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Per proteggere l’area archeologica di Pompei occorrono maestranze per il restauro, non solo per la vigilanza.
È singolare che a fronte dell’emergenza che ha portato all’attenzione mondiale i crolli di muri ed edifici, il governo ritenga più urgente l’incremento della vigilanza.

Pompei è il più grande giacimento economico del Sud e va curato con interventi puntuali. Non c’è partita se si pensa di intervenire dopo il verificarsi di deterioramenti di affreschi e lesioni nelle murature. Non è sufficiente un solo Archeologo, al quale poter addebitare eventuali responsabilità di crolli e incurie, senza affidargli personale da adibire ad opere di restauro.

Per il controllo, tutela e salvaguardia dell’area archeologica attualmente sono in forza 209 unità di personale, di cui solo 3 Assistenti Tecnici e 3 Operai sono addetti alla manutenzione delle strutture murarie e al consolidamento di intonaci.

Per dare risposte concrete al futuro della Città eterna, bisogna prima assumere Archeologi, Architetti, Restauratori e Operai per garantire la tutela costante e la manutenzione ordinaria dei 44 ettari dei beni archeologici già portati alla luce, ricchi di edifici, affreschi e mosaici, non solo il personale di vigilanza previsto dal decreto.

 
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