L'ACF Firenze ASD serie A 2011-2012

L’ACF Firenze ASD è arrivata nona con 26 punti nel campionato 2011-2012 di calcio femminile di serie A.

Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Mario Nicoli, allenatore nella stagione 2011/2012 della squadra di calcio femminile di Firenze.

I risultati ottenuti soddisfano gli obiettivi di inizio stagione?
Abbiamo centrato una salvezza importante senza ricorrere ai Play Out e pertanto la società è stata molto soddisfatta in quanto l’obiettivo stagionale era proprio la salvezza.

In occasione della “notte rosa degli oscar” è stato premiato come migliore allenatore della serie A di calcio femminile. Se lo aspettava?
No, non mi aspettavo di essere premiato come miglior allenatore della Serie A. Sono particolarmente contento del premio perché è stato assegnato dai colleghi allenatori del Campionato. Penso che la scelta del mio nome non sia dipesa semplicemente da valutazioni sull’aspetto tecnico visto in campo e dai risultati ottenuti. Con i miei colleghi ho instaurato in quest’anno mezzo un rapporto di rispetto e stima reciproca non solo per quanto visto sul terreno di gioco ma anche a livello umano. Penso che anche questo fattore abbia contribuito a mio favore nella valutazione finale per l’assegnazione di questo premio.

Mario Nicoli

Quale partita tra quelle disputate in questo campionato ricorda maggiormente per emozioni, risultato?
Sicuramente il pareggio 4-4 in trasferta col Torino, una squadra a noi superiore come organico, in una gara bellissima e ricca di emozioni. La squadra poi era in un momento della stagione dove stava ottimamente e giocava bene; sotto 4-2 al 10° del secondo tempo, siamo riusciti a pareggiare al 94° con l’ultimo pallone a disposizione, non vi dico le sensazioni provate… è stata un’emozione bellissima che mi sono portato dietro per tutto il viaggio di ritorno.

C’è una partita particolarmente sentita dalla società e dai tifosi?
No, non credo, almeno per l’anno e mezzo che ho guidato la squadra, è chiaro che quando giochi con squadre dello stesso tuo livello diventa uno scontro sul campo più acceso e più goliardico. Beh forse se proprio devo dire una squadra scelgo la Lazio, gare belle e ricche di emozioni…

Quali sono stati i punti di forza della rosa?
Per come interpreto io “il Calcio” il gruppo è quello che fa la differenza. Non c’è continuità di risultati se nella squadra se non c’è il gruppo. Gli equilibri di una squadra passano attraverso il lavoro che viene fatto dallo staff per cercare di far migliorare il gruppo, tenere tutti in considerazione e cercare di crescere sia sui risultati sul campo, che fuori.
Penso di aver fatto questo, ho dato tanto di me stesso per far crescere questo gruppo in tutto e per tutto, spero che qualcuno se ne sia accorto.

Alia Guagni

Secondo quali linee guida state preparando la prossima stagione?
Purtroppo a questa domanda non posso rispondere visto che ho deciso di chiudere qui la mia avventura con la prima squadra. Mi prendo un momento di stop per valutare anche altre possibilità.

Che cosa rappresenta oggi nel movimento sportivo italiano il calcio femminile?
E’ un movimento che non viene fatto crescere, non c’è molta considerazione da parte delle Istituzioni. Vedo una Federazione non molto presente, basterebbe un po’ di partecipazione in più per far crescere il movimento. L’attuale gestione è completamente a carico delle società dilettantistiche. Ci vogliono persone giuste al posto giusto.

E’ attuale il dibattito sul futuro del calcio femminile italiano o per dargli un futuro più vicino ai livelli raggiunti in Germania o negli USA, si parla pure di sinergia con il settore maschile.
Riallacciandomi alla precedente risposta dico che se il calcio femminile fosse affiancato a quello maschile, pur mantenendo separate le gestioni, la crescita o addirittura il salto di qualità potrebbe avvenire fisiologicamente. L’integrazione tra maschile e femminile e l’apertura di visibilità al grande pubblico sono gli elementi che mancano a questo sport per poter raggiungere i risultati ottenuti in Germania, Usa, Svezia, Danimarca e Brasile.

Mario Nicoli

Con la diffusione del digitale terrestre è aumentata notevolmente la copertura televisiva degli sport diversi dal calcio maschile di serie A e B. Ritiene sufficiente l’attenzione di televisione e giornali e siti internet per il calcio femminile?
No, pensi che la gara che è giocata il sabato viene trasmessa in differita il lunedì ad un orario di lavoro. Se questo le sembra il modo di dar visibilità al calcio femminile… Ho visto le finali della Champions League femminile degli ultimi due anni e vi posso assicurare che è stato uno spettacolo. Quindi è totalmente insufficiente l’attuale interesse da parte dei media. Anche in questo caso l’unico contributo arriva a spese delle società che investono in prima persona per diffondere un po’ di notizie attraverso i propri siti internet che alcuni portali poi riportano a livello nazionale… ma la gran parte dell’attuale informazione arriva dall’interno degli uffici stampa.

A suo giudizio, si può fare di più per tutelare la salute degli sportivi e, in particolare, delle calciatrici dalle più piccole a quelle impegnate, nel vostro caso, in serie A?
Penso che le ultime tragiche vicende accadute a livello di campionati nazionali ed internazionali abbiano aumentato l’attenzione per il problema della prevenzione ed il pronto intervento a tutela della salute nel mondo del calcio anche a livello dilettantistico. La nostra società (ACF FIRENZE ASD) è da questo punto di vista ben organizzata in quanto sempre organizzata e coperta dalla presenza di un’ambulanza, defibrillatore e personale preparato per il pronto intervento.

Alia Guagni in azione

La pallavolo femminile è molto diffusa nel nostro paese. Secondo molti addetti ai lavori è uno sport di squadra molto adatto alle donne. Cosa ne pensa? L’interesse per il calcio può ancora crescere tra le ragazze?
La pallavolo è sicuramente uno sport prediletto dalle ragazze, ha una grande tradizione e un seguito consolidato in Italia. Offre spettacolarità, mette in risalto le bellezze della donna ed il lavoro del gruppo. Penso che la sua crescita però sia ormai sia al top. Nel calcio femminile siamo ancora agli inizi specialmente in Italia. Secondo me può fare passi da gigante e coinvolgere molte ragazze che non lo conoscono ancora a pieno.

Che rapporto c’è tra l’ACF Firenze ASD e la comunità di Firenze?
I nostri tifosi sono in prevalenza genitori e parenti ed amici delle atlete, o le stesse tesserate del settore giovanile, non esistono comunità di tifosi che seguono il nostro calcio come avviene nel maschile e ne fanno un momento ed occasione di ritrovo. Le istituzioni partecipano raramente diciamo in due tre occasioni l’anno (presentazione della stagione, iniziative benefiche, partite decisive a fine stagione). Quest’anno il Sindaco Renzi ha partecipato ad una partita in occasione di una manifestazione organizzata per la raccolta di fondi benefici ma erano anni che aspettavamo una visita del primo cittadino di Firenze. Speriamo sia solo la prima di tante.

C’è competizione con altri sport di squadra nel dividersi l’interesse degli sportivi locali?
No, non esiste la competizione e non la cerchiamo. Non avrebbe senso. Lasciamo che chi è interessato venga a vedere le nostre partite.

L'ACF Firenze ASD nel triangolare per Telethon

Siete protagonisti anche di iniziative sociali, benefiche, culturali?
Sì, grazie ad un’iniziativa partita da me ed dal mio staff di collaboratori, insieme alle ragazze della prima squadra, siamo riusciti ad adottare a distanza una bambina con l’associazione AMREF. Poi siamo riusciti grazie alla Fondazione Tommasino Bacciotti a portare il nostro saluto ai bambini dell’Ospedale pediatrico Mayer di Firenze, una struttura all’avanguardia in Italia per l’importanza per l’assistenza pubblica per i bambini. Un’esperienza allo stesso tempo bella ma forte. Infine la società ha contribuito alla raccolta di fondi nella giornata di Telethon Italia.

La crisi economica come condiziona la gestione di una squadra di calcio femminile di alto livello?
Sicuramente la crisi del paese va ad incidere anche sulla gestione delle società dilettantistiche. La passione però per questo sport fa sì che si pensi prima al piacere di giocare e poi si guardi all’aspetto dei rimborsi economici.

(Fotografie di Federico De Luca)

 
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