Amato Lamberti, giornalista ed ex presidente della Provincia di Napoli, ieri ha denunciato dalle sue pagine su Facebook la compravendita di voti per le prossime elezioni comunali che si terranno a Napoli il 15 e il 16 maggio. Così scrive Lamberti “Impazza a Napoli la vendita di pacchetti di voti. 50 voti costano 500 euro. Ambulanti, portieri, baristi, si vendono i voti della loro famiglia, degli amici, dei condomini, dei clienti. Si da un anticipo e si salda a risultato ottenuto. Nel prezzo è compresa la distribuzione del materiale e l’attacco di manifesti. Altro che voto di opinione”

Scoraggiati gli interventi che si succedono nel corso della discussione che si apre sulla nota: “è sempre stato così”, “non mi meraviglio di nulla, tranne di chi si meraviglia”, “Non c’è più niente di pulito, l’arrivismo sporca tutto ciò che poteva essere bello”.

Lamberti, in uno dei commenti, entra anche nei dettagli “solo questa mattina nel giro di 200 metri mi sono stati offerti 4 mini pacchetti di voti a quel prezzo. Sono strategie di sopravvivenza che si riproducono ad ogni tornata elettorale da parte di persone che vivono di espedienti. Io ho declinato l’offerta ma lo stesso ambulante dopo qualche decina di minuti mi ha mostrato l’anticipo dell’accordo che aveva preso con un candidato alla municipalità che gli ha promesso di portargli anche un candidato al Comune. Forse pacchetti più grandi costano di più, non lo so, ma a Napoli si lotta con la miseria”.

Amato Lamberti, nato a San Maurizio Canavese nel 1943, è un giornalista, politico e studioso italiano. E’ attualmente docente di Sociologia della devianza e della criminalità presso la Facoltà di Sociologia dell’Università “Federico II” di Napoli. Ha fondato e diretto l’Osservatorio sulla Camorra della Fondazione Colasanto. In passato ha ricoperto la carica di Assessore alla Normalità del Comune di Napoli (dal 1993 al 1995) e di Presidente della Provincia di Napoli (dal 1995 al 2004).
Purtroppo Napoli non è nuova a questo tipo di fenomeno, già pochi mesi fa in occasione delle primarie del centrosinistra (poi in pratica annullate) si è parlato di brogli e di compravendita dei voti.

Anche nel marzo 2010, in occasione delle elezioni regionali, ci fu una campagna elettorale avvelenata. Vedi ad esempio Repubblica Napoli del 24/03/2010 in cui si parla anche di pacchi di pasta e uova di pasqua!

E’ da sottolineare, nel caso sfugga a qualcuno, che comprare voti per le consultazioni elettorali è un preciso grave reato, previsto dall’Art. 416 ter del Codice Penale (riportato in calce).

Ma al di là dell’aspetto penale, la domanda principale da porsi è: Napoli merita questo? Davvero vogliamo che la nostra città sia governata da persone elette con questi sistemi? Cosa ci possiamo aspettare da questo tipo di persone? Una saggia e oculata gestione della cosa pubblica? Consegniamo a questi personaggi la vita dei nostri figli?

La nota di Lamberti su Facebook

Poi non ci possiamo lamentare se siamo invasi dalla spazzatura o se Napoli è afflitta da tanti altri problemi. E non possiamo dare la colpa ai soliti “politici”. Siamo noi con il nostro voto che determiniamo chi ci condurrà nei prossimi cinque anni. Non svendiamo il nostro voto per pochi spiccioli o per qualche piccolo favore.

Napoli ha bisogno al suo governo di persone qualificate che davvero si impegnino per il bene comune. Se Napoli migliora, ne abbiamo tutti da guadagnare, molto molto più di una piccola mancetta data per comprarsi i nostri voti.

Napoli deve avere uno scatto di orgoglio e finalmente dotarsi di una guida all’altezza delle potenzialità della città. Utilizziamo il nostro voto per cambiare Napoli. In meglio.

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Dal Codice Penale:

Art. 416 bis Associazioni di tipo mafioso anche straniere
Chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da sette a dodici anni.

Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da nove a quattordici anni.

L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. [...]

Art. 416 ter Scambio elettorale politicomafioso
La pena stabilita dal primo comma dell’articolo 416 bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416 bis in cambio della erogazione di denaro.

 
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