La rocca dei Carolingi
Chiunque percorra la SS 325 provenendo sia da Prato che da Castiglione dei Pepoli, non potrà fare a meno di notare un grande complesso appena superata Sasseta nel comune di Vernio; questo grande complesso non è altro che il castello di Vernio e sorge sul Poggio Mezzana.
Per chi ne avesse voglia e forza, la strada più bella per raggiungerlo è parcheggiare a San Quirico, imboccare via del Borgo da dove si inerpica uno stradello medioevale che conduce alla porta d’accesso ed un tabernacolo; altra via si trova a Cafaggio a Sasseta ed è asfaltata, anche se trovare un parcheggio non è così semplice.
Sorge su un cucuzzolo da dove è possibile ottenere una splendida vista sul capoluogo comunale e sulle montagne che lo circondano.
Molti considerano la rocca nel Palazzo Comitale anche se la vera rocca è visibile qualche metro sopra Villa Gualtieri (foto 7).
Un po’ di storia
Proprietà dei Carolingi e poi degli Alberti, che possedevano il castello di Mangona (ora non più riconoscibile) nel comune di Barberino di Mugello, esso è composto dal Palazzo capitale, dalla Cappella di Sant’Agata, dalla Villa Gualtieri e dalle abitazioni dei lavoranti al castello.
Il passaggio avvenne dopo nozze tra Cecilia, vedova dell’ultimo dei Carolingi, e Bernardi Tancredi, della famiglia degli Alberti.
Nel 1155 si ha la residenza di Tancredi da Prato a Vernio.
nel 1332 venne venduto, insieme a quelli di Cerbaia ai provveditori di Piero di Totto dei Bardi; l’acquisto di questo castello e di quello di Mangona, acquistato dal fratello Piero, non fu visto bene dai fiorentini che nel 1340 conquistarono Vernio, facendolo smantellare; fu riconquistato due anni dopo dalla famiglia Bardi, che riottennero la contea.
Fino al Seicento la sede amministrativa era collocata proprio in questo castello, per poi essere trasferita a San Quirico nell’attuale Casone de’ Bardi (ora municipio verniatto).
Il feudo fu abolito nel 1797 dopo l’occupazione francese; nel 1814 Vernio fu annessa al Granducato di Toscana.
Oltre alla demolizione avvenuta per ferro e fuoco dei fiorentini, la struttura castellare ebbe una nuova invasione con saccheggi ad opera di un esercito armato per conto di Sisto IV; i maggiori danni si ebbero però non per mano di altri eserciti, ma grazie ad un incuria che portò al suo completo abbandono; per poi essere ristrutturato da Carlo Gualtieri, nel 1832, che solo da diversi anni ne ha ceduto la proprietà.
Il castello
Giungendo dal sentiero sterrato che abbiamo preso a San Quirico troviamo un parametro in pietra del XIV secolo e dal quel punto notiamo già la maestosità del palazzo e del suo arco con stemma che ci accoglie.
Varcato l’arcone ci imbattiamo nella cappella di Sant’Agata che fu edificata nel 1556, sostituendo una precedente interna al castello, dedicata alla Vergine; essa subì una trasformazione nel 1706.
La facciata appare modesta e presenta un campaniletto a vela; internamente vi è un soffitto quadrangolare ligneo, una pala che raffigura Sant’Agata sopra l’altare realizzato nel XVIII secolo e le tombe della famiglia Gualtieri.
Sopra la villa, la rocca antica, chiamata Il Roccaccino: esso era occupato, prima del 1700, dall’abitazione signorile, l’archivio e le prigioni; adesso è in stato d’abbandono e ricoperto di erbacce.
Villa Gualtieri
Durate il periodo rinascimentale si aggiunse all’edificio già esistente una nuova residenza dei conti Bardi; l’aspetto era quello di un palazzo, che oggi è diventato una villa.
Di bianco aspetto e con stemma, esso possiede un antico pozzo; interessanti le sue sale interne, come le cucine, una sala con grande camino, nonché il grande salone rosa ricco di affreschi e tendoni di stoffa.
Ancora oggi si può accedere alle prigioni.
Il borgo
il borgo non presenta abitazioni di interesse; qui si trova un antico tabernacolino a muro ed il lavatoio.
Visite
Nella rocca è possibile accedere ogni giorno dell’anno, ma per poter visitare la villa e la cappella occorre prenotarsi (una volta all’anno).
La visita è a giugno-luglio e viene pubblicizzata su varie radio e sul sito del Comune di Vernio.
Le foto del reportage:
Foto 1 – la rocca vista da Cafaggio a Sasseta;
Foto 2 – la rocca dallo stradello;
Foto 3 – la porta d’accesso;
Foto 4/5/6 – parte del cassero;
Foto 7 – il Roccaccino;
Foto 8 – Villa Gualtieri;
Foto 9 – cappella di Sant’Agata;
Foto 10 – abitazione del borgo.
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