Il Cervia Beach Soccer

Si è concluso il campionato 2011 di serie A di beach soccer. Lo scudetto è stato vinto, dopo le fasi finali di Lido di Ostia, dal Terracina.
Ha partecipato invece al girone Centro Nord il Cervia Beach Soccer.

Comuni-italiani.it intervista il presidente, Elena Chifac, e l’allenatore, Marco Garbin, della società di Cervia, località termale in provincia di Ravenna con più di ventinovemila abitanti.

Come è andata la stagione 2011?
Ci siamo classificati al sesto posto in classifica, con 2 vittorie e 5 sconfitte. Diciamo che a livello di risultati non è andata benissimo, anche se, a parte la sconfitta con il Colosseum, le altre le abbiamo perse sempre nei minuti finali ed in almeno 2 situazioni (con Castrocaro e Venezia) meritavamo la vittoria.

Sono risultati in linea con le aspettative di inizio stagione non aver centrato la qualificazione alla fase finale di Lido di Ostia e il nono posto in Coppa Italia 2011?
Sapevamo di non partire tra i favoriti e l’eventuale qualificazione alla poul scudetto era un obiettivo non previsto in quanto l’80% della squadra era formata da giocatori che erano alla prima esperienza nel beach soccer. Abbiamo lavorato per il futuro ed il gruppo ha acquisito partita dopo partita molta fiducia migliorando moltissimo.

Mirko D'Onofrio e Marco Garbin


Quali atleti hanno caratterizzato la stagione 2011?
Senza ombra di dubbio il giocatore più positivo è stato il difensore Claudio Di Marco, tra i migliori di tutto il campionato.
Poi il giovanissimo laterale Claudio Gangitano (20 anni) ed il portiere Tommaso Zanardi.
Infine il nostro bomber e capitano Gianmaria Sacchi che è il giocatore con più esperienza nel beach soccer che ha collezionato 16 goal tra Coppa Italia e campionato alcuni dei quali bellissimi.

A suo giudizio, cosa rappresenta nell’immaginario collettivo il beach soccer?
Sport, sole e mare … e anche musica visto che si gioca accompagnati dal dj che commenta la partita a suon di jingle e musica. E’ sicuramente uno sport spettacolare che diverte molto il pubblico con molte azioni da goal che entusiasmano chi è seduto in tribuna.

La copertura dei media, in particolare quella televisiva, vi soddisfa? In che misura può essere utile alla diffusione del beach soccer?
La copertura dell’evento a livello nazionale con Sky è indubbiamente un fattore positivo e determinante; stesso discorso per la copertura stampa che coinvolge sempre parecchie testate nazionali e locali. A mio avviso manca un format televisivo più giornalistico con interviste nel dopo gara, news e approfondimenti dalla società.
Noi per questa stagione abbiamo creato una webtv semplice con sintesi di tutte le partite ed interviste a fine gara (visibile direttamente dal nostro website) e la cosa è stata molto gradita sia dagli addetti ai lavori che dai nostri sponsor.

Claudio Di Marco

Qual è il rapporto tra il Cervia Beach Soccer e la comunità di Cervia?
Con le istituzioni praticamente nulla. Oltre a partecipare ad un evento nazionale portando in giro il nome della città di Cervia tutti gli anni abbiamo organizzato eventi promozionali a Cervia e attività con i bambini ma da parte delle istituzioni mai ricevuto un grazie nonostante tutti gli anni abbiamo provato a coinvolgerli tra l’altro senza mai chiedere un euro di contributo. Addirittura questa estate per far svolgere un torneo internazionale a Cervia abbiamo dovuto fare i salti mortali per ottenere i permessi ed allestire il campo con il rischio di dover annullare la manifestazione a poche settimane dall’inizio.
Probabilmente per il futuro il team potrebbe cambiare nome e traslocare in altra località. Il tutto verrà definito nell’assemblea convocata a fine settembre.
Con i tifosi un ottimo rapporto, sono in molti che si seguono e che ci hanno conosciuto grazie anche alle attività collaterali che abbiamo organizzato in questi anni sul territorio.

La sua società è impegnata anche in iniziative sociali e culturali?
Sì, fino all’anno scorso in occasione delle nostre iniziative collaterali ed eventi abbiamo sempre raccolto fondi per varie associazioni come AIBI o ADMO.
Quest’anno abbiamo prodotto un cortometraggio “sui valori dello sport” che è stato girato durante l’attività sportiva utilizzando esclusivamente come attori i giocatori e dirigenti del Cervia Beach Soccer.
Questo lavoro è in fase di ultimazione e parteciperà allo Sport Film Festival 2011.

Nel beach soccer – chiediamo a Marco Garbin – quando comincia la preparazione per la successiva stagione e come prosegue l’attività fino all’inizio del campionato?
La stagione per il beach soccer è abbastanza breve e dura circa 3 mesi.
L’attività di preparazione parte ad inizio maggio con 3 allenamenti settimanali e prosegue per giugno e luglio.
L’attività ufficiale solitamente inizia la prima settimana di giugno con la Coppa Italia e prosegue tra giugno e luglio con 3 week-end dove si svolgono le gare di campionato. A fine luglio/primi di agosto solitamente si svolgono le finali scudetto che si giocano sempre in un week-end.
Bisogna tenere presente che tutti i giocatori sono impegnati negli altri mesi dell’anno nel calcio o calcio a 5.

Mattia Zambelli

Presidente quali sono i programmi per il 2012?
Gli obiettivi sono quelli di avere un nostro centro sportivo e questa situazione potrebbe determinare il trasloco da Cervia e la variazione di denominazione.
Dal punto di vista sportivo vorremmo migliorare la classifica del 2011 e puntare alle finali scudetto cercando di andare a potenziare la rosa attuale.
Infine produrre un cartone animato che faccia da spot a questo sport e alla nostra società sportiva.

Sono condizionati dalla difficile congiuntura economica?
Ovviamente gli obiettivi sono condizionati dall’attuale situazione economica e finanziaria in quanto la nostra attività può contare solo su finanziamenti da parte dei soci o ricavi da attività commerciale quale sponsor, pubblicità ed eventi.
Come in tutte le società sportive la parte importante dei costi è sempre relativa ai compensi agli atleti. Se ogni presidente è attento nella gestione di questo aspetto alla fine i conti quadrano sempre ma purtroppo spesso ci si lascia trasportare dalla voglia di costruire squadra molto competitive e quindi i costi superano di molto i ricavi. Ma non è mai stato il nostro caso.

 
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