Marco Mantovani

Nella città di Milano sono un milione circa i cittadini chiamati a votare per le elezioni Amministrative 2011. In attesa del voto del 15 e 16 maggio da cui uscirà il nuovo consiglio comunale di Palazzo Marino, Comuni-Italiani.it ha intervistato Marco Mantovani, 51 anni, candidato a sindaco di Forza Nuova.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
La prima emergenza vera e propria da affrontare a Milano è quella dell’inquinamento: un problema complesso ma non irrisolvibile. Più in generale Milano ha bisogno di vivibilità.
La vivibilità si garantisce con la sicurezza ai cittadini ma anche con l’educazione all’ambiente e alle persone: l’amministrazione può fare molto in questi campi. Con una presenza sul territorio e con il buon esempio.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Una campagna elettorale non si articola per dare risposte alle domande del momento o ricette pronte all’uso come possono essere gli slogan dei manifesti o dei comizi. La campagna elettorale serve per parlare ai cittadini e con i cittadini delle questioni che essi stessi ritengono più importanti. E quindi deve essere un’occasione speciale di incontro e di ascolto, che non può certo finire lì. E al quale poi dovranno seguire i provvedimenti utili e necessari.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
I primi tre punti qualificanti della nostra proposta, a pari merito:
• abolizione dell’ecopass che non ha diminuito l’inquinamento e ha creato tanti problemi a chi abita e a chi lavora a Milano;
• riqualificazione delle periferie ghetto;
• bloccare il piano di cementificazione del Pgt per lasciare invece lo spazio a parchi e giardini: più verde non significa solo ridurre le fonti di inquinamento ma anche migliorare la qualità di vita delle persone. In più a Milano non servono assolutamente nuove costruzioni: siamo pieni di case pubbliche e private vuote e di uffici e negozi abbandonati anche per colpa della crisi.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Ovviamente non intendo fare promesse che non potrò mantenere. Allora dico che ci sono piccole decisioni importanti che bisogna prendere subito e che sono possibili:
a. la prima cosa che farò sarà abolire le consulenze esterne che sono state così abnormi da provocare un intervento della Corte dei Conti. In Comune ci sono tante professionalità che possono essere messe a servizio del bene collettivo a costi sostenibili: valorizzare e premiare il ruolo dei dipendenti pubblici permette anche una migliore relazione con i cittadini;
b. con i risparmi del taglio degli inutili sprechi inventati dai partiti, sarà possibile abolire l’ecopass e potenziare i mezzi pubblici: penso ad esempio a nuove corse più brevi che tocchino tutti i quartieri della nostra città; penso a minibus ibridi di nuova generazione ecologici e senza barriere architettoniche al posto dei mostruosi jumbo tram che bloccano il traffico; penso alla riorganizzazione del servizio di affitto delle biciclette comunali che finora è stato un fallimento, dal punto di vista economico, per colpa di una gestione della cosa pubblica basata solo sulle apparenze;
c. inizierò dai piccoli lavori di manutenzione dei quartieri periferici ma anche semi periferici, ormai trasformati dalla giunta Moratti in veri e propri ghetti dove negli anni sono stati ammassati migliaia di immigrati che hanno alzato la tensione sociale.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
L’unico criterio che seguirò si basa sulle capacità e sulla professionalità. E sulla serietà dell’impegno. Di certo nessun criterio basato su quote discriminanti legate a sesso, età o altro.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Innanzitutto bisogna puntare sul risparmio energetico, a cominciare dagli spazi istituzionali dove spesso il riscaldamento e il raffreddamento seguono leggi antieconomiche legate all’indifferenza del patrimonio pubblico. Milano ha iniziato ora a estendere il servizio di teleriscaldamento che nel Nord Europa è invece una realtà molto diffusa.
Anche in una città come Milano inoltre si possono pensare piccoli e grandi impianti che sfruttano l’energia solare. In questo senso ci sono esperienze già avviate da soggetti privati, da aziende: perché l’amministrazione pubblica non dovrebbe farlo? Perché il Comune non dovrebbe promuovere tariffazioni differenziate che incentivino maggiore attenzione al consumo dell’energia?

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
Assolutamente no.

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Per quanto riguarda l’immigrazione, Milano ha già raggiunto limiti fisiologicamente inaccettabili: la prima cosa da fare è un censimento di tutti i cittadini stranieri e la verifica della regolarità dei loro documenti. Questo anche a salvaguardia di tutti quegli immigrati che vivono da anni nella nostra città e che si sono perfettamente integrati.
La cattiva gestione di questi anni anche a livello locale del fenomeno migratorio, ha portato alla concentrazione di molti stranieri nelle zone più periferiche: si sono creati invivibili ghetti, fatiscenti e insicuri. Con un degrado della vita fisica e morale delle persone. Questa è una grave colpa in capo alle passate amministrazioni.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Il federalismo fiscale è uno dei tanti bluff della Lega Nord, tanto per dimostrare di aver ottenuto qualcosa. Bossi spaccia per federalismo quello che di fatto è un semplice aumento delle tasse da parte delle Regioni.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Innanzitutto mi permetto di fare una precisazione: io non penso assolutamente di voler lavorare per consegnare la città in un modo o un altro. Messa così sembra che i cittadini siano esclusi dalle decisioni e dai processi che riguardano la città.
Alla fine del mio mandato, arricchito dal lavoro comune, spero si possa dire che con il nostro governo sia migliorata la qualità di vita della maggior parte delle persone: dai servizi offerti all’aria che si respira, dal traffico al rinnovamento delle scuole, al senso civico.

 
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