i ragazzi del Pompei Lab

“Come ti senti amico, amico fragile, se vuoi potrò occuparmi un’ora al mese di te”. Così cantava il grande poeta Fabrizio De André, parole che incarnano perfettamente lo spirito dell’associazione Pompei Lab.
Dal 2005, da quando cioè le due associazioni “Fuoco a Babilonia” e “Catello Cesarano” si sono unite in un nuovo sodalizio, nell’area dell’ex depuratore di Pompei si trova sempre tempo da dedicare a bisognosi ed emarginati. Un tempo fatto di sostegno alla crescita delle proprie abilità o conoscenze (grazie a corsi mirati), di corretta informazione per far valere i propri diritti e soprattutto di accoglienza per chiunque sia alla ricerca della strada dell’integrazione.

Tutto ciò passa attraverso il linguaggio del cinema, della musica, delle forme moderne dell’arte, quanto mai familiari alle giovani generazioni, felice strumento di veicolazione di temi sensibili come il disagio sociale, il rapporto tra diritti e lavoro, la tutela dell’ambiente.

Aspetti che affrontiamo con un loro componente, Antonio Mosca, nella seguente intervista, guardando da una diversa prospettiva il mondo giovanile locale, tra speranze e disagi.

In tre anni di attività Pompei Lab ha raccolto una fotografia attendibile sui giovani di Pompei. Che profilo ritrae sul piano dell’impegno nel sociale e del rapporto con le istituzioni?
Il primo riscontro fotografico dei giovani e del loro impegno lo abbiamo avuto ormai più di 5 anni fa, allorquando proprio un gruppo di giovani cominciò a muovere i primi passi in quella che è stata poi l’avventura Pompei Lab. Negli ultimi tre anni hanno frequentato il posto non solo giovani e non solo giovani di Pompei. Fortunatamente abbiamo raggiunto anche i paesi limitrofi, i capoluoghi campani e talvolta anche realtà del resto d’Italia.
C’è da dire che, nonostante ci siano tante realtà associative giovanili, fatte le dovute eccezioni di ragazzi validissimi e dinamici, riscontriamo un impegno non molto massiccio nel sociale probabilmente anche perché l’età giovanile è quella in cui molte volte ci si concentra su se stessi più che su ciò che ci circonda. I disagi giovanili nascono probabilmente dal non poter assecondare le proprie passioni o addirittura dal non averne.
Dalle istituzioni si aspetterebbero poco politichese, più concretezza, onestà e un’effettiva percezione del reale.

Cosa, gli stessi giovani, trovano nelle attività del Pompei Lab?
Trovano di certo un’alternativa culturale tramite musica, teatro, laboratori, film, presentazioni di libri etc. Trovano altresì anche solo la possibilità di vivere uno spazio con tranquillità, tra una chiacchiera e l’altra magari riguardo ad un’idea da voler realizzare e concretizzare da noi e con noi.

Recenti operazioni delle forze dell’ordine hanno confermato la forte presenza di attività di spaccio di stupefacenti sul territorio pompeiano. Che percezione ha del fenomeno tra i giovani la vostra associazione?
Devo dire che purtroppo c’è un bel numero di persone in città che fa uso di droghe, soprattutto pesanti. Cercano probabilmente di andare oltre la staccionata dei disagi e dei vincoli emotivi e inibitori facendone uso. Nonostante tutto, denotiamo una differenza tra chi usa droghe leggere e pesanti.
Siamo quindi per un giusta considerazione della diversità delle varie droghe da parte delle istituzioni senza criminalizzare allo stesso modo chi sfrutti i principi attivi di una pianta e chi invece “gode” degli effetti di altre droghe chimiche e sintetiche che noi riteniamo pericolosissime.
Prendiamo comunque ovviamente le distanze dal tollerare le forme di vendita sul territorio di tali sostanze, siamo ben consapevoli del fatto che non fa altro che incrementare la ricchezza della criminalità organizzata.

L’ambiente è un tema centrale per l’associazione, come testimonia il contributo espresso durante la “tre giorni” Giovani&inavoiG. In che modo promuovete rispetto per l’ambiente e stili di vita ecosostenibili nel tessuto locale?
In effetti la tematica ambientale c’interessa.. Il primo intervento a sfondo ecologico è stato per l’appunto quello di riappropriarsi di uno spazio di 2400 mq che era diventato una sorta di discarica. Nei primi nostri interventi abbiamo riutilizzato dei canali in muratura come aiuole e abbiamo piantato delle piante di alloro, e altre ne pianteremo a breve, grazie alla concessione della forestale.
Da sempre facciamo una raccolta differenziata in maniera quasi scientifica ed inoltre molti di noi hanno partecipato e partecipano alle iniziative di resistenza ambientale e civica dei nostri conterranei vesuviani alle pendici del Vesuvio sul tema rifiuti.
Prossimamente saranno attivi piccoli corsi e laboratori di economia domestica eco-sostenibile, di consumo critico, sul risparmio energetico, di alimentazione naturale e di autoproduzione; il tutto al fine di lanciare il messaggio che il cambiamento del nostro ecosistema parte proprio dal nucleo familiare e dalle piccolissime realtà in cui viviamo.

In tal senso cosa potrebbero fare di più le istittuzioni locali? Cosa manca a Pompei per fare il salto di qualità?
Riguardo al problema rifiuti manca ancora un impegno e un progetto preciso che possa tendere a “Rifiuti Zero” e/o al modello di riciclo del tipo Vedelago (azienda di Treviso che attraverso il trattamento meccanico biologico ricicla il 99% dei rifiuti, sia residenziali che industriali, ndr).
La nostra città, nonostante una raccolta differenziata che va avanti da qualche anno, rientra comunque nel sistema di business criminale e antieconomico che verte su discariche e inceneritori. A tal proposito è giusto ricordare che quando la discarica SARI a Terzigno è stata ferma per un determinato periodo anche la nostra raccolta dell’indifferenziato cittadino è andata in tilt.

La sede dell’associazione è posizionata strategicamente per fungere da presidio rispetto a due questioni. La prima di queste è il recupero dell’area del Sarno. Come si muove l’associazione su questo terreno?
Riguardo alla questione Sarno sappiamo che la questione ormai sfugge un po’ alle competenza comunali. In passato abbiamo affrontato la tematica Sarno sotto l’aspetto storico-culturale ma uno dei propositi è cercare di essere un po’ più attivi su questo dramma che viviamo in casa.
Alcuni dei nostri soci sono stati attivi negli anni passati sulla questione e ci siamo già riproposti di cominciare ad approfondire almeno la conoscenza sullo stato attuale dei lavori di bonifica, che porterebbero a un progressivo miglioramento della condizione fluviale.


La seconda è il problema “lavoro”, richiamato dalla vicinanza con l’area ex Aticarta. Oltre che attraverso le attività dei laboratori in che modo affrontate la questione?
E’ evidente che tale problematica è forse quella che più scoraggia le giovani leve che si proiettano nel futuro. Riscontriamo le problematiche lavorative che ci sono un po’ in tutto il sud Italia che non riesce a sfruttare le proprie enormi risorse e potenzialità.
Aprendo una disquisizione sulle varie cause e concause, ci dilungheremmo di certo troppo ma approfitto della tematica però per pubblicizzare il film “Ridotte Capacità Lavorative” con Paolo Rossi girato alla FIAT di Pomigliano che abbiamo proiettato il 5 febbraio in presenza di Alessandro di Rienzo (ideatore e sceneggiatore del film) e di una rappresentanza di operai cassintegrati.

I giovani e il volontariato. Quanto è radicato questo binomio nella comunità locale?
Proprio grazie alla tre giorni Giovani & inavoiG, che ci ha visto impegnati come associazione, abbiamo potuto verificare che ci sono alcune realtà di volontariato molto attive qui a Pompei. Di questo siamo stati molto felici e credo che probabilmente in futuro cercheremo di aprire anche delle collaborazioni con alcune di esse.
Dal canto nostro, sebbene occupiamo un posto comunale e dovendoci quindi di tanto in tanto interfacciarci con le istituzioni cittadine, cerchiamo di preservare una certa autonomia di pensiero e di movimento senza appoggiarci troppo al braccio politico.

Cosa si aspetta dal forum Pompei Lab e quale impegno fornirà l’associazione?
Siamo di certo contenti che il Forum dei Giovani abbia ripreso vita e in effetti abbiamo riscontrato che l’assessore Uliano lo tiene vivo con un’energia davvero invidiabile. Noi non ci chiudiamo a tale realtà anche se, naturalmente, riserveremo le principali energie per le nostre attività e per la cura e manutenzione del posto che gestiamo.

Musica, teatro, lingua straniera, giornalismo. Quanti sono i laboratori attivi per questo inizio di 2011 e quelli in programma per i prossimi mesi?
Attualmente abbiamo attivo il corso d’inglese e ospitiamo una piccola compagnia di mimo teatrale che realizza lavori da presentare a portatori di handicap. Saranno attivi a breve i laboratori a sfondo ecologico che prima citavo e credo riproporremo il corso di fotografia. Abbiamo attivato da poco il servizio biblioteca e lo sportello di consulenza fiscale, permangono quello di consulenza legale e psicologica anche se quest’ultimo è solo temporaneamente sospeso.
Sono in corso le proiezioni del nostro cineforum interno e stiamo continuando a sfruttare la nostra saletta per piccoli concerti. Prossimamente sarà presentato il calendario con tutti i libri che presenteremo e credo che dalla primavera riprenderemo le attività all’aperto sia teatrali che musicali. Ovviamente invito tutti a tenere d’occhio il nostro sito www.pompeilab.com e il nostro profilo su facebook, ma soprattutto invito tutti a venirci a trovare, a partecipare alle nostre attività e magari ad entrare a far parte del nostro gruppo.

 
© Riproduzione Riservata
 
 

Nessun commento

Lascia un Commento