalì” sembra voler rivendicare il suo essere se stesso e non la reincarnazione del fratello maggiore e si affanna ad evidenziare la sua vera interiorità alterandola fino ad uscire al di fuori della realtà.
Nel 1934 Dalì fu sottoposto a un processo per cui fu espulso dal gruppo dei surrealisti ed egli reagendo dichiarò: “Il surrealismo sono io”..

Nel 1960 iniziò a lavorare alla sua più grande opera: il Teatro-Museo Dalí di Figueres, che accoglierà in seguito le sue spoglie ed oggi è meta di numerosi visitatori poiché ospita la più grande collezione di opere dell’artista.

Alla morte, nel giugno del 1982, della moglie Gala, che riteneva essere stata sempre la sua musa ispiratrice, Dalì perse ogni interesse alla vita e si lasciò sempre più andare fino al 23 gennaio 1989, quando, mentre ascoltava il suo disco preferito, Tristano e Isotta di Wagner, morì per un attacco di cuore.

Visita alla mostra organizzata da:
Megaride Art, agenzia di servizi culturali di Maria Girardo, Storico dell’Arte, Archivista-Paleografo, Guida Turistica Abilitata.
Da non perdere la proiezione del documentario “Teatro Museo Dalì- Gala di Figueres

 
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Commenti (2)


  1. Grande Dalì, brava Kris per aver proposto questo bel reportage, completo anche nella descrizione del personaggio. Ho imparato qualcosa anch’io. Interessanti anche le foto.
    Complimenti,

    Un saluto dall’ Altipiano.

    Maurizio


  2. Mi sto facendo anch’io una cultura. Mi appassionano le vite dei personaggi un po’ fuori dal comune: oltre Dalì anche Gemito, Van Gogh, Toulouse Lautrec, Ligabue….

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