In una domenica assolata e calda, in occasione della rievocazione del 91º anniversario della Marcia su Roma, ha avuto luogo a Predappio l’annuale corteo che partito dal Santuario di Sant’Antonio da Padova nell’omonima piazza, ha percorso la via del Rabbi fino al Cimitero di San Cassiano dove si trova la cripta della Famiglia Mussolini.

Durante il pacato e silenzioso corteo, a cui hanno partecipato un migliaio di persone, talune abbigliate con abiti d’epoca, di particolare evidenza vi erano una grande croce di legno portata a spalla, seguita da un’enorme bandiera e numerosi gagliardetti di associazioni combattentistiche o politiche; non ultima era issata la “vela” raffigurante la “Madonna del Fascio”, opera d’arte che si può ammirare in una sala dell’asilo e oratorio Santa Rosa.

Dinanzi alla tomba di Benito Mussolini e alla folla di persone confluita a Predappio da tutta Italia e non, padre Giulio Tam, prete celebrante, ha evidenziato il carattere religioso della cerimonia.

Dopo la commemorazione, molti hanno visitato la cittadina natale di Mussolini in cui, naturalmente, non mancano edifici in tipico stile littorio; fra queste si distinguono: l’ex Casa del Fascio; il grande edificio della scuola elementare in via Matteotti; la caserma dei Carabinieri; l’edificio I.N.A. ex albergo Appennino; l’asilo e oratorio Santa Rosa di cui si è fatto innanzi cenno; l’ex macello e foro boario; l’ex Casa G.I.L.; Palazzo Varano, sede del Municipio, oggi in ristrutturazione, e la Scalea, area circostante che delimita un ampio giardino; il Palazzo della Sanità; il Santuario di Sant’Antonio nell’omonima piazza; la Basilica di San Cassiano laterale al Cimitero; infine, il palazzo della Società Aeronautica Caproni, nota costruttrice degli omonimi aerei nella fabbrica poco distante, realizzata – per motivi di sicurezza – scavando nella roccia; di tale insediamento, oggi è rimasto ben poco.

Per chi ne abbia voglia, è visitabile la casa natale di Benito Mussolini, attualmente destinata ad ospitare una inedita mostra storica su “Il giovane Mussolini”.

Altrettanto interessante storicamente nel comune di Forlì – a pochi chilometri da Predappio, precisamente nel quartiere agricolo di San Martino in Strada – è “La casa dei ricordi”, Villa Carpena, ricco museo di storia e cultura – già abitazione privata della famiglia Mussolini, fino alla scomparsa di donna Rachele e Vittorio Mussolini.

Nessuno, certamente, si è negato il piacere di gustare la famosa piadina tra un bicchiere e l’altro di schietto e famoso vino Sangiovese.

 
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Commenti (2)


  1. Innanzi tutto,la mamma di Mussolini si chiamava Rosa Maltoni e non Maldoni,ma non scrivo per questo.Scrivo per precisare che Ada Negri non chiese mai la tessera del PNF. Fu iscritta d’ufficio quando fu nominata nel 1940 nell’Accademia d’Italia. Non può essere l’autrice della penosa filastrocca la Madonna del Fascio. Non è il suo stile. Se avesse scritto versi(?) del genere, si sarebbe dovuta sparare,anche se eravamo già verso la fine della seconda guerra mondiale. Comunque, non ho trovato questa filastrocca in nessuna delle raccolte di poesie di Ada Negri. Il fatto che siano in molti ad attribuirle la paternità di questo sgorbio non significa che ne sia l’autrice. Tante bugie non fanno mai una verità. Italo Zamprotta


  2. Per quanto riguarda il cognome della signora Maltoni Mussolini è ovviamente
    un refuso, chiunque lo capirebbe e anche con una certa facilità. Tra le
    altre cose, a Bari, la mia città, c’era anche una scuola elementare
    dedicata a Rosa Maltoni Mussolini, maestra elementare come Lei sicuramente
    sa.
    Sull’attribuzione, invece, ad Ada Negri della filastrocca La Madonna
    del Fascio, non ci sono sicurezze. Ma, appare chiaro, che una poesia ed
    una filastrocca sono, nello stile e nel genere, molto diverse e, dunque,
    questa differenza potrebbe generare dubbi. Va da sé che potrebbe apparire
    difficile trovare una filastrocca di quel genere in una o più raccolte di
    poesia, così come non ci sono certezze sul fatto che sia una filastrocca
    di Ada Negri ma neppure il contrario.

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