Premessa ad un nuovo itinerario di Palazzo Ducale a Venezia
a cura del Direttore del Museo Dott. Camillo Tonini:
“Il visitatore che, passato sotto l’affresco con San Cristoforo di Tiziano (foto 1) e imboccata la ripida scala che dall’Appartamento dogale s’inoltra verso la cosiddetta Chiesetta, non può non trovarsi sorpreso di fronte ad un ambiente ignoto ai più, caratterizzato da altissima qualità decorativa.

La luce, che penetra attraverso quattro grandi finestre entro paraste rinascimentali di rara eleganza, illumina gli affreschi settecenteschi che ornano le pareti e impreziosiscono l’ampia volta con effetti di cangiantismo dato dalle estese dorature.

Un sapiente gioco prospettico dilata lo spazio che si alleggerisce e si moltiplica illusionisticamente entro eleganti quinte architettoniche che riprendono nel disegno la lezione rinascimentale, dentro le quali si intravvedono panoplie e figure a monocromo.

Questa sensazione di ariosa lievità e di raffinatezza ornamentale, contrasta con l’impressione di pienezza che il visitatore porta con sé dalla ricchezza dei legni intagliati e dorati dei soffitti e dalla profusione dei temi, delle figure, delle cromie dei grandi teleri che impreziosiscono gli ampi spazi istituzionali del Palazzo.

Questa la Chiesetta come si presenta oggi, dopo aver subito numerose trasformazioni, affrescata nei modi della lezione pittorica del tardobarocco-rococò, che la assimila, per gusto decorativo e percezione dello spazio, ai grandi saloni delle dimore veneziane o ai luminosi interni delle ville padronali nella campagna veneta.

Ma è esattamente quest’effetto di stupore che si proponeva di ottenere il Senato quando, per rinnovare alcune parti del palazzo, volle sostenere, con delibera del 30 aprile 1767, “l’idea piuttosto che in tela, di dipingere a fresco, come cosa più moderna e di maggior vaghezza”. Fu così che venne commissionata a Jacopo Guarana la parte figurativa dell’affresco, entro il sapiente apparato prospettico dei quadraturisti Girolamo e Agostino Mengozzi Colonna, in un momento in cui il potere dogale, seppur alle soglie della dissoluzione, manteneva ancora una notevole capacità progettuale ed espansiva, chiamando al proprio servizio artisti e artefici di prim’ordine.”
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È giunto a compimento il restauro conservativo della Chiesetta e dell’Antichiesetta del Doge a Palazzo Ducale, luoghi suggestivi e dal notevolissimo pregio sia per la qualità artistica e architettonica dei loro ambienti – restituiti dopo molti anni al loro originale splendore decorativo – sia per il grande interesse storico legato agli aspetti della devozione e della vita privata della massima autorità della Serenissima.

Il recupero è stato reso possibile grazie alla sinergia tra le istituzioni che a vario titolo operano nell’impegnativa attività di valorizzazione di Palazzo Ducale, in particolare: la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna, la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano, il Comune di Venezia e la Fondazione Musei Civici di Venezia.

L’intervento, consistito nel restauro dei fastosi apparati decorativi ad affresco della Chiesetta e dell’Antichiesetta, opera di Jacopo Guarana e di Girolamo e Antonio Mengozzi Colonna, è stato realizzato dall’Istituto Veneto per i Beni Culturali, che lo ha inserito nel contesto dei propri corsi di formazione e per le parti lignee dal Centro Lombardo di Formazione Professionale “G. Terragni” di Meda.

Il finanziamento messo a disposizione dal Comitato Italiano nell’ambito del programma congiunto UNESCO – Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia, tramite la generosità della Maison Cartier, ha inoltre permesso negli ultimi due anni di completare l’intera operazione con il consolidamento e la pulitura dell’imponente scultura in marmo della Madonna con Bambino di Jacopo Sansovino inserita nell’altare di Vincenzo Scamozzi (foto 2,3,4).

Questo contributo ha permesso anche la realizzazione dell’impianto di illuminazione dei sontuosi ambienti. I lavori si sono svolti sotto la direzione dell’Ufficio Tecnico della Fondazione Musei Civici di Venezia e l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.

Con l’occasione è stato pubblicato un volume (Antiga edizioni – Crocetta del Montello, Treviso 2014) a cura di Camillo Tonini (foto 7), con saggi di Daniela Andreozzi, Annalisa Bristot, Alberto Craievich, Paolo Delorenzi, Lorenzo Lazzarini, Camillo Tonini.

foto 8 Dott. Domenico Cuttaia, Prefetto di Venezia, e Arch. Renata Codello, Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna;
foto 9 Dott.ssa Gabriella Belli, Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia.

 
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