Pina Lamberti Sorrentino alla presentazione del suo ultimo libro

Nella gestione amministrativa del Comune di Pompei, speciale e complessa per molti versi, ogni iniziativa acquista un valore determinante per la vita della città e per il vissuto quotidiano di ogni cittadino. In questa terra la Storia si è immersa nella sterminata bellezza del Vesuvio, carnefice e artefice di una città speciale nella duplice essenza di Archeologia e Religiosità.

In ogni suo spazio, andito e centimetro affiorano vestigia di ancestrale memoria che il presente vede spazzate via dall’ignavia di taluni. Qui dove la mano dell’uomo interviene, o non interviene, per distruggere, la poesia accorre in soccorso per dare slancio eterno al passato di un popolo che è storia dell’umanità.
Alla poesia, al suo linguaggio universale, chiedo aiuto per dare voce al mio stato d’animo in questo momento triste per la nostra cara Pompei.

Pina Lamberti Sorrentino è una pluripremiata scrittrice che da diversi anni vive a Pompei, dove in passato ha insegnato Storia e Filosofia al liceo scientifico Pascal. Nata in terra croata, nella splendida Pula – città natale anche della nota giornalista Rossana Rossanda, co-fondatrice del quotidiano “Il Manifesto” – ha vissuto diversi anni in Grecia, prima di stabilirsi definitivamente nella cittadina mariana. Di quest’ultima rappresenta senza dubbio il genius loci, per il grande impulso dato alla vita culturale locale attraverso le sue opere e le numerose iniziative che hanno coinvolto in primis le scuole di ogni ordine e grado. Tra i tanti riconoscimenti ottenuti per la sua attività letteraria, vanta: il “Premio Sanguineti” per la poesia; il “Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri” per la Cultura anno 2002.
Oltre venti opere all’attivo, tra cui: “Mestiere di Madre” (edizioni Marotta); “Aironi” (edizioni Fabbri-Bompiani); “Medea per Medea” (edizioni Esselibri); “Il respiro della memoria” (Graus editore). Il più recente è “Padre assente, padre padrino, padre padrone” pubblicato nel 2009 da Kairos.

Nascita di un comune*

Questa terra
aspettava
docile
sotto coltri
di silenzio
l’appello
della Storia…

Inesauste
imbiondavano le albe
veleggiavano
rossi
i tramonti
tra speranze
di ruderi…
liveritava
il tempo
amore
di uomini
chini
sul passato
a scavare
voci
sepolte
nella pietra.

Innesto
di forti
volontà
il divino,
il pagano
generarono
l’umano
e uomini
insieme
posarono
pietre
a elevare
la chiesa
la casa
la scuola.

Camminarono
strade
sgorgarono
fontane
e
gente antica
per eventi nuovi
riconsegnò il seme alla terra:
maturarono frutti
per scandire
il lavoro
e le stagioni…
Cinquanta primavere
fiorirono
ginestre
tra le pinete del Vesuvio,
spettatore
della vita
che si alzava
vittoriosa
sulla cima
del campanile
immersa
la croce nel Sole
a continuare
la Speranza!

*Poesia scritta in occasione del Cinquantenario della nascita del Comune di Pompei.

 
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